Humberto Maturana Romecin, Il cambiamento sociale non può nascere che da un cambiamento etico, così come la rivoluzione sociale è prima di tutto una rivoluzione culturale. Humberto Maturana Romecin 1974
Il cambiamento sociale non può nascere che da un cambiamento
etico, così come la rivoluzione sociale è prima di tutto una rivoluzione
culturale. Humberto Maturana Romecin 1974
IL MIO MANIFESTO
"A proposito di società gerarchiche."
di Humberto Maturana
Credere che il corso spontaneo della trasformazione della
società come unità biologica possa portare a un sistema non oppressivo che non
neghi l’individuo è, biologicamente, un’illusione. Un simile sistema sociale
non può essere che il prodotto della creatività umana, ottenuto trovando il
significato dell’individuo nel fatto che il sistema sociale che gli individui,
associandosi, costituiscono è organizzato in un sistema allopoietico non
gerarchico, concepito in maniera da rendere la loro vita umanamente
desiderabile. Ma è possibile? Credo di sì, ma si può realizzarlo solo se ci si
accorda per cercare senza posa di creare una società non gerarchica finita in
un mondo finito ecologicamente stabile e se lo si fa attraverso dei mezzi che
non negano il fine desiderato.
In altri termini, si può a mio avviso pervenire a una tale
società se ci si accorda per cercare di generare:
1. Una società che non cessa di negare e distruggere ogni
istituzione politica, economica e culturale che miri in qualsiasi modo a
subordinare l’uomo all’uomo.
2. Una società che cerchi di modificare le proprie
istituzioni in funzione dei cambiamenti dei modi materiali, estetici e
spirituali in cui i bisogni biologici e i desideri culturali di tutti gli
uomini siano soddisfatti, poiché le istituzioni sociali sono strumenti che gli
uomini devono utilizzare per soddisfare i propri bisogni e desideri, e non
delle entità eterne.
3. Una società che cerchi senza posa di farsi non gerarchica
perché i suoi membri accettano la possibilità dell’errore e ammettono che tutto
ciò che contribuisce ad accrescere la differenza tra le relazioni gerarchiche
attuali dell’uomo e le relazioni non gerarchiche desiderate, costituisce uno
sbaglio.
4. Una società i cui membri comprendano di vivere in un
mondo finito e che la loro esistenza biologica è legata alla stabilità
ecologica di questo mondo finito.
5. Una società i cui membri comprendano che il corso
naturale di tutti i sistemi biologici plastici va nel senso di una
stabilizzazione della società gerarchica e che una società non gerarchica è un
sistema biologico artificiale prodotto dall’uomo che non si potrà mai
trasformare in uno stato stabile, ma che dev’essere costituito senza posa come
un’approssimazione continua a tale stato.
Una simile società non può essere raggiunta se non si
verificano le seguenti condizioni:
1. La stabilità della popolazione [...].
2. Una quantità di popolazione che sia la misura minima tale
da permettere una vita interessante e diversificata in un mondo ecologicamente
stabile e tale da permettere a ciascun membro della società d’aver accesso per
un tempo sufficiente all’informazione, al sapere e alle possibilità di
decisione che esige il funzionamento di questa società in un sistema generato
continuamente dalle scelte etiche dei suoi membri.
Se vogliamo veramente generare una società non gerarchica
dobbiamo cominciare dalle nostre società attuali modificandole in modo che non
neghino il fine desiderato – anche se ignoriamo la forma che prenderà questa
società in termini di istituzioni mutevoli – perché una società non gerarchica
non si può ottenere attraverso processi che accrescano le relazioni
gerarchiche. Un sistema può essere distrutto solo se si negano le relazioni che
lo costituiscono; inversamente, un sistema non può essere generato se non
mettono in opera le relazioni che lo costituiscono. Non c’è altra possibilità.
Per generare una nuova società l’uomo deve generare nuove relazioni
interpersonali e per far questo deve modificare il suo dominio cognitivo. Così,
se gli uomini vogliono vivere in una società non gerarchica in cui ciascuno
abbia effettivamente il tempo di accedere a una vita interessante e
soddisfacente, essi la creeranno, ma solo a questa condizione. Tuttavia non
sono le circostanze storiche in cui viviamo attualmente, né le leggi di natura
(le leggi economiche sono anch’esse creazioni arbitrarie dell’uomo), né la
nostra mancanza di immaginazione sociale che ci limitano nello sforzo di creare
un’utopia non gerarchica, ma proprio la nostra ripugnanza ad abbandonare il
piacere – appreso con l’inculcamento culturale e accuratamente difeso – di
costringere gli altri uomini ad accettare la nostra pretesa superiorità. È per
questo che le discussioni interminabili sui mezzi per giungere a un certo fine
rilevano la mancanza di determinazione a raggiungerlo. Un fine specifica sempre
i mezzi che permettono di raggiungerlo senza negarlo, ma nessun accordo sui
fini è possibile tra membri di sistemi sociali diversi se non modificano la
loro etica in modo da ritrovarsi insieme a un metalivello d’identità.
Il cambiamento sociale non può nascere che da un cambiamento
etico, così come la rivoluzione sociale è prima di tutto una rivoluzione
culturale.
[Humberto R. Maturana in "L’unité de l’homme", a
cura di André Béjin (Seuil,
Parigi, 1974, vol. II, pp. 174-176)]
https://eleuthera.it/…/m…/Apropositodisocietagerarchiche.pdf
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