I Cantori della Giurdana ogni concerto un UNICUM


In piazza nella natia Lequile per il concerto dei “Cantori te la Giurdana”. Io la mia infanzia l’ho vissuta “a rretu lu nfiernu”, dai nonni e la Giurdana era un luogo lontano e ostile visto da dove ero io. Ma come ho scritto sul mio diario Facebook io non resisto al fascino dei Cantori.
A Lequile stasera il gruppo era composto dal Leader Enzo Marenaci Monecone, da Antonio Rollo Turi Fica, da Tonio Panzera Ccellenza, da Luigi Conte (ngiuru non pervenuto) e Antonella Dell’Anna Paccioddrha.
Sono saliti di livello, c’è una magia nuova, non c’è più il solo entusiasmo. C’è un’emozione che emoziona. Stasera la narrazione l’ha fatta Antonella. Sobria, sempre attenta all’uso delle parole, che fluivano con semplicità descrivendo atmosfere, contesti, contorni e raccontando una storia.
La storia che ha raccontato Antonella è quella di un gruppo che ha incontrato le parole di Enzo Marenaci che si sono imposte sulla musica nota e nuova. Parole, quelle di Enzo, che hanno una forte caratterizzazione sociale, tutta a favore degli ultimi, di quelli che non hanno voce, di quelli che sono uguali senza saperlo. C’è un anelito in quelle parole, un anelito a favore dell’emancipazione verso l’uguaglianza. Come non essere d’accordo con lui?
Enzo ha parlato poco stasera e quando gli è toccato di dire qualcosa, dopo un accenno, ha chiesto alla musica di prendere il suo posto, perché le sue parole con quella musica sono più asciutte, dense, ficcanti.
La fisarmonica e l’armonica a bocca di Tonio Panzera sono la quarta voce del gruppo. Un fraseggio raffinato e in armonia con il resto, una suggestione tanghera in certi istanti e comunque fortemente etnica.
Antonio Rollo è stato di una potenza senza precedenti. Antonella timidamente l’ha definito la prima donna del gruppo e che l’abbia ammesso lei, che è una prima donna vera, è tutto dire.
Tra i due, Antonella e Antonio, un fraseggio quasi carnale, intenso, che li lascia senza fiato nel tentativo di integrarsi, di unirsi quasi fisicamente. Insomma una coppia artistica davvero affiatata che sta diventando una voce nuova frutto dell’evoluzione delle voci dei due cantanti. Già perché quando cantano insieme Antonella e Antonio le loro voci singole scompaiono e viene fuori una voce nuova, creativa, figlia di quell’incontro, che non so se sia stato casuale o voluto, chiamato Cantori della Giurdana.
Poi il basso di Luigi Conte non perché sia meno importante degli altri ma perché è l’unico dei cinque che non canta. Il basso per questa interpretazione delle tradizioni musicali dei Cantori è una componete essenziale. E lo è senza apparire, quasi che quei suoni provenissero da chissà dove.
Infine le percussioni del duo Antonio – Antonella, scatenatissime e coinvolgenti al punto di richiedere la danza, il ballo degli astanti, che non c’è stato solo per via del contesto. Infatti eravamo tutti seduti e intenti a consumare le ghiotte proposte di Beerbacco di Piazza San Vito da cui era difficile staccarsi.
Non sono più gli stessi i “Cantori della Giurdana”, si stanno evolvendo, stanno mutando, si stanno emancipando, stanno salendo le impervie scale delle tradizioni musicali e stanno mantenendo dritto il timone dell’originalità rendendo ogni concerto un UNICUM che lascia traccia.

Antonio Bruno


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