Senza immagini
Quando non c’era la fotografia le parole servivano a fare
scatti senza immagini. Era la fantasia che la faceva da padrona e ricchi o
poveri, sai, non importava, a tutti era dato di ascoltare le parole che ti
facevano viaggiare in Mondi sconosciuti, che ti facevano conoscere popoli e ti
davan contributi per incuriosirti ancora.
Potevi entrare nelle regge, conoscere tutti i nobili
signori, con le parole potevi andare “fuori”, di testa per la ragazza descritta
dal tuo amico, raccontata in ogni sua fattezza, illustrata fin sotto al suo
vestito raggiungendo l’ebbrezza del tuo desiderio antico.
Era la fantasia il gioco di prestigio, era l’abilità di chi
coglieva con lo sguardo quel bel viso e il corpo e poi a comando, te lo
restituiva con quelle sue parole, fatte di sibili, strusci e voci nuove che ti
davano una mano a vedere nella mente quelle deliziose signore.
I racconti che ognuno ti faceva ti spingevano a cercare
quella donna e uscivi per ottenere dal racconto ogni suggestione, ti sembrava perfino
la Madonna. Cercavi poi quella persona per potere sognare, di nuovo, ancora.
Uscivi di casa anche se stanco, ti tuffavi nella piazza del paese e arrivavi a
frequentare anche le chiese pur di ascoltare un racconto sottobanco.
E se il più abile raccontava in un posto lontano ecco che s’inventò
un gesto cortese, la linea che si torce che, fatto strano, le parole di nuovo
trasmetteva da quel paese. Bastava che un tuo paesano sapesse leggere le intese,
contenute nei segni giunti da lontano, e tu potevi vedere Palazzi, Signori, Re
e Marchesi di quel territorio anche se strano. Incontrò qualcuno la sua amata,
irretito da quelle parole, e ci fu una donna innamorata che disdegnò il voto
dalle suore. Insomma questa comunicazione che tanto appare primitiva, invece è
stata la creatrice che ha mosso il Mondo, che ha messo un tigre nel Motore e
che ha creato preti e suore fino in fondo, quando han saputo di un Certo Cristo
che proferiva quelle parole. C’è stato chi ha acquistato un bel castello, chi
ha conquistato un Regno e, sul più bello,
ci sono anch’io che ancor mi porto dietro quel fardello.
Più vere delle immagini impresse nella carta, sono quelle
che racconto e che penetrano nel cuore, rendendoti vera e propria “zona franca”,
pronta ad accoglier cose nuove. E’ come se entrassi nel mio sogno, è come toccare
qui il mio Mondo, quello che creo da me ogni giorno, dove ho tolto per sempre
le lacrime di torno.
antoniobruno
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