Il Sindaco di San Cesario rinuncia ai 10mila euro dell’assegno di fine mandato
L’avevano detto in campagna elettorale e l’hanno fatto.
Hanno dimezzato quello che spetta a Sindaco e assessori e il Sindaco ha fatto
di più rinunciando all'assegno di fine mandato di 10.000 euro, una specie di
BUONA USCITA che dal 1997 sino alla scorsa consiliatura, per intenderci quella
precedente all’ Ex Sindaco Romano, avevano preso tutti i cittadini che hanno
ricoperto l’incarico di Sindaco di San Cesario di Lecce.
Ora io non entro nel merito dei compensi spettanti agli
amministratori comunali perché è materia INCANDESCENTE! L’opinione pubblica del
paese più bello del Mondo e del Paese Italia è molto sensibile sul tema dei
SOLDI AGLI AMMINISTRATORI, nel senso che si è sviluppata UNA INVIDIA SOCIALE
che difficilmente può dare spazio a una serena discussione su questo argomento.
C’è una chiamata alla SANTITA’ DELLA VITA DEL PUBBLICO
AMMINISTRATORE. Dopo tutti i CATTIVI ESEMPI, LE NOTIZIE DI PRIVILEGI E PREBENDE
RISERVATE AGLI AMMINISTRATORI, oggi chi ha avuto l’ardire di candidarsi e gli
capitasse di ricoprire l’incarico di Sindaco, Assessore o Consigliere Comunale
per poter ottenere il consenso dell’opinione pubblica, deve DIVENTARE SANTO SUBITO
e trascurare lavoro, famiglia e interessi personali per DARE LA SUA VITA PER LA
COMUNITA’. Novelli Gesù di Nazaret che lasciata la Palestina camminano le strade italiane.
Quindi, giunti a questo punto di insofferenza dell’opinione
pubblica, l’unica cosa ragionevole che possono fare gli eletti è rinunciare a qualunque
compenso riservato al Sindaco e agli amministratori Comunali. A loro la pubblica opinione
chiede di fare un ulteriore sforzo e RINUNCIARE A TUTTI I SOLDI.
Questo gesto, secondo la mia opinione, comunque non
risolverebbe il vero problema del FARE IL BENE COMUNE che è quello della
PARTECIPAZIONE ATTIVA DEI CITTADINI ALLA VITA AMMINISTRATIVA.
Quando ero giovane questa possibilità era garantita dalle
tante sezioni di partiti politici presenti a San Cesario di Lecce. C’era la
sezione della Democrazia Cristina in via Manno, c’era la sezione del Partito
Comunista Italiano in Via Russo, c’era la Sezione del Partito Socialista
Italiano sempre in Via Russo, c’era la Sezione del Partito Repubblicano
Italiano anche lei in Via Russo, c’era la Sezione del Movimento Sociale
Italiano che non ricordo dove fosse e quella del partito Socialdemcratico
Italiano in piazza Garibaldi. Io ricordo che a San Cesario c’erano 6 (sei sezioni)
di partiti politici ognuno dei quali aveva un Segretario Politico e un
direttivo. E questi partiti si riunivano e discutevano del paese, avevano i
loro progetti, e formavano una lista di 20 candidati che si presentavano
puntualmente alle elezioni comunali.
Ecco dopo tangentopoli del 1992 i partiti politici si sono
sciolti per lasciare il posto a che cosa? Al vuoto più assoluto, al nulla. Io
se dovessi chiedere a voi se sapete dov'è la sezione di uno dei movimenti che
hanno partecipato alle elezioni, me lo sapreste dire dov'è? Eppure le sedi dei
movimenti ci sono! Ma finite le elezioni finisce anche la loro funzione,
sembrano più che altro dei comitati elettorali.
Per partecipare attivamente alla vita amministrativa le
persone si devono riunire e discutere per formulare delle proposte e anche per
indignarsi e organizzare la protesta. Ma dove possono farlo? Chi si occupa di
questo? Ecco la vera sfida. Trovare il modo di favorire la partecipazione per
uscire dalla malattia dell’ASSEGNO IN BIANCO che gli elettori danno con il voto
ai cittadini che si candidano alle elezioni.
Si tratta di una delega totale sino alle prossime elezioni
che può essere poco efficiente perché può determinare l’allontanamento degli
elettori dalla vita amministrativa e dalle persone che interpretano il ruolo di
amministratori.
E va bene, alcuni mi dicono che sono nostalgico, ma faccio solo presente quello che secondo la mia opinione, potrebbe favorire la
crescita del nostro paesello.
Secondo me, attivare in qualunque modo possibile, la
partecipazione dei cittadini alla vita amministrativa è il compito principale
di chi amministra. E’ il compito principe ed è di gran lunga più importante di
quello di organizzare ottimi servizi e di ottenere meravigliose strutture o
attività culturali.
Questa è la sfida del vero cambiamento che potrebbe passare
dalla RINUNCIA A QUALUNQUE COMPENSO, perché l’attività amministrativa è
faticosa, richiede impegno, per poterla fare si deve trascurare il proprio lavoro,
la propria famiglie e i propri interessi. Un uomo o una donna normale, che
abbia a cuore la sua famiglia, che non è un autolesionista e che è stato Sindaco o
Assessore accettando queste condizioni, dopo 5 anni, ringrazia, saluta e lascia
il posto ad altri!
Io la penso così, il servizio gratuito si può fare per un
certo tempo, per un tot di anni, ma non
si vive di volontariato e quindi in tal modo nessun amministratore
potrebbe diventare PROFESSIONISTA GRATIS.
Ma questo è tema del parlamento, è tema di una legge
elettorale proporzionale per tutti i Comuni. Ma chissà, magari la fanno!
Antonio Bruno
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