Avremo l’inaspettato? Ovvero la seconda serata di “Io non l’ho interrotta”


Ci sono tornato alla distilleria De Giorgi per la seconda serata di “Io non l’ho interrotta”.
Va bene vi dico subito che Francesco Costa ci ha spiegato che Trump, sino ad oggi, non ha fatto nulla di quello che aveva promesso in campagna elettorale. Niente muro, niente dazi ai prodotti cinesi, niente di niente. Non lo ha fatto e non lo farà perché l’inchiesta dell’interferenza della Russia sul voto delle elezioni presidenziali, che lo ha visto prevalere sulla Clinton, lo preoccupa al punto da paralizzarlo.
Costa ha concluso affermando che nei prossimi mesi ed anni si parlerà sempre più di questa inchiesta che, secondo la sua opinione, coinvolgerà Trump perché avrebbe tentato di insabbiarla.
Tornerà l’anno prossimo per gli sviluppi. Bravo Costa!
Allora per capire quello che è successo dopo vi devo scrivere che cosa significano tre coppie di parole.
Carlo Salvemini Sindaco di Lecce a San Cesario alla distilleria De Giorgi il 7 luglio 2017. Foto di Gianfranco Madaro

Le prime coppia di parole è  “post-verità”.
Nella post verità la notizia viene percepita e accettata come vera dal pubblico sulla base di emozioni e sensazioni, senza alcuna analisi effettiva sulla veridicità o meno dei fatti reali.
La seconda coppia è “fake news”.
Le notizie false sono scritte e pubblicate con l'intento di attrarre il lettore .
Infine la terza parola è “fact checking”.
Nel giornalismo la verifica dei fatti.
In pratica la velocità imposta dai social e da internet non consente di verificare le fonti. I giornali oramai non danno più le notizie, fanno commenti delle notizie. Quindi ecco l’affermarsi di notizie che non sono state verificate.
Ne hanno discusso Giuseppe Di Caterino, il Prof. Edoardo Novelli dell’Università degli Studi Roma tre e Wanda Marra moderati da Gabriele De Giorgi.
Ho ascoltato con attenzione le affermazioni di questa discussione e devo dire che ne esce male la categoria dei giornalisti che non riesce ad essere percepita dai lettori come quella che garantisce la selezione delle notizie e la verifica della fonte. Il lettore non ha il giornalista come riferimento ma accetta qualunque notizia scritta da chiunque.
E’ come se essendo ammalati ci si curasse in base al consiglio di un amico senza consultare il medico. Il giornalista sta alle notizie come il medico sta alle malattie.
I giornalisti dovrebbero riflettere su tutto ciò ed uscire dalle redazioni per studiare una comunicazione ai lettori finalizzata a far sapere che solo i giornalisti, quando non sbagliano perché nessuno è perfetto, verificano la fonte e quindi solo le notizie provenienti da un giornalista sono attendibili. Si tratta di fare uscire i lettori “Fuori dalla Bolla”, come dice Di Caterino,  nella quale sono ficcati perché a livello cognitivo ognuno seleziona le notizie che confermano le sue credenze. Gli unici che possono liberare i lettori sono i giornalisti.
Ma nessuno ha detto questo, nessuno ha avuto una parola su questo, anche se giornalisti iscritti nell’albo professionale.
Infine Marco Damilano, Alessandra Sardoni e Dino Amenduni intervistati dall’ottimo Pierpaolo Lala. La scena è stata conquistata dalla chat di Wattsapp degli analisti politici amici di Dino Amenduni che registrano la opportunità per i politici di NON COMUNICARE PIU’.
Parlano di scivolamento verso il proporzionale. Vorrebbero un maggioritario, solo che qui un Macron come in Francia non si intravede. Dino Amenduni l’unica cosa che riesce a prevedere è che potrebbe esserci una forza imprevista ed imprevedibile che vince le elezioni. Ma nemmeno lui sa dire chi sarà.
E allora chi vincerà le elezioni politiche? Si sono esposti i giornalisti su questo tema e, in assenza di un Nuovo, che sia più Nuovo dei Nuovi che ci sono, udite, udite i giornalisti pensano che vincerà Silvio Berlusconi l’unico che potrà essere alleato per una grande coalizione oppure Capo del governo di una destra federabile solo da lui.
Quindi per i politici oggi in lizza è meglio tacere? Lascio perdere tutte le spiegazioni dei professionisti della comunicazione e mi affido al mio istinto. Secondo me è opportuno che i politici oggi in auge se ne stiano quanto più zitti possibile perché i cittadini si sono ormai convinti che NON HANNO NULLA DA DIRE. Parrebbe uno scenario catastrofico se non ci fossero le parole di tre persone che hanno parlato oggi. Il primo è il prof. Edoardo Novelli che ha gridato “Viva Iddio c’è la politica che da i contenuti”; l’altro è Giuseppe Di Caterino che ha detto che come è accaduto a Lecce vince chi riesce a mobilitare quelli che hanno aderito al progetto politico ed infine Dino Amenduni che profetizza l’avvento di quello che nemmeno lui sa. Pochino? Io dico meglio che niente.

Antonio Bruno


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