Sardine a Lecce ovvero non aver paura di perdere il benessere invece è la paura di perdere la libertà che ti deve preoccupare




Quando stavo percorrendo Viale Lo Re pensavo che, quello che mi è successo stasera, mi accadeva negli anni fine ’60 inizio ’70, quando uscivo di casa per andare nella piazza del mio paese, dove si dovevano tenere i comizi nell’ultimo giorno prima del silenzio elettorale.
Quando sono arrivato in uno spazio che ha una lunghezza di 48 metri dalla stradina del Bar Alvino Via Roberto di Biccari sino a Via Fazzi, e della larghezza di 15 metri tra la chiesa di Santa Maria delle Grazie utilizzata come gradinata degli organizzatori e l’Anfiteatro Romano, pari a 720 metri quadrati mi sono chiesto: “Ma quante persone ci saranno?”
In uno studio scientifico riportato qui:
si dimostra che “Quello che si arriva a scoprire è che il numero massimo di persone che può occupare un metro quadrato oscilla tra 5 e 10, dove 10 corrisponde alla comodità di un pellegrinaggio a La Mecca, per intenderci.”
Quindi se ne deduce che a Lecce stasera c’è stato da un minimo di 3.600 persone ad un massimo di 7.200 con una media che si attesta a 5 mila persone che secondo me è un dato abbastanza vicino alla realtà.
Raccogliere 5 mila persone solo con la pubblicità dei Social Network è stato un grossissimo risultato.
Dopo una lunghissima attesa sono iniziati gli interventi di ragazze e ragazzi sconosciuti, per intenderci giovani dai 18 ai 35 anni, che spero rimangano totalmente sconosciuti. Hanno parlato di Salvini e l’emozione che quelle parole suscitavano ERA LA PAURA. Questi ragazzi hanno evocato la paura proprio allo stesso modo che utilizza Salvini.
Salvini suscita in chi lo ascolta la paura di perdere tutto, famiglia, benessere e lavoro per colpa dell’Europa e dei migranti.
I ragazzi di stasera hanno suscitato in chi li ha ascoltati la paura che se Salvini conquisterà il potere si perderanno tutti i diritti civili ed insieme a loro la libertà che abbiamo oggi.
Il momento più toccante di tutta la serata è stato quando tutti e 5mila abbiamo cantato “Bella ciao”, e mentre la cantavamo nella nostra immaginazione pensavamo a Salvini l’invasore e al Principe Azzurro Partigiano che ci salverà.
E’ troppo presto per me per esprimere un’opinione su quello che ho scritto, mi limito a riferire ciò che ho osservato.
Era intenzionale o no lo scenario fatto di camice nere e fascisti evocato stasera a Lecce?
C’è un proposito di costruire la partecipazione dei cittadini alla vita del nostro paese e a quella dell’umanità o è solo una furbata per tentare di contenere con questa DIGA l’onda di Salvini?
Non posso rispondere a queste domande, devo aspettare qualche altro tempo.

ALLE SARDINE CHE SCRIVONO QUELLO CHE POI FANNO LEGGERE NELLE PIAZZE
Quello che avrei desiderato ascoltare ieri sera e che le ragazze e ragazzi, giovani sconosciuti, non hanno detto.
Se mi state leggendo parlate di questo e fatemi la carità di smetterla di evocare la paura del FASCISMO.
Premessa per un progetto comune:
L’inizio del XXI secolo si apre all’insegna di due crisi profonde, apportatrici di angosce nei cinque continenti.
La prima, quella economica, ha provocato il fallimento di banche secolari, l’aumento della disoccupazione, il ristagno del credito e dell’attività produttiva, il tutto acuito dallo spettro di Stati vicini alla bancarotta.
La seconda fonte di trepidazione è l’accavallarsi di rapporti scientifici sull’allarmante riscaldamento del pianeta, eroso dal crescente impoverimento del suolo, dall’estinzione di specie vegetali ed animali e dall’onnipresente inquinamento dell’aria, dell’acqua e degli alimenti.
La convergenza delle due minacce genera la sensazione che l’intera umanità stia viaggiando su di un treno altamente tecnologico, che corre a vertiginosa velocità verso il progresso, ma… senza macchinista
Il coordinamento comportamentale di ieri sera è avvenuto cantando nel coro formato da tutte e 5mila le persone presenti. Il canto è stato "bella ciao" e le emozioni che ha suscitato sono quelle che hanno coordinato i presenti.





Antonio Bruno Ferro

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