Sulla proposta di abbandonare la cultura della competizione
Sulla proposta di abbandonare
la cultura della competizione
Antonio Bruno Giuseppe Vinci cosa ne pensi?
Giuseppe Vinci Si ma la proposta qual
è? Forse quella di abbandonare il neoliberismo e quindi il capitalismo senza
regole? E come lo si abbandona e con cosa lo si sostituisce? Ma soprattutto, se
il genere umano non prende piena coscienza che il modello dei "consumi di
massa" e quindi lo stile di vita che ne consegue, è allo stesso tempo un
epifenomeno che diviene causa creando un circolo vizioso, come una sorta di
tossicodipendenza, non se ne esce. Siamo disposti a stravolgere le nostre
sclerotizzate abitudini quotidiane?!
·
Antonio
Bruno La proposta è abbandonare la cultura della
competizione
Giuseppe Vinci si ma come? ci dovrà
essere un nuovo modello da seguire, e con quale altro modello sociale lo
sostituiamo e come la affrontiamo la transizione?
o Antonio Bruno La cultura che abbiamo
praticato nei primi anni della nostra vita ovvero quella della collaborazione. Quella
cultura che fummo costretti ad abbandonare o subito dopo il rapporto con nostra
madre se abbiamo dovuto competere con i fratelli e le sorelle; oppure se siamo
cresciuti in una famiglia collaborativa, appena venuti a contatto con la scuola
materna o con la scuola
Giuseppe Vinci Al di là del fatto che
non siano stati costretti ma caso mai indotti ad abbandonare una cultura in
favore fi un'altra, e con ciò dimostrando di essere labili sia dal punto di
vista della cultura che quindi non rappresentava un elemento distintivo, o
identitario, o essenziale, o naturale, ecc., ma anche labili dal punto di vista
emotivo e quindi anche labili, non fondati psicologicamente, del resto in
particolar modo nel Salento quello che è accaduto all'olivicoltura sin dagli
anni' 70 ne è la perfetta manifestazione, le tue sacrosante considerazioni per
quanto connotate da una buona dose di genuinità ingenua, sono ancora distanti
dal prospettare un modello nuovo o quanto meno adatto ad affrontare un processo
di transizione. Non fosse altro che il problema di fondo è se siamo disposti ad
abbandonare e stravolgere le nostre comode abitudini. Per esempio, tu saresti
disposto da subito ad abbandonare cellulare, computer e aggeggi tecnologici
vari, fare la spesa al supermercato, autoprodurti, tornate al "dono",
allo scambio, ecc.? Ma di esempio ce ne sarebbero tantissimi altri e che
avrebbero a che fare per esempio con la politica, con la stessa scienza e con
gli atteggiamenti attuali di certa scienza che sta virando pericolosamente in
senso dogmatico, ecc.
o Antonio Bruno La tua domanda è su ciò
che dovrei abbandonare, la mia domanda è su ciò che desidero conservare. Io ti
chiedo cosa desideriamo conservare? E la domanda che ci dobbiamo fare è appunto
questa. Se decidiamo di conservare l'ambiente così come lo conosciamo, tutto
cambierà intorno a questo desiderio. E' solo una questione di desiderio.
Giuseppe Vinci Si ma conservare l'ambiente così come lo abbiamo ora non basta, bisogna
recuperare. E per fare ciò è necessario abbandonare gli attuali stili di vita.
Se non si capisce ciò e non si agisce in tal senso, saremo a un punto fermo,
anzi, il disastro procederà inesorabilmente.
Antonio Bruno Caro Giuseppe Vinci le conseguenze
dell'innalzamento della temperatura sono i cambiamenti climatici e le
conseguenze dei cambiamenti climatici per la Puglia saranno quelli che si
vedono in questa foto, ovvero moltissime terre saranno sommerse. Ogni volta che acquistiamo beni e servizi
provochiamo nuova produzione che richiede energia che la Finanza Internazionale
fa in modo che costi il meno possibile utilizzando quella fossile che provoca
emissioni di CO2 che a loro volta provocano l'aumento della temperatura
dell'atmosfera che ha la conseguenza di provocare cambiamenti climatici che per
la Puglia si manifestano con la sommersione di vari territori.
Antonio Bruno Caro Giuseppe Vinci qui si tratta di
desiderio, qui c'è da decidere cosa desideriamo conservare e lo dobbiamo fare
noi cittadini, lo dobbiamo fare nel corso di conversazioni come questa che
stiamo facendo io e te. Non c'è altra strada che sia nella cultura della
collaborazione. Nella cultura della competizione con le gerarchie e i leader
c'è la possibilità di un TIRANNO che decida di OBBLIGARE USANDO ANCHE LA
VIOLENZA tutti a fare quello che si dovrebbe fare per decisione spontanea dei
cittadini. IL TIRANNO OBBLIGA TUTTI ALLA SOTTOMISSIONE E ALL'UBBIDIENZA e le
pratiche necessarie sarebbero messe in atto con il controllo dell'esercito e
con la repressione violenta di chiunque non obbedisse a tali prescrizioni.
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