Ma quale merito hai?

 

illustrazione che rappresenta l'idea di successo condiviso e comunità 

Ma quale merito hai? 

Avete mai sentito qualcuno dire: “Se ce l’ho fatta, è solo merito mio”? Magari l’avete pensato anche voi, dopo un bel voto a scuola o un successo nello sport. Ed è vero che l’impegno e il lavoro sono importanti. Ma è davvero tutto merito nostro? Fermiamoci un attimo a riflettere.

Immaginate di dover correre una gara. Chi arriva primo spesso è chi si è allenato di più. Ma pensate anche a chi gli ha dato le scarpe da corsa, chi gli ha insegnato a correre, chi lo ha incoraggiato quando era stanco. E se la pista fosse stata in salita per alcuni e in discesa per altri? Insomma, il successo di ognuno di noi è fatto non solo di impegno, ma anche di aiuto, fortuna e delle opportunità che abbiamo avuto.

Spesso ci dimentichiamo quanto dobbiamo agli altri: la nostra famiglia, gli insegnanti, gli amici che ci sostengono. Anche il luogo in cui viviamo – il quartiere, la città, il Paese – ci dà tanto. Se siamo qui oggi, a imparare e crescere, è anche grazie a tutto questo.

Pensate all’Italia, il nostro Paese. Ci ha dato una storia ricca di cultura, scuole dove studiare, ospedali dove curarci. Certo, non è tutto perfetto, ma è comunque una base importante da cui partire. Se dimentichiamo tutto questo, rischiamo di diventare un po’ arroganti, convinti che il nostro successo sia solo nostro. Questa è quella che si chiama “hybris”, un eccessivo orgoglio che ci fa perdere di vista quanto dobbiamo agli altri.

Ma cosa succederebbe se, invece di pensare sempre al nostro successo, ci ricordassimo di quanto è importante la comunità? Forse, impareremmo a vivere in modo diverso: meno in competizione e più pronti a collaborare, ad aiutarci a vicenda.

Immaginate una classe dove ognuno cerca solo di essere il migliore, senza mai condividere le idee o dare una mano agli altri. Sarebbe una classe triste, vero? Ora pensate a una classe dove tutti lavorano insieme, dove chi è bravo in una materia aiuta chi ha più difficoltà. In quale classe vorreste stare? Probabilmente nella seconda, perché insieme si cresce meglio.

Quindi, la prossima volta che pensate al successo, ricordatevi: è bello raggiungere i propri obiettivi, ma ancora più bello è farlo insieme agli altri. E quando guardiamo indietro, non dimentichiamoci di dire grazie a chi ci ha aiutato lungo il cammino. Solo così possiamo costruire una comunità più unita, dove non ci si limita a chiedersi “Cosa posso fare per me?”, ma anche “Cosa possiamo fare insieme?”.

Antonio Bruno

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