Sulle Ali degli Scrufulaturi: Una Mappa Emotiva di San Cesario

 



Sulle Ali degli Scrufulaturi: Una Mappa Emotiva di San Cesario

Oh, gli scrufulaturi! Come eco di un tempo lontano, custodiscono l'ebbrezza del passato, quel fremito sottile che mi invadeva mentre passeggiavo dinanzi a quei luoghi carichi di ricordi. Li rivedo ora, nitidi nella memoria: due scivoli che si ergevano fieri ai lati della scalinata, sentinelle di un'infanzia che non vuole svanire. Erano più di un gioco. Erano il rito.

Lì, dove la Scuola Elementare intitolata a Damiano Chiesa accoglieva generazioni di voci squillanti, mio nonno Pietro, mio padre Pino e, infine, io, ci siamo lasciati trasportare dal tempo. "Lu scrufulaturu," come lo chiamavamo, era più di un semplice scivolo: era un battito di comunità, il respiro di San Cesario che si intrecciava con il nostro.

Eccoli, dunque, gli scrufulaturi, a reclamare un posto d'onore nella mia mappa dell'anima, accanto ad altri nomi familiari: alli Monti, quell'abbraccio dolce di colline, e l'inferno verde, quell'antro segreto che odorava di mistero e avventura. Ogni luogo una storia. Ogni storia un nodo nella rete che lega la mia identità alla terra, ai volti, ai profumi di casa.

Non sono solo punti, gli scrufulaturi. Non si limitano a occupare uno spazio nel paesaggio: vibrano di un'energia che sa di passato e futuro. Hanno il sapore del ferro consumato dal tempo e il calore delle risate che li hanno resi vivi. Sono per me un atlante emozionale, una geografia intima che si sovrappone a quella fisica, dipingendo con colori vivi il profilo della mia comunità.

Ricordarli è come ascoltare un canto antico, una melodia che parla di appartenenza e di trasmissione. Mio nonno e mio padre li hanno toccati prima di me, e io li consegno idealmente a chi verrà, come un filo che attraversa le generazioni. Questa intersezione di mani, di risate, di storie è ciò che rende la mia mappa qualcosa di più di una raccolta di luoghi: è un manifesto della memoria condivisa, una dichiarazione d’amore verso ciò che siamo stati e ciò che possiamo diventare.

E poi c'è la scuola, con il suo ingresso sorvegliato dagli scrufulaturi. Lì si concentrano i sogni e le promesse. Non solo un edificio, ma un simbolo di sapere e di crescita. La Scuola Elementare di Damiano Chiesa è il tempio dove l’infanzia si trasforma in futuro, e gli scrufulaturi ne sono il portale magico.

E come dimenticare gli altri luoghi della mappa? Alli Monti, dolci colline che cullano il paesaggio e l'anima. L'inferno verde, dove la natura s’infittisce e diventa sfida, scoperta, rifugio. Tutti questi luoghi sono tessere di un mosaico che non racconta solo il territorio, ma anche i nostri intrecci con esso. Ogni passo, ogni gioco, ogni silenzio è un tassello che ci lega alla terra e ci definisce.

Così la mia mappa di comunità si svela, unendo passato, presente e futuro. È uno strumento vivo, che invita chiunque la osservi a vedere oltre la geografia, a cogliere i valori, le esperienze e le speranze che la attraversano. E gli scrufulaturi, quei semplici scivoli, diventano allora ali, capaci di portarci lontano, pur radicandoci profondamente nel cuore di San Cesario.

Chiudendo gli occhi, li rivedo ancora. Non più solo oggetti. Non più solo giochi. Ma segni indelebili di un’appartenenza che non conosce confini.

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