Il Sacrificio Silenzioso di una Maestra: La Storia di Clara Bruno De Mitri
Era il 12 agosto 1962, quando il settimanale Epoca pubblicò una lettera straziante e la commovente risposta dei figli della Maestra Clara Bruno De Mitri, una donna che aveva dedicato la sua vita all'istruzione degli altri.
Il racconto inizia nel marzo del 1961, durante una lezione di storia d'Italia nella piccola cittadina di San Cesario di Lecce. La Maestra Clara, con il suo amore per il sapere e la passione per l'insegnamento, stava spiegando l'Unità d'Italia ai suoi scolari di quinta. Era il Centenario, un momento di importanza straordinaria. Ma quella giornata non sarebbe mai stata dimenticata, non per l'evento festivo, ma per la tragedia che si svelò improvvisamente.
Mentre parlava con fervore della storia del nostro Paese, la Maestra De Mitri improvvisamente diventò pallida, cadendo senza proferire una sola parola. I soccorsi arrivarono tempestivamente, ma il cuore di Clara Bruno De Mitri si era fermato, vittima di un collasso cardiaco. La sala delle lezioni, testimone di tante avventure educative, divenne il palcoscenico di una tragedia silenziosa.
I suoi figli, nel tentativo di far fronte a questa perdita irreparabile, inviarono documenti al Ministero per ottenere la "pensione privilegiata ai minori". Ma il silenzio del Ministero era assordante, un'attesa dolorosa che sembrava non avere fine. Anche la proposta inviata dal Direttore della scuola per conferire alla Maestra la medaglia d'oro alla memoria, un riconoscimento postumo per la sua dedizione all'istruzione, sembrava essersi persa nell'oblio.
La loro voce raggiunse il professor Gui, ministro dell'Istruzione pubblica, anch'egli un insegnante che comprendeva la fatica delle lunghe giornate in cattedra. Balzano potrebbe descrivere il ministro Gui, chiudendo gli occhi nel suo ufficio, immergersi mentalmente nell'aula di quinta classe a San Cesario di Lecce. Le parole della Maestra De Mitri sarebbero ancora vive nell'aria, e la fragilità della sua voce parlerebbe di Garibaldi, Vittorio Emanuele, dei martiri, dei prigionieri, e dei perseguitati. I ragazzi, ignari della tragedia che si svolgeva sotto i loro occhi, continuerebbero ad ascoltare con ammirazione.
In questo modo, appresa solo oggi questo fatto accaduto nel nostro paese ddesidero rendere omaggio alla memoria della Maestra Clara Bruno De Mitri, evidenziando la sua dedizione all'istruzione e il sacrificio silenzioso che ha lasciato un vuoto insostituibile nella vita dei suoi figli.
Il 12 agosto 1962 è pubblicata dal settimanale Epoca la lettera e la risposta dei figli della Maestra Clara Bruno De Mitri morta il 18 marzo del 1961.
È morta a scuola
La nostra Mamma, maestra Clara Bruno De Mitri, è morta il 18 marzo del 1961, mentre spiegava l'Unità d'Italia ai suoi scolari di quinta. Era proprio il Centenario. Lei diventò bian- ca, poi cadde senza dire una parola. Arrivò subito il medi- co, accorsero gli altri maestri e tanta gente, ma la Mamma ormai era morta per collasso cardiaco. Ora sono passati se- dici mesi dalla nostra disgra- zia e abbiamo subito mandato i documenti per la «pensione privilegiata ai minori», ma fi- nora il Ministero non ci ha detto nulla. Noi e il papà a- spettiamo sempre. Il Direttore della scuola ha mandato a Ro- ma anche una proposta per dare alla Mamma la medaglia d'oro alla memoria, come be- nemerita dell'Istruzione, ma anche di questa medaglia non sappiamo nulla.
I FIGLI DELLA MAESTRA CLARA BRUNO DE MITRI San Cesario di Lecce
Farò giungere la vostra let- tera al professor Gui, ministro dell'Istruzione pubblica. È an- che lui un insegnante e cono- sce la fatica delle lunghe gior- nate in cattedra, quando ci si vorrebbe concedere il ristoro di un po' di silenzio, ma i ra- gazzi, i giovani, si attendono invece che l'insegnante parli ancora, perché vogliono impa- rare dalla sua voce viva e non dai libri, e chiedono, chiedono continuamente... Potrà capire, il professor Gui: gli basterà chiudere gli occhi nel suo uffi- cio di ministro, e si ritroverà nell'aula di quinta classe a San Cesario di Lecce. Vedrà i banchi, le carte geografiche, il mazzetto di fiori sulla catte- dra, e il volto della vostra Mamma che si fa sempre più bianco, mentre la sua voce, sempre più fragile, parla an- cora di Garibaldi e di Vittorio Emanuele, dei martiri, dei pri- gionieri e dei perseguitati, e i suoi scolari, conquistati dalla vicenda prodigiosa, non si ac- corgono che la Maestra muo- re... Vedrà tutto questo, il mi- nistro Gui, e la vostra lunga attesa finirà.
Commenti
Posta un commento