Io sono seduto su quelle parole.
Stamattina
sono andato da Vito Pellegrino e ho incontrato Andrea Grande, abbiamo parlato
di Sport, anzi hanno parlato loro considerato che io non ci capisco nulla e tra
le altre cose mi ha detto che sta seguendo le Olimpiadi. Letteralmente ha detto
“guardo la Tv anche se per la verità non conosco le regole di tutti i giochi,
ma li guardo lo stesso”.
Mi è venuto
in mente che facevo la stessa cosa io nel 1964. Avevo compiuto da poco 7 anni che poi ho compiuto regolarmente da 51 anni a questa parte......si, avevo iniziato a frequentare da 9 giorni la seconda elementare
quando si tennero le Olimpiadi di Tokyo. I giapponesi non li avevo mai notati
prima d’allora e soprattutto era davvero interessante avere tantissime
trasmissioni televisive. All’epoca la Tv era attiva solo dalle 17 e 30 alle 23
circa e poi la fine delle trasmissioni. In quel mese di ottobre le immagini
arrivavano dagli Stati Uniti d’America via satellite ed era possibile seguire una
sintesi in bianco e nero delle prove olimpiche di circa un'ora di gare nella
stessa giornata tra le 22.30 e le 23.30 circa sul Programma Nazionale. Ricordo
che fu proprio in quella edizione delle Olimpiadi che venne introdotto in Tv
anche il rallentatore mai visto prima d’allora.
Ricordo la
cerimonia d'apertura delle XVIII Olimpiadi dell'Era moderna che si tenne il 10
ottobre 1964.
La cerimonia
fu trasmessa, in mondovisione, e la ricordo come una cosa a dir poco
stupefacente.
Quando fu
acceso il braciere olimpico diecimila tamburi iniziarono a rullare, più di
diecimila palloncini vennero liberati nell'aria, e ben cinque jet con le loro
scie di fumo disegnarono nel cielo gli anelli olimpici, mentre in tutto lo
stadio si diffuse un intenso odore di crisantemo, il fiore nazionale del
Giappone.
Un bambino
di 7 anni che guarda la Tv. Non si ha idea di quello che passa nella testa di
un bambino che assorbe tutto quello che gli viene proposto dal palinsesto, le
parole, quelle parole si sono impresse dentro come un tatuaggio indelebile si
imprime nella carne.
Io sono
imbevuto di quelli che una volta si chiamavano sceneggiati televisivi. Raccontavano
storie che, il più delle volte, erano tratte da romanzi molto famosi, non
necessariamente italiani. E le parole di quegli sceneggiati erano la indicazione
dei VALORI contenuti in quei romanzi, nelle teste di chi aveva scritto quei
romanzi.
Così nelle
telecronache sportive, come quelle delle Olimpiadi, c’erano le parole che
indicavano i VALORI degli uomini che le pronunciavano.
Tutte quelle
parole scritte nei libri della memoria formano una torre alta centinaia di
chilometri, che arriva su, su, su, fino a giungere da qualche parte OLTRE L’ARCOBALENO.
Io sono
seduto su quelle parole.
Antonio
Bruno
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