La danza delle medie nel paese più bello del Mondo

Ma da quando ci sono le scuole medie a San Cesario di Lecce?
La scuola media di San Cesario di Lecce me l’ha fatta venire in mente Salvator Cosentino, a cena, l’altra sera. Già, ha chiesto quando l’Alessandro Manzoni si fosse trasferita nel plesso di Via Cerundolo ed è li che ho capito che lui non sapeva di quando era in Via Lecce, anche se di Cerundolo li c’era il Palazzo, subito dopo le case popolari.
Io ricordo una mattina che papà di ritorno dalla Piazza disse alla mamma che io non sarei dovuto andare a Lecce per le scuole medie perché le stavano istituendo a San Cesario.
Io facevo le scuole elementari, ma adesso sono certo che sino a un certo punto le scuole medie nel paese più bello del Mondo semplicemente non c’erano. Solo che non so a che punto sono sorte e perché. Prima che ci fossero a San Cesario per chi avesse voluto proseguire gli studi dopo le elementari, la direzione della Città capoluogo sarebbe stata inevitabile.
Per me non lo fu e ricordo che con una vocina identica a quella che avevo alle elementari, ma con tutta l’ansia dell’inizio di qualcosa di nuovo, cominciai la scuola.
Abituato ad avere la scuola proprio accanto a casa e ad arrivare all’ultimo momento, questa avventura prevedeva invece che io mi alzassi per tempo per attraversare tutto il paese più bello del Mondo. Dev’essere nata in quell’anno questa ammirazione per i nostri luoghi. Passavo da via Saponaro per raggiungere Via Verdi e attraversarla sino alle suore per immettermi in Via Dante osservando nell’ordine la Banca, il Cinema Iride, Torelli e Cerundolo. Poi alla volta di Piazza XX settembre e da li attraverso via Manno “allu largu te lu palazzu” per poi imboccare Via Lecce o Vittorio Emanuele III che dir si voglia, per raggiungere la scuola.
Verso la fine della prima media una fortissima febbre a Maggio mi impedì di andare a scuola. Rischiai di essere rimandato in Educazione Artistica e a mio padre la professoressa Gennari strappò l’impegno che avrei dovuto disegnare tutto l’estate.
Dopo quella febbre mi alzai e i miei genitori mi dissero che avevo cambiato voce e che ero anche cresciuto. Fu così che l’adolescenza entrò con prepotenza nella mia esistenza senza lasciarmi scampo.
L’anno dopo la scuola fu trasferita in Via Dante nel Palazzo Pistilli così come ricordava Salvatore Cosentino. Arrivò il preside Romano e tutto era sempre perfetto, grazie alla direzione di Olindo Zuccaro, inflessibile nel pretendere che ci disponessimo nell’atrio in fila, prima di raggiungere la classe a cui si accedeva da una scala catalana interna.
Della scuola media ricordo la bravissima professoressa Tonia De Giorgi che mi ha iniziato ai misteri della Matematica e delle Scienze insieme alla Professoressa Campanelli di Francese e al bravissimo Capuzzello insegnante di applicazioni tecniche.
Di fronte alla scuola aprì Popillo che la mattina riempiva la strada di un profumo di pasticceria da sballo!
Io ricordo quegli anni dal 1968 al 1970 trascorsi a San Cesario, lontano dalle manifestazioni studentesche di cui mi arrivavano gli echi dai ragazzi più grandi. Poi c’era la Tv che riferiva degli studenti e degli operai che avevano individuato un percorso, una traiettoria che li vedeva insieme. Invidiavo molto quei ragazzi che la mattina andavano a Lecce.
Arrivarono gli esami che facemmo in palestra e finì anche quell’avventura.
L’anno dopo sarei finalmente andato a Lecce, avrei potuto partecipare anch’io, finalmente, al cambiamento, alla fantasia al potere, alle manifestazioni.
Quanti sogni, quante speranze e quanto entusiasmo in quegli anni!
Avrei capito poi, con il tempo, che tutto cambia in continuazione, senza soluzione di continuità perché tutto scorre, sempre! E che a scoprirlo era stato niente po po di meno che un Greco del Mondo Antico.
Quindi di nuovo c’è solo che tutto è diverso anche se il modo, il processo che lo rende diverso, è sempre lo stesso. Ma anche questa è un’altra storia.

Antonio Bruno





Commenti

Post popolari in questo blog

SANITA' E ISTRUZIONE PUBBLICA

La democrazia a San Cesario è possibile

LA PESCA CHE MAMMA REGALA A PAPA’: IL MIO PUNTO DI VISTA DI BAMBINO