Accoppiamento strutturale.
E’ una caratteristica discendente dall’apertura del sistema
al contesto e dalla conseguente (a sua volta) necessità della co-evoluzione dei
due. Va precisato, a costo di complicare ulteriormente le cose, che all’interno
di un sistema si possono reperire sottosistemi che a loro volta possono
interagire tra di loro così come accade tra sistema e ambiente (laddove tra
l’altro “ambiente” è a sua volta, va detto, una semplificazione impropria,
perché in realtà si dovrebbe individuare il sistema in accoppiamento
strutturale). Si pensi all’interazione tra sistema immunitario e digerente, per
esempio, oppure tra forza commerciale e linea produttiva: i due sistemi, pur
avendo una propria precisa identità, co-evolvono e si influenzano in
continuazione tra loro, raggiungendo differenti strutturazioni e fasi di
relativo equilibrio. Ma per farci capire meglio facciamo parlare chi la nozione
l’ha coniata: Humberto Maturana, che nel mettere in scena il quotidiano dramma
della sopravvivenza recitato dal verme e dalla salamandra a un certo punto si
chiede: ma come accade che:
«un verme si trovi
effettivamente nel luogo preciso verso cui punta la lingua della salamandra? La
spiegazione sta nel fatto che la salamandra e il verme sono parte di una storia
comune, di un processo evolutivo che ha condotto a una raffinata relazione di
equilibrio, coordinamento e adattamento reciproco, cioè di accoppiamento
strutturale tra organismo e ambiente».[H. R. Maturana, B. Pörksen, Del ser al
hacer. Los orígenes de la biología del conocer,
Juan Carlos Sáez Editor, Buenos Aires, 2008, p. 69]
In pratica, continua Maturana, i due organismi, per quanto autonomi e
auto-organizzati, «interagiscono tra di loro con interazioni ricorrenti e
ricorsive che formano un accoppiamento strutturale. Con questo concetto designo
una storia di mutamenti strutturali reciproci che fa sorgere un dominio
condiviso»[Ibid.].
Ovvero, dice ancora l’autore, «si da un accoppiamento
strutturale quando le strutture dei due sistemi -strutturalmente plastici- si
modificano in seguito a interazioni ricorrenti, senza che per questo si
distrugga l'identità dei sistemi interagenti».[Ivi, p. 101]
Da questo concetto derivano due importanti conseguenze. In
primo luogo, come già detto sopra (vedi Identità mutevole), i confini del
sistema sono sempre co-determinati da un altro sistema. In secondo luogo, dato
che l’accoppiamento strutturale vale anche per l’interazione tra (sistema)
osservatore e (sistema) osservato, collassa la tradizionale opposizione tra
mondo e soggetto conoscente e, come peraltro già detto poco sopra (vedi
Insufficienza della descrizione univoca), non esiste più la possibilità di una
conoscenza assoluta, perché, sempre secondo Maturana, la conoscenza «non è la rappresentazione di
una realtà data a priori, non è un procedimento di calcolo basato sulle
condizioni del mondo esterno».[ Ivi, p. 80.] In sintesi, la conoscenza è una
emergenza in accoppiamento strutturale tra conoscente e conosciuto.
Conseguenze pratiche.
Relativizzare il proprio sistema di conoscenza e i suoi
risultati come funzione di ciò che con esso conosciamo e viceversa. Frequentare
sistemi di conoscenza che siano orientati alla considerazione
dell’accoppiamento strutturale, come per esempio (ma sono solo esempi) la
medicina olistica, le mitologie, la terapia sistemica, l’osservazione
partecipante in etnografia. Considerare se stessi e il soggetto osservatore o
attore come una variabile co-dipendente dal sistema in cui agisce.
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