Sbaglia, cambia idea e vattene perché nessuno si sentirà offeso
Se non hai il diritto di commettere errori e cambiare idea, non
c'è modo di correggere gli errori che hai fatto.
Il biologo Humberto Maturana racconta che una delle pareti
del suo laboratorio espone la Dichiarazione dei diritti umani delle Nazioni
Unite, il cui spirito punta a una convivenza pacifica tra gli esseri umani, nel
quadro del rispetto reciproco tra pari. Tutto ciò nonostante il fatto che, in
questo mondo ingiusto e violento, e in alcuni casi sotto l'egida delle stesse
Nazioni Unite, alcuni sembrano più uguali di altri.
Affinché questi diritti siano presenti ed essere una realtà,
è necessario "amarli" e "rispettarli"; altrimenti, sono e
resteranno una semplice espressione del desiderio.
Fu lo stesso Maturana a consigliare di aggiungere, secondo
la sua scala di valori, due diritti ai 30 già consegnati: il diritto "di potere
commettere errori" e il diritto di "cambiare idea". I suoi
discepoli ne hanno aggiunto un terzo alla lista: il "diritto di andarsene
da una riunione, da un convivio insomma di partire senza che nessuno si
offenda".
Il suggerimento di incorporare questi nuovi diritti merita
una riflessione.
Di fronte ai progressi nelle comunicazioni e alla crescita
geometrica dei social network, dove per la maggioranza è impossibile resistere a
ciò che si fece tutti atti custoditi negli archivi del passato, i diritti di
sbagliare e cambiare idea acquisiscono rilevanza significativa per il futuro dell'umanità
e, in particolare, del nostro paese, dove regna l'onnipotenza della certezza,
che ci ha causato così tanti danni.
Credere che uno non commetta mai errori può avere solo due
eziologie. La prima è la stupidità umana, molto comune da queste parti, dove staziona
da sempre uno sciame fanatico e ossequioso. La seconda è l'autoritarismo, che assume
come segno di debolezza il riconoscere gli errori e che denota anche un alto
grado di stupidità e fanatismo.
Se non hai il diritto di commettere errori e cambiare idea,
non c'è modo di correggere gli errori, semplicemente perché non li ammetti come
tali.
Come potete vedere, entrambe le ragioni convergono nel
problema principale che deve affrontare una parte della nostra leadership
politica: la stupidità, che non dovrebbe essere confusa con l'ignoranza.
Quest'ultima è giustificabile, perché ha la sua origine nella mancanza di
informazioni e conoscenze. D'altra parte, la stupidità - che etimologicamente deriva
dal latino stupidĭtas -atis, der. di stupĭdus ‘stupido’ significa stato di
torpore, di sbalordimento. - implica l'uso ripetuto di misure e criteri errati
che sono già stati dimostrati, il che rende possibile aumentare le possibilità
di commettere errori con crescente successo.
Il secondo che è il diritto di "cambiare idea nella propria
mente" - è più delicato, può essere usato in un modo abusivo, e quindi essere
influenzato dallo spirito di incorporare tutto e far cambiare idea da parte della
politica, tutto questo invece di far cambiare idea attraverso la riflessione e
la crescita personale.
Nonostante questo rischio, vale la pena provare. Viviamo in
un mondo antico che ci impone di pensare sempre la stessa cosa, ma è lecito
ritenere che una persona non abbia tale obbligo. Il poeta disse:
"Contraddirsi (Smentire il proprio
precedente comportamento o le proprie affermazioni) è riservato solo alle menti
illuminate".
È ragionevole che in passato abbiamo espresso idee che ci confortano
ancora oggi, ed è altrettanto ragionevole l’aver espresso in passato idee che nel
presente ci mettono in imbarazzo. Ci sono parole che non avremmo mai voluto
dire. Ma assumere che ci sbagliavano o che erano parole indicate in un diverso
contesto storico e culturale è ciò che ci permette di cambiare opinione quando
dietro di essa c'è una convinzione.
Al contrario, se ci viene imposto come mandato quello di
mantener sempre la stessa opinione, come potremmo fare ad esprimere una nuova
idea? Come potremmo accettare l'errore?
Il terzo diritto - "partire, andare via da una
riunione, da una lezione, da una serata in compagnia, senza che nessuno si senta
offeso" - presuppone che la convivenza in certi gruppi, compresi quelli
familiari, non dovrebbe essere una prigione e che, nel rispetto delle regole e
delle buone maniere, dovremmo vivere circondati secondo i nostri desideri più
intimi e piacevoli.
Non esiste una condanna sociale più forte di quella di
partecipare a un ambiente in cui si è a disagio, si è maltrattati o costretti a
pensare in un certo modo.
Anche se sembra non avere nulla a che fare con i diritti
suggeriti da Maturana, esiste una relazione diretta con la dignità personale e
l'onestà intellettuale, che permette di evitare le strutture mentali basate
sull'inganno.
Noi italiani abbiamo sbagliato strada per molto tempo, con
ricorrenti crisi causate dalla ripetizione degli stessi errori, ed è difficile
per noi riconoscere e assumere che è necessario cambiare per ottenere risultati
diversi.
Esaminare l'errore, cambiare idea su come affrontare un problema
complesso, è iniziare il percorso della soluzione. Non è una garanzia di
successo, ma ti permette di affrontare le difficoltà con un altro spirito e con
più speranza. È un obbligo per tutte quelle persone di buona volontà che
vogliono un paese diverso per le generazioni future.
Adattamento alla
situazione italiana dell’articolo di DANIEL GATTÁS Insegnante dell'UNC e
dell'UCC CHE RIGUARDA LA SITUAZONE ARGENTINA
Il testo originale di questo articolo è stato pubblicato il
31/08/2016 nella nostra edizione cartacea.
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