Testo della mia presentazione del Libro "Una bella Partita" di Gianni Letizia


Testo della mia presentazione del Libro "Una bella Partita" di Gianni Letizia
di Antonio Bruno

Gianni Letizia è sempre li che osserva, che guarda alla realtà per trarne indicazioni Gianni Letizia soprattutto è curioso. Gianni Letizia è uno che vuole capire ma che ha anche da dire, da raccontare e soprattutto vuole spiegare, idicare e ringraziare.Gianni spiega a suo figlio le sue assenze per occuparsi dei figli degli altri. Spiega ai tanti papà che il modo di occuparsi dei figli risiede nell'affidarsi allo sguardo di un altro educatore, un Mister come lui, quasi un MAGISTER, uno che insegna la vita. Gianni Letizia spiega come svolge la sua missione di creazione dell'armonia in una squadra di calcio. Gianni crea l'armonia di un gruppo di persone umane di sesso maschile che si confrontano con un altro gruppo di persone umane per giungere a un epilogo sempre e comuque, un finale in cui c'è chi ha prevalso. Si schernisce e si scusa per l'abitudine tutta nostra meridionale di dire, quando subiamo una sconfitta o un fallimento, che “non è stata colpa mia” che, si è vero! abbiamo perso! ma è perchè ci mancano le risorse finanziarie, è perchè l'allenatore ha il naso lungo come pinocchio oppure perchè mentre l'attaccante avversario faceva gol uno stormo d'anatre ha fatto la cacca sul portiere. Gianni Letizia si scusa per la mancanza della capacità che abbiamo noi meridionali di trarre le conseguenze. Noi meridionali non siamo come quegli antichi romani che facevano un bellissimo e giapponesissinmo karakiri in caso di sconfitta quando da noi nemmeno i clamorosi e reiterati fallimenti delle feste patronali fanno testo per i rappresentanti che dicono che è il popolo che non capisce e con la faccia di bronzo restano e non se ne vanno mai!Gianni Letizia descrive una San Cesario di Lecce fatta di calciatori della Parrocchia che smettono di titrare calci al pallone dopo decine di ore solo qaundo le mamme li chiamano dalla finestra.Una San Cesario di Lecce che non esiste più. Non ci sono ragazzini di 10 – 14 anni in giro, non ci sono campetti nelle Parrocchie, non ci sono squadre di calcio delle varie Vie (ai miei tempi la più forte era quella di Via Matteotti).Poi spiega l'Annino Micella, uomo inspiegabile per chiunque, il vero Sindaco di questo paesino. L'Anninu Consigliere attento e osservatore puntuale della realtà di San Cesario di Lecce. Uno che ama questo territorio e che da il suo contributo anche gridando dalla tromba dell'altoparlante della scassata cinquecento.Gianni Letizia spiega un altro personaggio inspegabile e d'altri tempi, uno che a Tricase faceva grandi successi e rapprentava davvero il Messia della via salentina della musica melodica.Un uomo che profonde energie e non finire in milioni di iniziative, lo ricordiamo tutti nelle feste dell'Unità, nei Nastro d'Oro, nelle mille feste patronali e nel calcio dove con una frase da l'indicazione preziosa per qualunque attività umana ovvero che al calcio (ma in ogni attività) si calcia con i piedi ma si gioca con la testa. La testa quella preziosa scatola che ci consente di osservare e interpretare e che, soprattutto, ci mette nelle condizioni d'amare come ama Nunzio Mariano i suoi ragazzi e tra questi Gianni Letizia, e i mille e più Gianni Letizia che hanno imparato a usare la testa anche grazie al contriubuto di questo uomo d'altri tempi.Le mille sigarette di Mario Liaci e l'emozione che gli provocava la vicinanza dei suoi ragazzi, della Polisposrtiva di cui era presidente. Io li ricordo la domenica pomeriggio in Piazza garibaldi quando attendevano l'arrivo della automobile per recarsi o al Vincenzo Zanchi o nei mille campi sperduti del salento.La tristezza di fri – fri, la delicatezza di questo suo tifoso che lo seguiva ovunque per ammirare le mirabolanti acrobazie e il tocco fine e delicato con cui trattava la palla e il correre leggiadro sui campi di calcio come quello di un fauno che corre dietro alle vergini per possederle per violarle e con il suo tocco, con la sua capacità di sfonfare al fine la rete, facevq divenire la partita come un sacro amplesso di persona triste e mesta che trova nel calcio la risposta ai suoi tanti perchè ma che non ne fa un idolo trovando alla fine la sua realizzazione sposando una donna vera e facendo una famiglia altrettanto vera.Bisogna leggerlo il libro di Gianni Letizia, capire perchè questo eterno ragazzo ha voluto scriverlo. Gianni Letizia quello che sfoglia l'album delle fotografie e che si dice che ormai è passato tanto tempo ma che gli sembra ieri, Gianni Letizia quello che racconta di quando l'hanno preso alla Polispostiva e con la bicicletta multicolore è corso a dirglielo a mamma e papà che gli mancano, che vorrebbe tanto fossero qui, ora. Gianni Letizia che rimpiange un mondo d'altri tempi fatto di squadre di uomini che credevano in qualcosa e che lealmente, per questo qualcosa, erano disposte a battersi. Gianni Letizia che rimpiange quei tempi che non ci sono più. Dovete leggerlo il librio di Gianni perchè leggendolo scoprirete che Gianni Letizia ha racciontato una storia che riguarda anche noi, che riguarda te e me che dobbiamo credere a questo nostro paese ora come allora e dobbiamo trasmettere l'amore per la nostra terra ai tanti ragazzi di oggi affinche l'uomo inspiegabile “Annino Micella”; l'uomo inspiegabile“Nunzio Mariano”; l'uomo inspiegabile“Mario Liaci” e tanti altri trovino la spiegazione della loro passione e del loro impegno e vedano in , che tentiamo di imitarli senza peraltro riuscirci, la prosecuzione del loro impegno.Gianni Letizia è l'uomo inspiegabile!

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