Cinema mon amour


Mio padre era monello, almeno così diceva mio nonno quando mi raccontava che, nonostante i suoi divieti, mio padre attaccandosi dietro alle carrozze che andavano da San Cesario a Lecce spendeva i suoi risparmi per acquistare il biglietto d’ingresso al Teatro San Carlino Cinematografo che era proprio prima dell’ingresso del Castello in Via XX Luglio.
Mio padre andava al cinema con Oronzino Perrone, noto a chi ha la mia età come “ lu Ronzinu te la posta”, perché era il vero direttore delle Poste di San Cesario. Me lo ricordo perfettamente nella sede delle poste di San Cesario prima in quella che è oggi la sala consiliare del Comune e poi nei locali che furono prima dello scontissimo e che sono adesso del Bar.

Il Cinema è stato la forte suggestione della giovinezza di mio padre tanto che tutta la mia infanzia l’ho trascorsa con lui che mi portava nelle sale cinematografiche. Mio padre amava andarci nelle sere dopo il lavoro e ci portava anche me. Ricordo che nei primi anni pagava un intero e un ridotto militari e ragazzi e poi ci fu un tempo in cui pagava due interi, anche se non durò molto. Quando arrivò quel tempo io al cinema non ci volevo andare più con lui, mi sentivo grande, volevo emanciparmi e andarci con i miei amici. Solo che ai miei amici non appassionava il cinema così come appassionava me.
Ci andavo ogni volta che potevo. Ci fu un tempo che ebbi le tessere per entrare gratis a tre sale di Lecce e io ci andavo sempre, qualunque film facessero. Chi mi accompagnava era stremata, non ce al faceva più a guardare film.
Sono andato a spasso per tutta la provincia perché un certo periodo i film di prima visione arrivavano subito nelle sale di Castrì, Calimera e anche Gigante di San Cesario. Si trattava di aspettare solo per un po’ di settimane e poi si sarebbe potuto gustare il film.
Nella sala accadeva che tutto scompariva. Io entravo nella storia subito. Era raro che con mio padre entrassimo all’inizio dello spettacolo, entravamo all’orario che lui decideva dovesse essere quello dell’ingresso e guardavamo il film per poi riprenderlo dall’inizio. Le prime volte protestavo e mio padre opponeva alle mie proteste le sue rassicurazioni, mi diceva che non cambiava nulla, che la storia si sarebbe riscostruita da se nella mia testa e che non c’era differenza tra vederlo dall’inizio o dal cominciare la visione dal secondo tempo.
Aveva ragione anche se io avrei voluto restare una volta giunti al punto in cui avevamo iniziato la visione del film. Glielo chiedevo sempre di rimanere, ma lui diceva che l’avevamo già visto, che non ne vedeva la necessità. Io invece volevo continuare a stare in quella dimensione, in quella storia fatta di avventure e di ambienti esotici, di belle signore e splendide case ed alberghi.
Era bellissimo entrare in quelle sale, significava vivere una vita che sembrava eterna, essere un pirata o un famoso pistolero. Oppure ridere a crepapelle con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia.
Nemmeno la Tv riusciva a tenere testa al Cinema, mio padre le preferiva sempre l’ingresso in una sala. Ricordo che mia madre gli rimproverava il fatto che per convincerla all’acquisto della Tv, mio padre aveva detto che con la Tv in casa sarebbe andato di meno al Cinema con un risparmio per la famiglia. Non è stato mai vero, mio padre ha sempre  continuato ad andare al Cinema.
Gli ultimi anni non ci andò più, anche se glielo chiedevo io. Lui non dimostrava più interesse per il Cinema, gli era indifferente. Guardava solo la Tv.
Anch’io mi ero allontanato dalle sale cinematografiche, ultimamente mi sono riavvicinato e non ci posso pensare che adesso nelle sale non ci sia più la pellicola. Non ci posso pensare proprio che non ci sia il rumore del proiettore che dava inizio allo spettacolo dopo che le luci in sala venivano spente.
Mi giro dietro e spero di vedere quelle due finestrelle e poi mi guardo accanto e non vedo mio padre, non c’è più chi mi portava al Cinema, non c’è più chi mi regalò quella magia. C’è dentro di me, come mi ha detto la mamma di Gianni Antonucci che si fermò in piazza per dirmi che assomigliavo a mio padre, solo che io sono un po’ più basso di lui. Mio padre non c’è più, non è più la fuori, . Adesso è dentro di me e guarda i film nei cinema a cui lo porto io.


Antonio Bruno

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