IN SILENZIO sempre più amici

Ezechiele Leandro e Rocco Coronese all'inaugurazione di una personale di Leandro a Parabita, in Salento, negli anni Settanta. Ph. Archivio Coronese.

Aveva sempre le mani sporche di colore...sul retro della giacca macchie di impasto di cemento o di creta..lo svoltino ai pantaloni larghi e spesso legati da una molletta di quelle che si attaccano le robe da asciugare... Teneva di fianco la sua bicicletta e percorreva le vie di San Cesario carico sul retro di un enorme portapacchi... tante tante cianfrusaglie raccolte un po' di qua un po' di là. A vederlo passare ..io mi nascondevo dietro l'albero del villino di mio zio..ma lui che già aveva notato le mie movenze (a volte impaurite come se avessi visto ..un cattivo )..faceva un sorriso timido e rispettoso..poi mi guardava teneramente e riabbassava gli occhi come per dire: non preoccuparti ..non sono il lupo mannaro..! Dopo il suo passaggio me ne scappavo dentro casa gridandogli...: mi è caduto il pallone nel tuo giardino..me lo ridai perfavoreee ! Solo qualche minuto appena e il pallone rimbalzava per la strada lanciato dal di dentro del suo Santuario...chiamato DELLA PAZIENZA..forse per quanta ne ha avuta ..lui con me. La storia si ripeteva ogni giorno..e ogni giorno che succedeva..senza parlarci ..diventavano IN SILENZIO sempre più amici.(correva l'anno 1967)..

Gianni Letizia

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