IL GRILLO PARLANTE FU AMMAZZATO DA PINOCCHIO

IL GRILLO PARLANTE FU AMMAZZATO DA PINOCCHIO

GIANFRANCO PELLEGRINO ricercatore a tempo determinato alla Luiss (*) e professore nei corsi di Filosofia politica, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI di oggi 16 settembre 2023 in cui descrive i comportamenti che dovrebbero adottare le persone come me, che hanno i valori della LIBERTA’, UGUAGLIANZA E FRATERNITA’. Specificamente il prof. Pellegrino scrive:

A livello di tattica: contro maggioranze estremiste servono minoranze agguerrite ed egualmente estremiste, che possono diventare maggioranze anche se non è affatto detto che ci riescano. Fuor di metafora contro un governo che calpesta diritti civili e diritti sociali di minoranze l'unica via è difendere quei diritti e quelle minoranze e farlo rumorosamente e, se serve, con un certo vigore.

A livello Ideale: la politica è certamente governo e gestione ma è anche (e talvolta soprattutto) argine morale e testimoniale contro l'abuso e l’arbitrio. Se le maggioranze sono oppressive, e sono animate dalla volontà di annientare i diritti delle minoranze, forse la vocazione maggioritaria bisogna abbandonarla proprio, per non essere complici.

Sono d’accordo con il Prof. Pellegrino perché le sue osservazioni sulle MAGGIORANZE sono anche le mie. Mi spiego meglio. Da quando ho memoria, ovvero da quando frequentavo la prima elementare e in Italia c’era il Governo Moro rimasto in carica dal 5 dicembre 1963 al 23 luglio 1964 ho osservato gli stessi identici comportamenti descritti dal Prof. Pellegrino. Specificamente ho potuto osservare personalmente il susseguirsi, senza soluzione di continuità, di maggioranze oppressive animate dalla volontà di annientare i diritti delle minoranze.

Confesso che negli anni 80 sono stato suggestionato dalla cultura di ognuna delle maggioranze che ho osservato, che è quella della preparazione alla partecipazione alla guerra delle elezioni per la conquista del potere, nella quale i vincitori escludono gli sconfitti e sottomettono il resto dei cittadini dominandoli. Ho partecipato negli anni 80 alle elezioni del mio Comune per conquistare il POTERE e ho potuto vivere la lotta per bande, senza esclusioni di colpi, per conquistare a ogni costo, costi quel che costi, IL POTERE.

In questa cultura della competizione, non c’è spazio per l’azione di minoranze che prendono la via suggerita dal Prof. Pellegrino. Voglio dire che in questa cultura chi brama il potere, non può difendere i diritti e le minoranze anche rumorosamente e, se serve, con un certo vigore. Chi pratica la cultura della competizione considera velleitari i comportamenti suggeriti dal Prof. Pellegrino e tuttalpiù li sopporta, o mal sopporta per dire meglio, relegando al ruolo del “grillo parlante” di colloidiana memoria, l’azione dei suoi esponenti. Ma tutti ricordiamo che Pinocchio si spazientisce dei continui rimproveri che gli vengono fatti dal Grillo Parlante e lo uccide con una martellata.

Invece il suggerimento del Prof. Pellegrino è assolutamente l’unico comportamento che può avere chi, come me, ha i valori della libertà, uguaglianza e fraternità, che si può desiderare di mettere in pratica solo se si desidera di abbandonare la nostra cultura patriarcale della competizione, così come ho fatto io in perfetta solitudine senza l’aiuto di preti, guru o ideologie.

In effetti qualunque organizzazione che prescrivesse l’abbandono della nostra cultura patriarcale, per questo comportamento stesso, sarebbe essa stessa patriarcale. Invece l’abbandono può essere solo la conseguenza di un desiderio personale.

In conclusione, se il Partito Democratico sta organizzando LE TRUPPE CAMMELLATE per partecipare alla guerra delle elezioni per la conquista del POTERE, sta aspettando che LA MINORANZA DEGLI ITALIANI CHE VA A VOTARE, si stanchi di questo governo dei Fratelli d’Italia.

Quando questo accadrà il Pd si alleerà con tutti quelli che non sono alleati con i Fratelli d’Italia e vincerà le elezioni per fare esattamente quello che stanno facendo i Fratelli d’Italia ed i loro alleati, che è poi quello che fece il Governo Moro il primo che ho potuto osservare di persona nel 1963 e tutti i governi che si sono susseguiti, senza soluzione di continuità, sino a quello odierno.

Per chi come me, ha i valori di libertà, uguaglianza e fraternità, resta la pratica della nostra cultura della collaborazione.

Buona riflessione

(*) La Libera università internazionale degli studi sociali "Guido Carli" (o Luiss "Guido Carli") è un'università privata italiana con sede a Roma, fondata nel 1974 da Umberto Agnelli. L'università è orientata all'insegnamento delle scienze sociali, in particolare: giurisprudenza, economia, management, finanza e scienze politiche.
IL DIBATTITO SUL PD DI ELLY SCHLEIN Anche la vocazione minoritaria è un patrimonio della sinistra
GIANFRANCO PELLEGRINO filosofo
Da un po' di giorni serpeggia una discussione sulla vocazio-ne maggioritaria secondo alcu-ni perduta o tradita, del Pd di Elly Schlein la discussione ripren-de termini del Novecento più lontano. come -massimalismo* e idee dl fine secolo, come quel-la che i partiti, per vincere, deb-bano rincorrere gli elettori al centro, soprattutto nei sistemi elettorali più o meno maggiori-tari. È stato osservato che in real-tà massimalista è l'attuale go-verno e il mito della governabili-tà e che la presunta vocazione maggioritaria che il Pd dovrei> be avere non è servita a molto nel passato, e sicuramente non serve adesso, in condizioni poli-tiche molto specifiche, che pre-miano più gli estremismi che le conciliazioni. sono osservazioni giuste e con-divisibili. Ma c'è forse un livello ancora da cui guardare questa discussione. una cosa che do-vrebbe colpire dei tempi in cui viviamo, per esempio. è che le maggioranze elettorali (cioè quelle che, nei sistemi elettorali vigenti, esprimono il governo e non è detto siano maggiora nze numeriche) votano per partiti estremisti (populisti e di de-stra). Il centro politico. inteso co-me stile politico di moderazio-ne. teso alla conciliazione o rap-presentanza di interessi diversi e magari opposti, è sempre me-no vincente, almeno dal punto di vista elettorale. Forse per que-sto II Pd governativo e fel pato, al-la fin fine, non ha vinto, e que-sto potrebbe anche spiegare le alterne sorti di Forza Italia negli ultimi anni. Quel che vince è la rappresentanza —spesso urlata e fantastica, non sempre reale—di interessi ed idee estreme che magari sono maggioritarie ma di poco. Quel che vince è l'idea che le minoranze non debbano contare. Quest'idea ricorre in molte prese di posizioni che in-vocano l'idea di normalità. t. una sorta di assioma populista: Il popolo è una maggioranza, spesso non schiacciante nei fat-ti, ma percepita come tale una maggioranza che ha idee e inte-ressi netti, estremi, rudi, e che ha tutto il diritto di farli valere Se le cose stanno così, se quel che vince non è chi rincorre il centm ma chi raccoglie maggio-ranze relative di estremisti, for-se c'è una lezione da trarre, a li-vello di tattica e a livello ideale. A livello di tattica: contro mag-gioranze estremiste servono mi-noranze agguerrite ed egual-mente estremiste, che possono diventare maggioranze anche se non è affatto detto che ci rie-scana Fuor di metafora contro un governo che calpesta diritti civili ediritti sociali di minoran-ze l'unica via è difendere quei di-ritti e quelle minoranze e farlo rumorosamente e, se serve, con un certo vigore.
A livello Ideale la politica è certamente governo e gestione ma è anche (e talvolta soprattutto) argine morale e testimoniale contro l'abuso e l’arbitrio. Se le maggioranze sono oppressive, e sono animate dalla volontà di annientare i diritti delle minoranze, forse la vocazione maggioritaria bisogna abbandonarla proprio, per non essere complici.

Fuor di metafora: contro un governo razzista, liberticida, sciovinista, anche la testimonianza pura è un atto dovuto, anche il richiamo che può sembrare isterico alle garanzie costituzionali è assolutamente necessario. Sciogliendo tutte le metafore forse timidamente, forse con incoerenza per intervalli, ma il PD di Schlein sembra proprio impegnato a trarre queste due lezio-ni dalla situazione difficile che la sinistra vive in questi anni. Come si diceva nel Novecento, l'analisi politica è corretta. Tutto questo può significare che la maggioranza rimarrà tale a lungo e chi difende le minoranze non conquisterà le leve del potere presto e dovrà limitarsi per molto tempo a fare argine. Ma la politica non è il potere per il potere, l'ordine pur che sia— almeno non in certe concezioni. Fare argine, difendere minoranze che sono nel giusto, anche moralmente, è a missione della sinistra, quando le maggioranze scelgono, come in periodi bui, di abbandonarsi all'abuso e all'arbitrio. Questa vocazione minoritaria è parte della storia della sinistra, un'eredità da non perdere 

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