TUTTI INSIEME FINALMENTE? NO SONO TUTTI INSIEME CHE DICONO A NOI DEL SUD CHE SIAMO A RIMORCHIO DELLA LOCOMOTIVA NORD

 

TUTTI INSIEME FINALMENTE? NO SONO TUTTI INSIEME CHE DICONO A NOI DEL SUD CHE SIAMO A RIMORCHIO DELLA LOCOMOTIVA NORD

LEGGE SISTEMICA

Quando in una raccolta di elementi, inizia a essere conservata una particolare configurazione di relazioni, si apre uno spazio affinché tutto il resto cambi intorno alla configurazione delle relazioni che vengono conservate. Humberto Maturana

EMANUELE FELICE, professore ordinario di politica economica presso la Libera università di lingue e comunicazione IULM di Milano, dove insegna Economia della cultura e Storia economica, ha scritto un articolo pubblicato sul quotidiano DOMANI oggi 7 settembre 2023 nel quale indica le responsabilità di chi ha messo da parte noi del sud:

“E ‘stato soprattutto il centro-destra, negli anni Duemila, a sostenere la tesi che bisognasse puntare tutto sui territori forti, sulla «locomotiva del nord sperando che questa avrebbe trainato il resto d'Italia. Ma anche il centro-sinistra l'ha abbracciata”

Insomma ci sono proprio tutti, ci sono i conservatori, ci sono i progressisti e ci sono i clericali che sono sparsi tra conservatori e progressisti, tutti responsabili di un sud a rimorchio del nord.

Una delle questioni più importanti di cui si discute è la disuguaglianza economica. Si stima che l’1% della popolazione possiede più del 50% della ricchezza mondiale.

In quali parti del mondo vivono i più ricchi?

Ci sono nomi di milionari che tutti conoscono, come Bill Gates o Mark Zuckerberg, ma l'1% comprende milioni di persone con un patrimonio superiore a circa 798.000 dollari , secondo la BBC . Inoltre, in quella percentuale ci sono anche persone provenienti da paesi ricchi che possono essere considerate della classe media ma rientrano tra gli "abbienti" perché possiedono una casa propria e hanno pagato una grossa somma di denaro per il mutuo.

Gli Stati Uniti sono il paese con il maggior numero di “rappresentanti” dell'1% dei più ricchi: 18 milioni di persone. In Europa la prima è la Francia (3,5 milioni) seguita da Regno Unito (2,9 milioni) e Germania (2,8 milioni). Ma i membri di questo gruppo “esclusivo” vivono anche in paesi asiatici, come il Giappone (4 milioni) o la Cina (1,6 milioni).

In proporzione, il paese con il maggior numero di membri dell’1% più ricco del pianeta è la Svizzera. Un residente svizzero su dieci, 800.000 su 8 milioni, possiede un patrimonio che supera i 798.000 dollari.

In questo contesto è possibile capire i comportamenti di conservatori, progressisti e clericali italiani. Il sud è povero, non competitivo, non è attrattivo per nessuno e IL POTERE LO PARCHEGGIA in attesa di essere rimorchiato dal nord.

Quando in una Comunità che abita in più territori come in Italia ci sono i territori del Nord e quelli del Sud, inizia a essere conservata una particolare configurazione di relazioni, nel nostro caso quelle dei territori del nord Italia, si apre uno spazio tale da determinare che tutto il resto cambi intorno alla configurazione delle relazioni che vengono conservate.

È una legge sistemica.

Conseguentemente se nella nostra Comunità italiana si inizia a conservare una particolare configurazione di relazioni che preveda che siccome desideriamo vivere insieme, collaboriamo per ottenere il medesimo benessere per ogni persona della comunità italiana, si aprirà uno spazio tale da determinare che tutto il resto cambi intorno alla configurazione delle relazioni che vengono conservate.

Cari conservatori, progressisti e clericali potete decidere di conservare una particolare configurazione di relazioni che preveda che siccome desideriamo vivere insieme, collaboriamo per ottenere il medesimo benessere per ogni persona della comunità italiana. È una squisita questione di desiderio.

Buona riflessione

MIOPIA POLITICA E OPPORTUNITÀ
La destra colpisce il sud Ma anche stavolta a perderci sarà tutta l'Italia
EMANUELE FELICE economista
Ma il sud è una palla al piede o un'opportunità?L'Italia, che cresce meno degli altri paesi avanzati da quasi trent'anni, può trovare nel sud un'eccezionale opportunità di sviluppo non solo per il turismo, come si sente ripetere, ma per settori industriali alla frontiera dell'innovazione, come quelli legati all'economia green; e poi perché un territorio a basso reddito, carente di infrastrutture e capitale, ha per definizione un maggiore potenziale, può «convergere», una volta che i necessari investimenti vengono messi a frutto.
Ma per fare questo occorre risolvere i problemi di contesto: l'inefficienza delle istituzioni, la più alta criminalità, Il più basso capitale sociale (l'etica) e umano (l'istruzione), l'inadeguatezza delle classi dirigenti, espressione di quel contesto.
Con poche eccezioni, da decenni la politica ha rinunciato a risolvere i problemi strutturali del sud: quando andava bene adagiandosi su scelte opportunistiche, quando andava male colludendo con la criminalità o dimenticandosi del problema. Nella conseguente deriva del Mezzogiorno si è fatta strada fra le classi dirigenti una certa rassegnazione, ovvero l'idea che bisognasse puntare tutto sui territori forti, sulla «locomotiva» del nord, sperando che questa avrebbe trainato il resto d'Italia.
Fu soprattutto il centro-destra negli anni Duemila, ad abbracciare queste tesi, ma anche Il centro-sinistra ne fu tutt'altro che immune. Come accennato, è stata l'Italia tutta ad andare male (altro che locomotiva!). E il sud è diventato davvero una palla al piede, ma per le scelte opportunistiche delle nostre classi dirigenti. I governi Monti e Letta hanno tentato un cambio di passo i loro ministri per la coesione territoriale, Fabrizio Barca e Carlo Trigilia, hanno provato a impostare una politica di lungo periodo, fatta di Investimenti e modifica delle istituzioni (ad esempio centralizzando la programmazione dei fondi europei). Ma ci voleva tempo e già con Matteo Renzi, le loro idee sono state accantonate.
Quanto al Movimento 5 stelle, nel 2018 ha stravinto le elezioni al sud proponendo il reddito di cittadinanza, cioè una misura assistenziale utile a combattere la povertà, se ben congeniata, ma che non può essere certo definita una politica di sviluppo.
Quasi ovunque è prevalsa, in questi decenni, l'idea della disintermediazione. dei bonus automatici, o peggio degli annunci a effetto, ma non è in questo modo che si risolvono i problemi del sud; che ha bisogno invece di scelte precise su dove investire e di riforme mirate nelle regioni e nella pubblica amministrazione oltre che di risorse. Ha bisogno di una politica preparata e lungimirante. Se questo è il quadro, una svolta si delinea nel 2020. È il Pnrr, ottenuto dal governo giallo-rosso e avviato con Mario Draghi. Con il Pnrr, arrivano finalmente alle aree svantaggiate quegli investimenti in beni pubblici di cui hanno bisogna banda larga, ferrovie, asili nido e molti altri interventi diffusi. Devono accompagnarsi a riforme che auspicabilmente, contrastino le rendite e migliorino le regole e le istituzioni. Come ha scritto Gianfranco Viesti, il Pnrr, pur perfettibile e a tratti opaco, è un grande piano di investimenti che richiede di affrontare i nodi strutturali del nostro paese, per la prima volta da decenni. Forse per questo il governo delle destre lo sta tagliando, e i tagli colpiscono soprattutto il sud. Ha già tagliato il reddito di cittadinanza. E con l'autonomia differenziata taglierà altre risorse al Mezzogiorno, mentre cambia le regole nella direzione sbagliata (le regioni meridionali hanno bisogno di più controlli e centralizzazione non di più autonomia). Ancora una volta, per miopia della politica, le risorse e le misure per il sud vengono a mancare Ma a perderci rischia di essere, oggi come in passato, l'Italia tutta

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