La mia casa a cento metri dalla scuola

 

La mia casa a cento metri dalla scuola

1 ottobre 1963

Caro Diario,

la mamma quest’estate ha deciso che dovevo essere sostenuto prima di iniziare la scuola elementare e, per questo motivo, ne ha parlato con papà e insieme hanno individuato la signorina Maria Marzo che abita in Via Dante come la mia insegnante di preparazione all’inizio della scuola.

Ho frequentato la casa della signora Marzo, mi ha insegnato a scrivere le lettere dell’alfabeto, mi è rimasto impresso il giorno che dovevo scrivere la u di uva, perché ha disegnato al centro del foglio un bel grappolo d’uva viola.

Alcune volte la signora Maria Marzo era costretta a uscire prima della fine della mia lezione, e chi mi seguiva era la sua mamma, molto affettuosa con me, come d’altronde la stessa signora Maria.

Proprio quest’anno ci siamo trasferiti nella nuova casa, che è luminosa e bella, pensate che c’è l’acqua che esce dal rubinetto invece che dal secchio che si immergeva nel pozzo come nella vecchia casa in Via Unità d’Italia.

Vicino alla nuova casa c’è la scuola, questo è il primo anno che questa scuola viene utilizzata per le lezioni. La scuola è intitolata a Giovanbattista Saponaro che io non so proprio chi sia.

La mamma oggi mi ha accompagnato a scuola. La scuola è vicinissima a casa mia, appena girato l’angolo dopo una cinquantina di metri, c’è il cancello che da a un ampio giardino con due edifici. Su quello di sinistra c’è scritto Sezione F e su quello di destra Sezione M. Io ho letto quello che c’era scritto grazie alle lezioni della signora Marzo ma non so cosa significhi quello che ho letto.

Davanti alla scuola c’erano centinaia di bambini e bambine. I bambini con il fiocco blu e il grembiule nero come il mio, e le bambine con il fiocco blu ed il grembiule bianco. Sul mio c’era uno scudetto con una linea sola. Ho notato che lo scudetto dei bambini più grandi aveva più linee.

La mamma mi ha accompagnato sino all’uscio della mia classe che, entrando nell’atrio del plesso sezione M è l’ultima a sinistra. Nella stanza ci sono tantissimi bambini e alcuni piangono a dirotto. Io mi sono chiesto perché mai tutti quei bambini piangessero.

Io non piansi, sapevo che prima poi sarei tornato dalla mia mamma che era nella mia casa a cento metri dalla scuola.

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