ALDO CALÒ Scultore. Nasce a San Cesareo di Lecce nel 1910 e muore a Roma nel 1983.
ALDO CALÒ Scultore. Nasce a San Cesareo di Lecce nel 1910 e muore a Roma nel 1983.
Nel libro di Gillo Dorfles, " Ultime tendenze nell'arte d'oggi „ , Aldo Calò si trova catalogato tra gli scultori che sulle orme di Brancusi, di Arp, di Moore, sono " legati a un sistema di concezione plastica ancora " statuario „ , ancora legato a una tridimensionalità volumetrica che oggi è stata infranta „ . L' arte dei nostri giorni è rivolta a ricerche plastiche di nuovo genere, al materismo (immediato e grezzo) e all'informale. Ma Calò, partito da una scultura statuaria (però tutta rivolta a studi di volumi connessi alla " materia „ , specialmente il legno), è passato attraverso una fase di studi formali (la fase delle biforme, delle forme incastrate l'una nell'altra), influenzata dall'opera dello scultore inglese Moore, ed è ora approdato all'esperienza presente, di grande ma controllata libertà inventiva, in cui " ha affrontato il problema della combinazione plastica di materie diverse „ (C. G. Argan): marmo e ferro, legno e ferro, alabastro e bronzo, ferro e cristallo ecc. E cioè il problema del " rapporto di due materie differenti, nella dinamica della struttura molecolare, nella differenza quantitativa, oltre che qualitativa, del materiale impiegato.
Da una parte, per esempio, l'opaca trasparenza di un blocco di cristallo, che ripercuote le emozioni di uno spazio infinito, dall'altra la massiccia determinazione della pietra, del metallo o del legno, che rappresenta la sicurezza formale dalla quale l'artista può partire per il suo viaggio immaginoso „ (N. Ponente). Un altro critico, Guido Ballo, così spiega la funzione espressiva che Calò assegna alle sue combinazioni di materie differenti : " ... una materia che esige una sua vita, un suo spazio, e si muta o si richiama alla vitalità di un'altra „. La nuova poetica di Calò, secondo Ballo, nasce proprio dal contrasto tra un'esigenza informale e il rigore della "forma chiusa, perfetta, neoplatonica,,. La continuità dell'arte dello scultore salentino è nella fedeltà ai fondamentali valori prospettici, plastici, figurativi dell'arte contemporanea; nel gusto sicuro e non casuale della materia, chiamata a una funzione non meramente oggettuale ma rappresentativa; nella sua classicità. "La scultura di Calò — ha scritto Argan, presentandolo all'ultima Biennale — seguita ad essere statuaria e figurativa, nel significato giusto del termine, anche quando non è più che una modulazione di volumi luminosi o, come nelle cose più recenti, una lastra o uno schermo „
Aldo Calò é nato a San Cesario (Lecce) nel 1910. Ha partecipato alle più importanti mostre italiane e internazionali, a Venezia, Roma, Parigi, Tokio, Anversa, Alessandria d' Egitto ecc. Ha ottenuto molti premi, e nel 1962 quello della Biennale di Venezia. Sue opere sono nella Galleria d'arte moderna di Roma, nel Museo d'arte moderna a Parigi, nel Museo Middlhein d'Anversa, nel Museo civico di Zurigo, nel Museo d'arte moderna di New York, e in molte collezioni private. E direttore dell'Istituto statale d'arte di Roma. (a cura di L. D. R.) 104,
Provincia di Lecce - Mediateca - Progetto EDIESSE (Emeroteca Digitale Salentina http://www.emerotecadigitalesalentina.it/sites/default/files/emeroteca_all/ZG1963_aldo-calo.pdf
Artisti di Terra d’Otranto/Le opere di Aldo Calò fino a
Parigi e a New York
In tutto il mondo la sua Arte scultorea…
Aldo Calò nacque a San Cesario di Lecce il 24 giugno 1910.
Dopo una prima formazione frequentò la Regia Scuola Artistica Industriale di
Lecce, dove intraprese un corso di studi che gli permise di comprendere la sua
propensione alla scultura. Nel 1937 vinse il concorso per l’insegnamento di
discipline tecniche presso l’Istituto d’Arte di Lecce, mentre l’anno
successivo fu chiamato ad insegnare a Sulmona. In questo periodo seguì dei
corsi di perfezionamento presso l’Istituto d’Arte di Firenze, dove si diplomò.
Aldo rientrò a Lecce negli anni Quaranta per insegnare presso la Regia Scuola
di Lecce e nel 1943 sposò Alfonsina Cerundolo.
Al termine del periodo bellico Calò riprese l’insegnamento
a Lecce e si dedicò alla realizzazione di opere d’arte che espose ad alcune
importanti mostre a carattere nazionale. La sua prima mostra personale fu
allestita nel 1945 presso il Circolo Cittadino di Lecce; l’esposizione fu
curata da Antonio D’Andrea e contava la presenza di ventidue sculture che allestivano
lo spazio espositivo. Lo scultore salentino frequentò artisti e intellettuali
che si radunavano intorno al giornale “Libera Voce”, quali: Geremia Re, Antonio
D’Andrea, Vittorio Bodini ed altri. Nel 1947 allestì una mostra personale
presso la Galleria del Cavallino di Venezia e, nello stesso anno, partecipò
anche alla Biennale di Venezia. Queste esperienze lo fecero avvicinare alle
nuove tendenze artistiche, soprattutto a quella di Henry Moore (1898-1986).
L’anno successivo a Roma, presso la Galleria del Secolo, fu allestita una
mostra di Calò curata dal critico Corrado Cagli. In occasione della mostra
furono esposte diciassette sculture ed alcuni disegni che esploravano il
rapporto tra forma e materia.
L’artista salentino concluse la parentesi didattica presso
l’Istituto d’Arte di Lecce nel 1950 e giunse a Parigi con una borsa di studio,
dove ebbe modo di conoscere e frequentare gli artisti più importanti del
momento, tra i quali: Hans Arp, Gino Severini, Massimo Campigli e Constantin
Brancusi. Nel 1952 Calò soggiornò a Perry Green nella casa di Henry Moore, con
il quale realizzò alcuni lavori, operando attraverso le linee organiche delle
sculture e approfondendo il rapporto tra forma e materia. Tra gli anni Sessanta
e Settanta l’attività artistica di Aldo Calò è documentata da tante
pubblicazioni e da numerosi riconoscimenti internazionali (il Gran Premio
Internazionale di Scultura, presso la Biennale Internazionale d’Egitto nel 1961
e il Premio di Scultura alla XXXI Biennale d’Arte di Venezia del 1962). Negli
stessi anni Calò ebbe un’intensa attività espositiva presso le più prestigiose
gallerie private italiane come la Galleria del Milione di Milano (1961), la
Galleria L’Obelisco di Roma (1962) e Galleria del Naviglio di Milano (1968).
Nel 1965 gli fu conferita dal Presidente della Repubblica,
su proposta del Ministero della Pubblica Istruzione, la “Medaglia d’oro
Benemeriti della Cultura e dell’Arte”. Le sue opere figurano nella Galleria
d’Arte Moderna di Roma, nel Museo d’Arte Moderna a Parigi, nel Museo Middlhein
d’Anversa, nel MOMA di New York e in molte gallerie e collezioni internazionali
e nazionali. Sul lavoro di Calò sono stati realizzati numerosi contributi da
importanti protagonisti del panorama critico italiano, come Nello Ponente,
Filiberto Menna e Corrado Maltese. Alcune opere di Aldo Calò raffiguranti Una
stella, Figura femminile, Astratto, Tondo con anello, Quadrato, sono state
esposte dal 3 al 21 maggio 2005 nel Castello Carlo V di Lecce, in occasione
della Mostra “I Maestri della Règia Scuola Artistica Industriale di Lecce
(1916-1950)”, a cura di Salvatore Luperto.
Giuseppe Mancarella
Aldo Calò
/
P. 104 : ill. ; 27 cm. - Fa parte di : La Zagaglia : rassegna di scienze, lettere ed arti, A. V, n. 17 (marzo 1963).
Responsabilità:
a cura di L. D. R.
Anno di edizione:
1963
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