Da San Cesario di Lecce alle Riduzioni gesuite del Sud America

di Fernando Guida

Il 24 marzo 2014 ricorreva il 365° anniversario della morte di Padre Adriano Formoso nella riduzione gesuita di Itapua Encarnacion, attualmente Posadas in Argentina. L’ho ricordato con un mio post su Facebook dello stesso giorno. Da quattro anni mi interesso del gesuita salentino, scoperto per caso in un libro che stavo consultando nell’archivio di Stato di Porto Alegre, capitale dello Stato brasiliano del Rio Grande do Sul. In verità l’autore lo segnalava come nativo di Leche, annoverandolo fra gli italiani che si erano distinti per cultura e l’opera di evangelizzazione degli indios Guarani stanziati nelle foreste e lungo i fiumi di un territorio che oggi è suddiviso fra il Brasile, l’Argentina e il Paraguay. Leche è il nome col quale la città di Lecce era conosciuta nel Seicento. Risultate vane le prime ricerche nell’archivio arcivescovile di Lecce fu evidente che il Nostro andava ricercato in uno dei tanti comuni della provincia. Quale? San Cesario di Lecce dicevano i documenti dell’Archivio Storico dei Gesuiti in Roma. Quale emozione, condivisa con Don Gino Scardino, nel trovare la conferma nel registro dei battezzati che ne fissava la data di nascita al 17 ottobre 1601!
Figlio di Matteo Formoso e di Aurelia Calò, molto probabilmente imparentato con Don Lupo Formoso, arciprete di San Cesario nel 1579, e con don Giovanni Francesco Formoso, sacerdote di quel Capitolo nel 1591. Non sono stati rinvenuti altri componenti della famiglia Formoso negli atti parrocchiali di San Cesario.
Il 14 agosto 1619 fa il suo ingresso nel collegio dei novizi della Compagnia di Gesù a Napoli, dopo avere frequentato il collegio dei Gesuiti della vicina Lecce, inaugurato il 25 dicembre 1583 dal suo fondatore Padre Bernardino Realino. Compie gli studi umanistici a Napoli, L’Aquila e Catanzaro e dopo avere presentato ben sette istanze al Padre Generale dei Gesuiti per essere inviato nelle missioni, finalmente nel 1627 viene prescelto per operare tra gli indios del Sudamerica, col fine di contribuire alla realizzazione del grandioso progetto di evangelizzazione ideato dai figli di Sant’Ignazio di Loiola.
Il lunghissimo viaggio per raggiungere la mèta viene raccontato con dovizia di particolari dallo stesso P. Adriano Formoso con una lettera autografa del 3 febbraio 1628 indirizzata al rettore del Collegio dei Novizi di Napoli. Descrive le soste a Genova, dove si ammala e corre il rischio di tornare a Napoli, a Marsiglia, Barcellona e Lisbona, città in cui viene ordinato sacerdote e, cosa mai accaduta, celebra la prima Messa sulla nave che veleggia verso l’America del Sud. Giunge in Brasile, probabilmente nel porto di Rio de Janeiro o di Santos, e finalmente riparte con 45 confratelli per Buenos Aires dove sbarca il 29 aprile 1628.
Si ferma nel Collegio di Buenos Aires fino all’11 maggio 1628. Quindi raggiunge Asunçion, attuale capitale del Paraguay, sede del Provinciale dei Gesuiti che lo destina alla Riduzione Guarani di Santa Maria Maior de Iguassu, alla confluenza del fiume Iguassu con il fiume Paranà. Lo scoppio della peste nella zona colpisce 500 indios, 19 dei quali vengono interrati da Padre Adriano. In un’altra sua lettera riferisce che la missione conta circa 3.000 anime, prima sparse tra i boschi, dove ci sono “moltissimi infedeli, li quali ogni giorno si van batizando … e noi di qualsivoglia hora andamo a darli prima li rimedij dell’anima, e poi del corpo, quando hai infermità … es cosa da veder, come morendo uno, tutti li figlioli e figliole vanno in processione… e molto se è stentato in togliere alcuni abusi, perché prima essi sepultavano li muorti nella propria casa, e sopra la sepoltura uccidevano uno schiavo …”.
Nella stessa lettera racconta il martirio, perpetrato il 23 novembre 1638 da indios infedeli, dei confratelli Padre Rocco Gonzales, superiore delle missioni, Alonso Rodriguez e Juan de Castillo, tutti canonizzati, dopo oltre trecento anni, dal Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita ad Asunçion del 16 maggio 1988. Uno studioso gesuita spagnolo afferma che fu Padre Adriano Formoso a sostituire P. Rocco Gonzales e a fronteggiare con decisione le ulteriori violenze del cacicco nella missione.
Dopo una permanenza di circa 9 mesi nella Riduzione de la Asunçion del Alcaraguà, situata sul lato destro del fiume Uruguay, nell’attuale stato brasiliano di Paranà, nel 1632 venne incaricato dal padre provinciale di fondare la nuova Riduzione dei Santi Cosma e Damiano, alle sorgenti del fiume Ibicuì Mirin , nel territorio in cui sarebbe stata costruita la città di Santa Maria, nell’attuale stato brasiliano del Rio Grande do Sul.
Padre Formoso vi riunì “los barbaros desde muy lejos” e nel 1637 la riduzione contava circa 2.200 famiglie. Dal 1634 al 1637 riuscì a battezzare 600 persone al giorno malgrado gli intrighi provocati dagli stregoni. Ma devastata prima dalla peste e dalla fame e poi terrorizzata dagli avventurieri portoghesi “Bandeirantes Paulisti” a caccia di schiavi, padri e indios guarani della riduzione furono costretti, con un esodo biblico, a trasferirsi a piedi, attraversando foreste e fiumi a tappe forzate, a varcare il grande fiume Uruguay e a stabilirsi in una zona dove oggi sorge la città argentina di Posadas.
Per fronteggiare le violenze e le scorrerie dei Bandeirantes venne costituito un esercitodi indios Guarani, che sotto la guida dei padri gesuiti ottennero una risolutiva vittoria nella Battaglia di M’Bororé. Anche Padre Formoso, come tutti i gesuiti delle riduzioni della Provincia del Paraquay, fu certamente mobilitato. Quando avvenne l’epica battaglia si trovava di casa nella Riduzione di Candelaria. Poi raggiunse quella di Encarnacion Itapua dove morì il 24 marzo 1649.
Quanto precede costituisce un sintetico riepilogo della biografia di Padre Adriano Formoso, frutto di quattro anni di ricerche in Italia e Brasile, che sarà prossimamente pubblicata dalla Società di Storia Patria – Sezione di Lecce, presieduta dal Prof. Mario Spedicato dell’Università del Salento.
Nel frattempo chi fosse interessato alle vicende dei gesuiti in Sud Americapotrebbe godere la visione del bellissimo film “MISSION” con Robert De Niro eJeremy Irons.

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