Papà e le Fiabe Sonore dei Fratelli Fabbri Editori

Io sono qui, sono sempre stato qui
Vicino, vicino
Con la luce e nelle tenebre io sono qui
Mentre parli io sono qui
Quando gridi che si sente da lontano, io sono qui vicino a te
Quando stai correndo verso non sai cosa, io sono qui, davanti a te
Quando nella tua stanza sei da sola e credi che nessuno si occupi di te, io sono li con te
Io sono te e tu sei me, nessuno può dividerci perché siamo uno in questo immenso mare calmo che ci attraversa e ci contiene
Antonio 26 aprile 2016


Non è che uno vuole fare polemica è che le domande so che hanno già la risposta, ce l’hanno senza alcun dubbio. Se c’è la domanda ecco che c’è anche la risposta.
Quindi se io mi chiedo come fare a ottenere quello che voglio ecco che la risposta di quello che voglio è li, davanti a me, pronta a soddisfare ogni mio desiderio.
Il genio della lampada delle Fiabe sonore che mi portò papà? Certo che si! Le ascoltavo al giradischi Lesa che mandammo a prendere dopo la consultazione di quel catalogo pubblicizzato su Tv Sorrisi e Canzoni giornale che mia madre doveva avere ogni settimana in maniera da conoscere la programmazione della Tv.
Mi ha da sempre affascinato e “stregato” “Aladino e la lampada meravigliosa”, terza uscita della collana che offriva, ogni giovedì da poco prima del Natale dell’anno 1966 fino al 1970, una nuova fiaba la settimana splendidamente illustrata in un fascicolo di grande formato (cm 27 per 35) e pregio, per un totale di circa centottanta episodi.

Anno 1966, già! Gli anni del maestro Alberto Tangolo e di papà che mi riempiva di fiabe sonore e fascicoli di enciclopedie illustrate e fumetti e ogni illustrazione possibile e immaginabile. 
Silverio Pisu è la voce narrante, adesso non è più tra noi la ma sua voce si, è rimasta e racconta centottanta fiabe per sempre.
E la sera oltre alla Tv c’era il Cinema, molte sere a settimana, ogni volta che papà era libero.
Faceva il ferroviere e ricordo la scansione dei suoi turni. Primo turno e notte (niente cinema), il giorno seguente era libero dalla notte (si svegliava nel pomeriggio e la sera si andava al cinema), secondo turno (niente cinema) e riposo (si andava al cinema). Lui lavorava seguendo questi turni, da quando ho memoria, era sopra al ponte di San Cesario e ci andava in bicicletta prima (ma non ricordo) poi con la Gilera 125 che acquistò di seconda mano dallo Zio Gino fratello della mamma e infine nel 1965 dopo la sospirata patente ottenuta frequentando l’Autoscuola Della Gatta a Lecce una 600 verdina di seconda mano targata Bologna e poi Lecce. Ricordo che lasciava la sua auto sotto alla scaletta da cui si saliva sul ponte di Via San Cesario.


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