BISOGNA RICONOSCERE LA DIVERSITÀ DALL'UGUAGLIANZA
BISOGNA RICONOSCERE LA DIVERSITÀ DALL'UGUAGLIANZA
A proposito delle questioni sollevate dalla Prof.ssa GIORGIA SERUGHETTI filosofo nel suo articolo sul quotidiano DOMANI di oggi lunedì 22 maggio 2023 circa la contrapposizione al Salone del libro di Torino tra la ministra Roccella che rappresenta le donne di destra e le donne di sinistra presenti in quella circostanza in tema delle politiche che tengano conto delle diverse espressioni e identità sessuali è utile ricordare ciò che ho scritto ieri per distinguere il modo di vivere di SINISTRA dal modo di vivere di DESTRA.
Il modo di vivere di SINISTRA del collaborare tra noi, del preoccuparsi di cosa abbia bisogno il vicino in cui la collaborazione è spontanea e quindi lo spirito di ogni piccolo paese e dei quartieri delle città.
Il modo di vivere di DESTRA individualista, competitivo, della ricerca del successo
Noi conversiamo di questo argomento perché è facilmente accertabile da ognuno di noi attraverso l’osservazione che nel nostro presente storico il modo di vivere di DESTRA riguarda la quasi totalità degli italiani.
Nel caso dei rapporti tra maschi e femmine la nostra cultura patriarcale, fin dal primo momento ha inculcato l'idea di superiorità culturale e fisica dei maschi che è stata ed è tutt’ora uno strumento di dominio. Ecco perché oggi abbiamo la sfida di smantellare la convinzione che questa diversità includa che alcuni siano superiori ad altri. Bisogna riconoscere la diversità dall'uguaglianza.
Circa le politiche sulla diversità sessuale è fondamentale l'importanza di avere politiche che tengano conto delle diverse espressioni e identità sessuali. La conversazione che affronta la diversità sessuale si connette con il raggiungimento di politiche di riconoscimento ma con un approccio trasversale. Le violazioni dei diritti umani delle persone con identità sessuali non normate derivano da un modello egemonico di sessualità.
Inoltre vi è la necessità e l’urgenza di legiferare sull’argomento perché una discussione che coinvolga tutti i maschi e tutte le femmine italiane è mia opinione non sia il modo per affrontare queste questioni, poiché si tratta di situazioni individuali e non di problemi collettivi. Sia l'esperienza del matrimonio paritario che quella del diritto all'uguaglianza di genere in Italia mostrano un dibattito che si è svolto nello spazio pubblico e che ha coinvolto le nozioni di famiglia, sesso e diritto.
Serve un cambiamento qualitativo dei punti di vista e non una mera accettazione della diversità. Siamo consapevoli che le sessualità, è una delle espressioni della diversità, ma secondo me è opportuno fare questa riflessione per contribuire dal presente che esiste per giungere al futuro desiderato.
Buona riflessione
IL GOVERNO E IL DISSENSO
La sacrosanta contestazione alla ministra Roccella
GIORGIA SERUGHETTI filosofo
Secondo Giorgia Meloni, gli slogan e i cori contro Eugenia Roccella al Salone del libro di Torino sarebbero «fuori da ogni logica democratica». Per la ministra della Famiglia della natalità e delle pari Opportunità. che a differenza della presidente del Consiglio conosce le forme della partecipazione contestataria, il «dolore» è invece causato da «donne che impediscono ad altre donne di parlare». Nel momento in cui è salita sul palco per presentare il suo libro, sono state soprattutto ragazze, attiviste di Non una di meno ed Extinction rebellion, a levare la voce contro di lei. L'episodio è significativo sotto tre rispetti. Innanzitutto, per ciò che rivela del rapporto tra il governo Meloni e le manifestazioni di dissenso. Una destra dai tratti spiccatamente identitari, che avanza una visione di pane, misure orientate a dividere l'opinione pubblica, a imporre il peso della maggioranza con scarsa o nulla disponibilità al compromesso con le opposizioni. può davvero sorprendersi di incontrare pubbliche contestazioni? Il problema è che la refrattarietà del governo alle richieste della stampa e dell'opinione pubblica a dar corno del suo operato, insieme a un dibattito politico anestetizzato nelle forme dei talk show e degli scambi di tweet hanno reso sempre più inattuale, sorprendente e quindi incomprensibile il faccia a faccia con le proteste collettive. Tuttavia se anziché il dito si guardasse la luna non sarebbe difficile vedere quante ragioni sono dalla parte di chi grida la sua rabbia. ci sono i servizi per l'interruzione di gravidanza ridotti allo stremo. di fronte a cui il governo chiude gli ()chi parlando di un «diritto a non abortire»; ci sono genitori non biologici, in Famiglie omogenitoriali, il mi nome viene cancellato dagli atti di nascita dei figli: ci sono giovani a cui un' futuro più vivibile) come chiedono le contestatrici viene sottratta La risposta di Roccella è allora il secondo aspetto significativo della vicenda. Sabato la ministra, particolarmente abile nell'appropriarsi di temi e linguaggi femministi, ha provato a rovesciare il tavolo chiamando le attiviste a unirsi alla battaglia contro l'Inno in affitto", che però —palesemente — è impiegata dalla destra come una copertura per il rifiuto di riconoscere le famiglie narcoNleno". Ha inoltre giocato la carta del dialogo tra donne in quanto donne, come se le donne tra loro non potessero confliggere anche vivacemente. E come se l'accesso delle donne a ruoli di potere non cambiasse interamente la loro posizione e responsabilità. A Eugenia Roccella come a Giorgia Meloni e ai membri del suo governo, non mancano le piattaforme per far sentire la propria voce. Molto più difficile, in questo presente è far arrivare loro la voce del dissenso. E questo è l'ultimo punto di interesse. La Percezione di un risveglio di forme di contestazione giovanile radicale. È tempo che la politica, a destra come a sinistra. ricominci a farci i conti.
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