Noi che esercitiamo il voto d'opinione "PROVIAMO E VEDIAMO"

 

Noi che esercitiamo il voto d'opinione "PROVIAMO E VEDIAMO"

CARLO TRIGILIA che è professore emerito di sociologia economica dell'Università degli Studi di Firenze, nell'articolo che ha pubblicato il quotidiano DOMANI, oggi mercoledì 31 maggio 2023 da un indicazione circa il "cosa fare" alla area politica della sinistra a cui appartiene ma che è estensibile a tutti i cittadini che ci chiedono la responsabilità del governo dell'Italia.

Scrive il prof. TRIGILIA

<< Anzitutto rivolgersi a un'area vasta di elettori presentando un progetto semplice e chiaro di "novità credibile" e su questo — e non su astratte formule politiche di alleanza (tipo campo largo o stretto) — in-calzare i propri interlocutori.

Ma allo stesso tempo — e questo è ancor più difficile—mettere a punto un piano che aiuti a realizzare quel progetto.

Che è la sfida con cui oggi devono confrontarsi tutti i partiti di sinistra: mostrare che la redistribuzione si può conciliare con lo sviluppo.>>

Sono i valori di riferimento ovvero libertà, uguaglianza e fraternità che abbiamo interiorizzato tutti che desideriamo, consapevolmente o inconsapevolmente, siano praticati nella nostra convivenza sociale.

Noi proviamo a dare la responsabilità e oggi votiamo i Clericali che non li realizzano, e domani i Comunisti che non li realizzano, dopodomani votiamo i Cinque Stelle che non li realizzano, infine votiamo i Fratelli d'Italia che non li realizzano e continuiamo così all'infinito da decenni.

Nessuno dei partiti che oggi ci chiedono la responsabilità DEL GOVERNO DELL'ITALIA ha la men che minima speranza di poter realizzare una convivenza sociale con i nostri valori di riferimento libertà, uguaglianza e fraternità perchè agiscono seguendo la nostra cultura patriarcale e conseguentemente tutti i nostri tentativi del voto di opinione che si potrebbe definire "proviamo e vediamo" sono destinati a non avere gli esiti che noi speriamo.

E' mia opinione che possiamo ottenere una convivenza sociale che si agisce con la libertà, l'uguaglianza e la fraternità a patto di desiderare di abbandonare la nostra cultura patriarcale.

Buona riflessione

IL FUTURO DEL PD
La "noività credibile" che serve a Schlein per non consumarsi
CARLO TRIGILIA sociologo
Dopo il risultato delle comunali la segretaria ha ricordato giustamente che ci vuole tempo. Ma per fare cosa? L'analisi del voto può fornire qualche utile suggerimento
Le elezioni comunali hanno confermato l'effetto Meloni mentre non hanno mostrato l'effetto Schlein. La neo-segre-taria del Pd ha giustamente ricordato che ci vuole tempo. Ma per fare che cosa? Questa è una domanda alla quale è difficile dare una risposta precisa. I verdetti delle urne ci segnalano alcune tenden-ze del comportamento di vo-to di cui tener conto.
"Voto di appartenenza"
La prima riguarda l'esauri-mento del "voto di apparte-nenza". Viene meno cioè quell'identificazione di fon-do tra l'elettore e una forza politica che si forma nel con-testo familiare e nel territo-rio in cui si vive, e che si man-tiene nel tempo anche a pre-scindere dall'approvazione o meno di determinate politi-che Questo è stato a lungo il voto predominante nelle re-gioni "rosse" del centro e in quelle "bianche" del nord-est. Da tempo non lo è più. I casi di Pisa, Siena, Mas-sa e anche Ancona suggeri-scono che il Pd, e la sinistra, non potranno più contare su questa riserva incondiziona-ta, per il venir meno di quel contesto particolare che la alimentava. E non basta dun-que un segnale di mutamen-to anche vistoso negli equili-bri del Pd a riportare a casa gli elettori prevalentemente appartenenti ai gruppi più disagiati.
"Voto di scambio"
Più complicata è la valutazio-ne del -voto di scambio", basa-to sulla promessa di favori o la ricompensa di favori già ri-cevuti. Come si intuisce, è dif-ficile accertare con precisio-ne il peso di questa compo-nente. Sappiamo che esso è stato tradizionalmente mol-to rilevante nel Mezzogior-no, ma presente anche altro-ve, comprese le zone rosse E naturalmente è molto impor-tante a livello locale dove si strutturano più facilmente reti e filiere clientelari Ho l'impressione che anche que-sto tipo di voto non ci aiuti però molto a leggere i risulta-ti elettorali recenti In effetti alcune delle città più grandi sono state solo da poco già amministrate da go-verni di centro-destra (si pen-si alle tascane o a Catania), al-tre come Ancona sono state "espugnate" per la prima vol-ta In generale si registra un balzo di Fratelli d'Italia che ha raddoppiato e a volte più che triplicato i consensi a li-vello locale Questo appare il tratto distintivo di queste ele-zioni. Difficile dunque spie-gare tale fenomeno, molto netto, solo o prevalentemen-te in termini di voto di scam-bio, anche al sud dove, da que-sto punto di vista, occorre piuttosto prestare attenzio-ne alla crescita inquietante delle liste civiche, che a volte di civico hanno molto poco. Il balzo di FdI ricorda piutto-sto l'esplosione alle prece-denti elezioni dei Cinque stel-le, ma anche le performance di Matteo Renzi e Matteo Sal-vini.
"Voto di opinione"
Come leggere allora questi ri-sultati che segnalano l'accre-sciuta volatilità del voto? il 'voto di opinione" identifica un comportamento che si ba-sa sulla valutazione più spe-cifica dei programmi dei par-titi e di ciò che hanno realiz-zato al governo. Ma è eviden-te che questo richiede tempo e risorse culturali che non so-no a disposizione di tutti gli elettori, ma riguardano pre-valentemente le élite. Si può però fare riferimento a un vo-to più socialmente mediato. Ciò vuol dire che si basa sulla condivisione di un particola-re giudizio, maturato nel pro-prio ambiente sociale e con-dizionato anche dall'esposi-zione — sempre più impor-tante — a particolari tipi di media Una sorta di mood, di corrente di opinione, che ri-guarda le caratteristiche in-dividuali (l'immagine, la competenza, la moralità) dei leader, prima ancora che la valutazione dei programmi. Tuttavia, questa disposizio-ne si accompagna nelle de-mocrazie avanzate, e specie da noi, a una crescente sfidu-cia verso la politica Da qui il prevalere di una particolare modalità del voto di opinio-ne che si potrebbe definire "proviamo e vediamo". In al-tre parole, viene premiato chi riesce a costruire un'im-magine di "novità credibile". Con la conseguenza però che quando gli stessi leader si ri-velano incapaci di fare ciò che promettono, si determi-na una rapida ritirata degli elettori.
A che cosa sarà dedicato allo-ra il tempo richiesto da Elly Schlein?
Per sottrarsi al ri-schio del rapido consumo dei leader dovrebbe muover-si su due piani.
Anzitutto ri-volgersi a un'area vasta di elettori presentando un pro-getto semplice e chiaro di "novità credibile" e su questo — e non su astratte formule politiche di alleanza (tipo campo largo o stretto) — in-calzare i propri interlocuto-ri
Ma allo stesso tempo — e questo è ancor più difficile—mettere a punto un piano che aiuti a realizzare quel progetto.
Che è la sfida con cui oggi devono confrontar-si tutti i partiti di sinistra: mostrare che la redistribu-zione si può conciliare con lo sviluppo.

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