La “chiazza cuperta te Lecce” e l’Ipermercato

 

La “chiazza cuperta te Lecce” e l’Ipermercato

Il mercato, la “chiazza cuperta” sotto la Tettoia Liberty addossata per ottantatré alle Mura del Castello Carlo V di Lecce dal 1898 – 1981. Già la “chiazza cuperta”! L’ho pensata oggi quando ho riflettuto sulla mia esperienza di CONSUMATORE che “vaga” tra gli scaffali della grande distribuzione organizzata.

Oggi sto in quei posti che hanno il nome in codice, infatti quando ci dobbiamo andare insieme al proprio coniuge diciamo “andiamo a fare la spesa alla (e qui il nome della catena della grande distribuzione organizzata).

Quando sono in questi Ipermercati climatizzati SONO SOLO, come la canzone di Jonny Dorelli “Solo più che mai” che poi è la cover della canzone “Strangers in the night” del grande Frank Sinatra che io ho cantato e che potete ascoltare qui: https://www.youtube.com/watch?v=FfJ_ZvrwmpQ.

Siamo solo noi: io e gli scaffali! Anche con mia moglie ci allontaniamo prendendo direzioni diverse incontro al "bene di consumo" che dobbiamo mettere nel carrello. E se quando giungo al banco dei salumi e formaggi o a quello della carne, oppure ancora del pesce ecco che un numero da strappare mi impedisce anche di fare la domanda: “chi è l’ultimo?”. Un display quasi sempre con i numeri colorati di rosso mi dice quand’è il mio turno. Tutto è studiato per fare in modo da ridurre al minimo indispensabile le conversazioni.

Invece vuoi mettere con il grido “pummitori nna lira!” dei fruttivendoli che avevano un banco al mercato coperto? Appena entrato ero investito dal vocio chiassoso delle persone che passeggiavano davanti ai banchi che esponevano ogni sorta di vegetale e dalle grida dei fruttivendoli che si susseguivano in un florilegio delle offerte!

E non c’erano le buste di plastica, mio padre aveva una borsa in pelle che ogni 27, il giorno di paga degli statali, traboccava di ogni ben di Dio.

Forse è perché ciò che vedo oggi del mercato coperto tettoia liberty è molto desiderabile, forse perché quello che vedo nei vari Ipermercati mi sembra poco desiderabile o forse perché questo spendere e spandere mi pare tanto una pratica che ci allontana gli uni dagli altri, fatto sta che l’incontro per lo scambio delle ricchezze, ovvero il mercato, è mia opinione sia divenuto l’incontro per l’accaparramento e, conseguentemente, dell’arricchimento assolutamente individuale ed egoistico.

Abbiamo inventato il linguaggio della parola articolata e siamo gli unici ad utilizzarlo al fine di coordinarci, questa capacità di coordinamento consensuale ci ha fatto raggiungere traguardi inimmaginabili, ed adesso è come se volessimo isolarci, rinunciare al coordinamento in favore della solitudine.

Solo più che mai cantava Jonny Dorelli.

Buona riflessione

Le foto sono relative all’articolo: La copertura in ferro del mercato delle erbe – di Giorgio Estrafallaces e Claudia Piccinno – pubblicato su “Lu Lampiune”






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