Prove di conversazione collaborativa.

 

Prove di conversazione collaborativa.

Ho letto con grande attenzione l’articolo di Daniela preziosi pubblicato sul quotidiano “DOMANI” do oggi venerdì 17 marzo 2023. Da quanto riferisce Preziosi mi è parso di capire che il collante tra Partito Democratico, Movimento cinque stelle, Sinistra ecologica e Azione – Italia viva è IL GOVERNO NEMICO COMUNE. Da quello che leggo non mi sembra che questi manipoli abbiano granché in comune oltre al nemico.

Perché non vedo collaborazione tra questi manipoli decisi a conquistare il potere?

Perché la loro conversazione dal mio osservatorio non può essere distinta come CONVERSAZIONE COLLABORATIVA.

"Essere una persona che collabora con un’altra persona implica rispetto tra di loro, se non c'è rispetto non c'è collaborazione".

"Le conversazioni collaborative sono spazi che permettono la generazione di strumenti che aiutano le organizzazioni che hanno un progetto comune a interagire con rispetto reciproco"

"Le conversazioni collaborative sono il risultato di un processo. Non è che io insegni una ricetta con diversi passaggi e in questo modo produca conversazioni collaborative. Per ottenere una buona comunicazione, dobbiamo ottenere una trasformazione nella comprensione delle persone e del tipo di esseri che siamo".

"riflettiamo su noi stessi, esseri umani, su che tipo di esseri siamo, ciò che sono le nostre competenze e le capacità effettive. Capire questo è ciò che ci darà l'autonomia per poter collaborare a un progetto che viene svolto dall'organizzazione in cui lavoriamo ".

"Questa riflessione porta ad ampliare la comprensione del modo in cui comunichiamo. Comunicare è un processo biologico che non conosciamo. Se capiamo come questo processo si sviluppa biologicamente, e come i nuovi progetti sono generati dalla nostra parte biologica, capiremo che siamo in grado di ottenere la trasformazione consapevole in contesti diversi "

"Le comunicazioni NEI PARTITI riflettono il modo in cui viviamo come famiglia. Cioè viviamo come viviamo perché non abbiamo il tempo di parlare o riflettere. Questo innesca le azioni di un progetto congiunto che non sono coordinate, perché tutti sono occupati in una esecuzione di modalità pazzesche per raggiungere un certo successo o cercare qualcosa che l'organizzazione chiede

Concludo con una raccomandazione a chi ha responsabilità nei partiti che hanno una buona comunicazione: "La prima cosa che devo fare è capire se voglio essere lì o no, nonostante le difficoltà che possono esistere. Dovreste riflettere per decidere se continuare a conversare su queste questioni la prima delle quali è se vi piace la conversazione con gli altri e se avete rapporti con loro in un modo che può generare una sinergia di ascolto, di riflessione che vi faccia discutere in modo che possiate realizzare se avete progetti in comune oppure no.

Se non avete progetti in comune, abbandonate la conversazione, non approderete a nulla.

In genere queste conversazioni tra partiti non avvengono.

Storicamente si riuniscono per BANDE ARMATE al fine di sconfiggere chi detiene il potere. Poi QUESTE BANDE ARMATE SE LE DANNO DI SANTA RAGIONE PER VEDERE CHI SARA’ IL CAPO.

E’ triste, squallido, banale, ma questo, sino ad oggi ho osservato.

Buona riflessione

I LEADER DELL'EX CENTROSINISTRA AL CONGRESSO DI RIMINI
Schlein si riprende la Cgil
Calenda: no al governo insieme
Landini riunisce le opposizioni. Il capo di Azione: «Battaglie comuni, ma su molti temi noi agli antipodi». Fischi dai delegati. La segretaria Pd: «Troviamo qualcosa da fare uniti».
DANIELA PREZIOSI
ROMA
Si erano tanto ama-ti. Alle manifesta- zioni per la pace si erano tanto abbrac-ciati a favore di tele-camere. Ieri invece Giuseppe Conte ha dovuto pren-dere atto. almeno provvisoria-mente, che Elly Schlein gli insi-dia il cuore dei lavoratori della Cgil e del loro capo. Chi ha avu-to vicino il presidente MSs so-stiene che avesse anche un fasti-dio agli occhi, che lo teneva. di-ciamo, un po' meno a suo agio sulle poltroncine colorate del XIX congresso che si svolge a Ri-mini, alla fine del quale Mauri-zio Landini conquisterà il nuo-vo mandato alla guida del pri-mo sindacato italiano. Fatto sta che al talk condotto da Lucia Annunziata in tandem con lo stesso Landini, che ha messo insieme i leader del cen-tro-sinistra — Elly Schlein, Nico-la Fratoianni, Giuseppe Conte e Carlo Calenda — la neosegreta-ria Pd ha preso più applausi. An-che se lui, Conte, ha provato tut-ti i numeri per scaldare la pla-tea: ha scelto le parole giuste per affiancarsi alla richiesta di Landini al governo di ritirare la riforma fiscale (oggi a mezzo-giorno la premier parlerà dallo stesso palco, si attende rispo-sta): «Siamo pronti a scendere in piazza con i sindacati, o da so-li e con tutti gli altri partiti che vorranno opporsi», dice, e così smentisce i suoi che fin li sono andati in tv allo sbaraglio, sen-za una linea, e hanno improvvi-sato che invece nella delega fi-scale della destra «c'è anche qualcosa di interessante». Ma anche Schlein dà ragione a Lan-dini: «Siamo preoccupati, au-mentano divari e diseguaglianze». Poi cerca di prendersi la primo-genitura della proposta di sala-rio minimo. Ma la leader ha fat-to un gran numero in aula al question time con Giorgia Melo-ni; e dalla platea l'ex ministro Andrea Orlando, firmatario del-la proposta poi arenata causa caduta governo Draghi, e ripro-posta nella nuova legislatura, avverte «Sarebbe davvero im-perdonabile se la competizione tra le opposizioni e le rivendica-zioni di primogenitura impe-dissero di raggiungere una posi-zione unitaria». Per recuperare posizioni, Conte vorrebbe fare un numero sullo stop alle armi all'Ucraina, tema a cui i cigiellini sono molto sen-sibili. Ma di guerra non si parla E alla fine la prima notizia della tavola rotonda è che il Pd si è ri-preso il suo posto a fianco della Cgil. A parole, almeno. E la mini-stra del lavoro del governo San-chez, la spagnola Yolanda Díaz che ha infiammato la platea con la proposta di «un'interna-zionale del lavoro», si presenta ai cronisti con Schlein, che del resto cita sempre la sua legge contro i contratti precari.Calenda si smarca La seconda notizia della matti-nata è che è morto il centrosini-stra per come fin qui veniva va-gheggiato, dal Pd a MSs passan-do per i rossoverdi ma anche il Terzo Polo. In politica mai dire mai, ma stavolta la parola defi-nitiva arriva da Calenda Che ha accettato l'invito di Landini a mettere insieme le opposizio-ni. Le battaglie comuni arrive-ranno, promette, ma non l'al-leanza alle politiche «Landini vuole sapere se potrei mai go-vernare con chi è seduto su que-sto palco. Rispondo subito e di-co no, non ci potrei governare, in primo luogo perché non con-divido la linea di politica este-ra», l'allusione è al "pacifismo" di Conte, e poi perché «su molti temi siamo agli antipodi». Anche Fratoianni si era rivolto ai due eterni litiganti Conte e Calenda «Basta fare altri danni oltre a quelli che fa la destra». Non è la prima volta che Landi-ni prova a riunire la formazio-ne. Era già successo all'inizio del luglio 2022, ancora a un'ini-ziativa Cgil. Cera il governo Dra-ghi, sul palco c'era anche Enrico Letta allora segretario Pd, e Ro-berto Speranza. allora ministro e leader Art.1. Ma ci aveva visto lungo e aveva invitato anche Schlein. Da allora è tutto cambiato: lei è segretaria Pd, eletta con molte aspettative, una delle quali ri-mettere insieme la coalizione Conte, che ha bordeggiato l'eb-brezza di fare «il vero partito progressista», oggi annaspa e cerca di ricavarsi un nuovo ruo-la Calenda risolve loro almeno un problema non sarà della partita
All you need is love
La platea dei delegati sindacali lo fischia. lui la sfida: «Volete che vi dica All you need is love o come stanno le cose«. Poi a Con-te, che gli ha appena detto che il jobs act è stato «un fallimento». La replica «Ha creato 1.200.000 occupati in più». Calenda non si contiene al pre-sidente M5S che ironizza sul fat-to che il Terzo Polo abbia votato qualche provvedimento con la maggioranza, nega e si rivolge ai delegati: «Qualcuno sa dire co-sa? No? Informatevi invece di fa-re i pecoroni». All'opposizione potranno lavorare insieme, con-cede, ma serve chiarirsi «sul co-me e sulle priorità», «se mettia-mo solo bandierine, il governo esce rafforzato». Sì sul sistema sanitario. Ma lui per esempio è contro la patrimoniale, banche-rone rossoverde, «in Francia ha fruttato solo 400mila euro». Schlein deve prendere atto che il sogno dell'alleanza larga sfu-ma davvero, ma è svelta a rilan-ciare: «Dobbiamo proseguire il confronto su tutti i contenuti. Chiudiamoci in una stanza, an-che fino a notte fonda, per tro-vare qualcosa da fare insieme». Calenda accetta, ma puntualiz-za ancora «Un confronto sul merito sempre, non c'è mai una preclusione ideologica. Ma non sarà un comitato di liberazione nazionale», formula appena proposta Annunziata, «perché siamo in democrazia. Ci sono punti che ci dividono profonda-mente ma altri su cui possiamo lavorare insieme». All'uscita Fratoianni li ha presi in parola Elly prenda l'iniziativa».
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