Non c’è democrazia senza riconoscere la legittimità di tutti e conseguentemente rispettandoli

 

Non c’è democrazia senza riconoscere la legittimità di tutti e conseguentemente rispettandoli

La professoressa Nadia Urbinati, che è titolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York, nel suo articolo pubblicato oggi martedì 20 giugno 2023 dal quotidiano DOMANI descrive la convivenza delle persone, che sono anche cittadini, nei partiti, come si può leggere qui di seguito:

“I partiti sono essenziali alla democrazia. Associazioni volontarie che uniscono intorno a problemi e scopi e quindi dividono. Grazie a loro, il principio di maggioranza stabilizza la società, nella libertà che ciascuno ha di esprimere e cambiare preferenze e governi, senza timore di rappresaglie.”

Quindi come dice bene la Prof.ssa Urbinati la democrazia non è una forma di governo, è una forma di convivenza e di rispetto di noi stessi. Penso a come questa frase ci permetta di capire perché se osserviamo la nostra convivenza possiamo divenire consapevoli che la democrazia scompare. Non è dalla razionalità che nasce questa esigenza della democrazia ma dal desiderio. Dal desiderio di convivenza e rispetto nella reciprocità. Quello che ho scritto può essere motivo di una seria riflessione sui nostri desideri e sulle nostre emozioni che emergono quando esprimiamo le nostre preferenze. Io ripropongo il mio invito alla collaborazione che permette di agire la possibilità dell'intelligenza collettiva e spero che queste mie indicazioni possano essere prese seriamente in considerazione.

C’è solo una piccola annotazione che faccio sulla esclusione, ad opera della Prof.ssa Nadia Urbinati, della Signora Giorgia Meloni. Voglio dire che la Prof.ssa Urbinati nel suo articolo da delle indicazioni di legittimità e rispetto reciproci esclusivamente alla sola Signora Elly Shlein che è leader del Pd e conseguentemente escludendo tutti gli altri partiti. Le considerazioni contenute nello scritto della Prof.ssa Urbinati sono però finalizzate alla convivenza democratica italiana, ovvero alla convivenza democratica di tutti i cittadini italiani. Conseguentemente se la Prof.ssa Urbinati esclude tutti all’infuori della Sig.ra Elly Shlein esprime implicitamente il suo desiderio di convivenza democratica solo con i cittadini italiani che aderiscono al Pd.

Nanni Moretti docet: “Le parole sono importanti...chi parla male, pensa male e vive male..”

La domanda che faccio alla Prof.ssa Urbinati è la seguente:

Come può un qualunque partito, presentarsi alle elezioni per chiedere di ottenere la responsabilità della redistribuzione della ricchezza a tutti gli italiani governando il Paese, se la leader di questo partito ed i suoi candidati alle elezioni desiderano una convivenza democratica solo con gli iscritti ed elettori del partito, non desiderando la stessa convivenza democratica con tutto il resto dei cittadini italiani?

Buona riflessione

LA MOBILITAZIONE DEL PD
La sassaiola sulla segretaria aiuta solo Giorgia Meloni
NADIA URBINATI politologa
I partiti sono essenziali alla democrazia. Associazioni volontarie che uniscono intorno a problemi e scopi e quindi dividono. Grazie a loro, il principio di maggioranza stabilizza la società, nella libertà che ciascuno ha di esprimere e cambiare preferenze e governi, senza timore di rappresaglie.
Organizzando i cittadini i partiti non solo selezionano il personale politico ma inoltre uniscono nella responsabilità militanti e dirigenti intorno alla leadership. Certo, la decisione porta la faccia del leader, ma il leader solitario non è quello che serve al partito.
La leadership personale si adatta al partito azienda, un prodotto creato e mantenuto dal suo proprietaria, o al partito populista che nasce (e perisce) insieme alle ambizioni dei suo leader.
Non si adatta al partito come collettivo di idee e progetti che persiste oltre i suoi leader e le tornate elettorali e nella sua storia raccoglie la propria identità.
Il partito che rientra in questo paradigma è il Pd. Dopo il declino dell'era renziana è giunto il settembre scorso davanti ad un bivio, ed Elly Shlein è stata eletta con la promessa di scegliere la strada giusta. L'impegno della leader è ammirevole. Ma manca un punto di ferza: una direzione collegiale che renda il gruppo dirigente corresponsabile delle scelte, anche quelle contingenti come l’adesione alla manifestazione contro la precarietà promossa sabato scorso dal Movimento 5 stelle.
Condivisione significa incremento di responsabilità e quindi di potere. Che essa manchi lo si è visto dalla bufera in un bicchiere d’acqua provocata dalle parole con cui Beppe Grillo ha invitato i cittadini a fare servizio sociale: l’attore Grillo ha recitato bene la sua parte con parole politicamente infelici. A rimetterti è stata salo Schlein che ha subito una sassaiola sproporzionata al fatto con esiti internamente divisivi.
Tutto fa buon gioco alla maggioranza die si sta arando unopposizione funzionale alla quale il Pd non appartiene.
Il Pd è il solo agente di disturbo e a giudicare dal fuoco incrociato gli amici di ieri e i nemici di sempre sono bramosi di mettere mano al suo bacino elettorale Lo si vede dall’abuso governativo dell’alluvione in Romagna.
Su questa terra si sta consumando una vergognosa strategia volta ad aiutare i comuni governati dalla destra e a scaricare gli altri. Il piano è banale — convincere i riottosi cittadini di sinistra a cambiare cavallo se vogliono ottenere soldi pubblici.
L'uso fazioso e privatistico dello Stato d è spiattellato dall’ex missino Galeazzo Bigiami con dichiarazioni indegne del ruolo di viceministro che ricopre. Ma a che serve indignarsi? La patria della destra è per la destra. Alle rimostranze istituzionali servirebbe unire una mobilitazione democratica delle popolazioni della Romagna che racconti alla nazione il piano che si sta consumando sulla loro pelle.

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