Il capo dei mercenari di Wagner Evgenij Prigožin vuole il posto di Vladimir Vladimirovič Putin? Chi dei due dovrebbe vincere per la convenienza di noi italiani?
Il capo dei mercenari di Wagner Evgenij Prigožin vuole il posto di Vladimir Vladimirovič Putin? Chi dei due dovrebbe vincere per la convenienza di noi italiani?
MARA MORINI, Professore associato del Dipartimento di scienze politiche e internazionali dell’Università di Genova, ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI, oggi 25 giugno 2023, che descrive gli accadimenti che si susseguono in Russia. Che cosa accade in Russia? La Prof.ssa Morini formula le ipotesi che seguono:
“Potrebbe essere una makirovska (una scena teatrale) oppure rappresenta una razborka una guerra tra gang che può determinare l'implosione della Russia.”
Io prima di scrivere la mia opinione in proposito, ho fatto una riflessione per cercare di capire il cambiamento culturale che può essere rappresentato da questo accadimento.
Non so molto di come sarà il cambiamento culturale dei giovani di oggi, ma io, nella mia giovinezza, ho fatto parte di un momento storico in cui eravamo tutti preoccupati per il cambiamento culturale. La preoccupazione era: come riusciremo a cambiare una cultura, il mondo in cui viviamo, che genera tanta miseria e tanta sofferenza, in un modo di vivere che sia più armonioso, attraverso una minore negazione dell'umano? Nella mia giovinezza vivevamo un momento storico in cui l'Unione Sovietica, al di là del suo essere comunista o meno, era la grande speranza perché in quella Comunità era emerso uno scopo etico. Quella Comunità era impegnata in un tentativo di creare una cultura giusta, una giusta convivenza, un mondo umano. Io guardavo con interesse a quella Comunità Russa dei miei tempi anche se in Italia c'era molta opposizione, soprattutto dei clericali, e c'erano molti scritti che parlavano della fallacia della proposta della Russia. Questi clericali e anticomunisti sostenevano che in verità ciò che era la Russia non era ciò che si supponeva fosse, oppure che la promessa o l'intenzione del comunismo erano state violate. Ho vissuto in uno spazio di convivenza sociale con la domanda del cambiamento culturale, io mi chiedevo: come posso cambiare la cultura? Cosa si deve fare? Deve essere fatto attraverso la guerra? Il cambiamento culturale richiede l'eliminazione di coloro che la pensano diversamente?
Di fronte a questo, allo stesso tempo, ci siamo tutti resi conto che 39 anni di dittatura del Generale Franco in Spagna non hanno cambiato la Spagna. Cioè, non so se ricordate, accade che Franco se ne va e la Spagna che appare non è identica a quella che si poteva osservare a conclusione della guerra civile spagnola, ma la Spagna si presentava con le stesse domande, la stessa situazione, lo stesso atteggiamento nei confronti della vita, come se nulla fosse accaduto.
Ma cosa deve succedere perché una cultura cambi?
Ho fatto parte per 15 anni di una Comunità Neocatecumenale dove insieme agli altri abbiamo studiato ininterrottamente per tutti e 15 anni la Bibbia o "La Storia Sacra", come la chiamavamo noi cattolici. In quello studio mi ha fatto riflettere la storia del popolo ebraico che va nella terra promessa. Sintetizzo la storia per chi non la conoscesse o l’avesse dimenticata: Mosè arriva alla frontiera, manda esploratori e loro tornano dicendo che è una terra meravigliosa, dove scorrono latte e miele e che è popolata da giganti. Questi abitanti giganti della Palestina, fanno da deterrente e gli Ebrei, siccome hanno paura di questi giganti, per la loro stessa paura si auto condannano a vagare quarant'anni nel deserto. Dopo 40 anni gli esploratori tornano di nuovo in quella terra e questa volta riferiscono che è una terra meravigliosa, dove il latte e il miele scorrono ma che è abitata da uomini normali. Vi garantisco che quella storia mi ha sorpreso: gli abitanti di quella terra dove scorre il latte e il miele come hanno fatto a rimpicciolirsi? Come può essere che la prima volta che gli esploratori li videro dissero che erano giganti e quarant'anni dopo invece altri esploratori riferirono che si trattava di uomini normali? Che cosa è successo in quel tempo e in quella terra? Questa era una domanda che continuava a frullarmi nella testa. E, riflettendoci ho capito che naturalmente, quello che è successo non è che sia cambiata la dimensione degli abitanti della Palestina terra promessa agli Ebrei, ma che cambiò l'atteggiamento vitale degli Ebrei. In quegli uomini c'è stato un cambiamento culturale. Come avviene il cambiamento culturale?
In un primo tempo ho pensato che perché ci fosse un cambiamento culturale bisognava che si passassero quarant'anni nel deserto. Ma il costo è più complesso di così. Alla fine, mi sono rivolto alla questione delle emozioni. E questo è il cuore di questo problema, proprio ora.
Quindi tornando alla Russia di oggi e agli accadimenti descritti dalla Prof.ssa Morini la domanda che mi faccio è di comprendere da questi comportamenti qual è l’emozione che motiva il capo dei mercenari di Wagner Evgenij Prigožin.
E’ mia opinione che quello che sta accadendo in Russia sia una guerra tra gang; la stessa guerra tra gang che nel nostro paese vede, l’un contro gli altri armati, quei manipoli di cittadini che lottano per la conquista del POTERE sia tra di loro nel manipolo, che contro gli altri manipoli.
Da ragazzo vidi il film “BORSALINO”, il film narra la vicenda che si svolge a Marsiglia in cui i malavitosi impegnati in una guerra tra gang, si sparavano tra di loro. In una auto l’ispettore, interpretato da Jean Gabin, e il suo collaboratore assistevano agli scontri a fuoco. Il collaboratore chiese a Jean Gabin cosa dovessero fare. L’ispettore gli risponde: “Nulla, nell’attesa che la guerra finisca, dobbiamo solo contare i morti”.
Penso che non ci sia da fare altro anche in questo caso. Quindi per rispondere alla domanda che ho posto come titolo di questo mio scritto: Chi dei due dovrebbe vincere per la convenienza di noi italiani? Posso affermare senz’altro che chiunque otterrà il controllo delle Armi Nucleari della Russia, se sarà informato dall’emozione del potere, avrà comportamenti identici a quelli che osserviamo oggi, poiché in tema di esercizio del Dominio attraverso il potere UNO VALE L’ALTRO.
Per noi italiani non cambia nulla chiunque uscirà vincitore da questo conflitto e, per estensione, per noi italiani non cambierà nulla qualunque manipolo deciso di cittadini uscirà vincitore nei conflitti cruenti ed incruenti che si stanno svolgendo in Italia e nel Mondo.
Buona riflessione
UN EVENTO SENZA PRECEDENTI
Una guerra tra gang che è la prima crisi del sistema
MARA MORINI politologa
Nel XII capitolo de Il Principe. Nicolò Machiavelli riportava << l capitani mercenari o sono uomini eccellenti o no: se sono, non te ne puoi fidare perché sempre aspirano alla grandezza propria o con l'opprimere te, che li siei padrone, o con l'opprimere altri fuora della tua intenzione, ma se non è il capitano virtuoso ti rovina per l'ordinario>> È possibile che Vladimir Putin non avesse compreso realmente la situazione che si stava evolvendo nello scontro verbale delle scorse settimane tra il ministro della difesa, Sergei Shoigu e il capo dei mercenari di Wagner, Evgenij Prigozhin? Cosa può aver determinato in quest'ultimo lai volontà di dar vita a una “marcia per la giustizia” nel paese, sconfessando la narrativa del Cremlino sull'invasione dell’Ucraina? Sono solo alcune delle domande che ci poniamo per cercare di comprendere un evento storico e politico che non ha precedenti nella Russia putiniana. La "verticale del potere” rischia di spezzarsi per l'azione di un outsider. Prigozhin è un uomo che si è arricchito negli anni, grazie a Putin e ha creato una forte organizzazione paramilitare determinante in diversi conflitti come in Siria e in Ucraina. Ha quindi cominciato ad attaccare la gerarchia militare a tal punto che alcuni russologi hanno parlato di “fibrillazioni o crepe” nel Cremlino che sembravano confinate, però, ad uno scontro tra personalismi, ma Putin ha commesso un (altro) errore di valutazione pensando di incorporare i mercenari nell'esercito russo dal 1 luglio con un decreto presidenziale e porre fine agli attacchi: una mossa inaccettabile per Prigozhin che. evidentemente si aspettava ben altro dal suo ex amico. Ciò a cui stiamo assistendo in queste ore non è ancora un colpo di stato, una guerra civile. Potrebbe essere una makirovska (una scena teatrale) oppure rappresenta una razborka una guerra tra gang che può determinare l'implosione della Russia. Gli elementi per comprendere quali possano essere gli scenari futuri sono pochi e in continua evoluzione. Lo scenario dì un colpo di stato dipenderà da quanti soldati russi sosterranno Prigozhin per rafforzarlo nell'impresa di -prendere' Mosca e dal sostegno di qualche -autorità' dell'apparato di sicurezza. Se si tratta di una mera reazione impulsiva il 'traditore' Prigozhin rischia l'arresto e spetterà a Putin capitalizzare elettoralmente quanto è successa dimostrando di essere l'unico capace di mantenere ordine nel paese. Se Putin uscirà di scena, si apre una fase di destabilizzazione politica con conseguenze anche sul piano militare in Ucraina dove Volodomyr Zetensky dovrebbe approfittare della situazione di profonda debolezza del leader russo, ma con il rischio oggettivo di lasciare in mano ai mercenari l'arsenale di 6000 testate nucleari.
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