Per vivere insieme

 

Per vivere insieme

Il prof. Gianfranco Pasquino che è accademico dei Lincei, nel suo articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI di oggi 21 giugno 2023, prende atto della mancanza di coordinamento consensuale in tutte le persone che oggi non hanno la responsabilità della redistribuzione della ricchezza italiana attraverso il governo del Paese ma che desiderano ottenerla nelle prossime elezioni.

La sintesi delle osservazioni del Prof. Pasquino sui comportamenti messi in atto da queste persone è “TUTTI CONTRO TUTTI”.

Nello svolgimento del suo articolo il Prof. Pasquino suggerisce invece “TUTTI CONTRO LA SIGNORA MELONI SU ALCUNI TEMI RIMANENDO DISTINTI E DISTANTI GLI UNI DAGLI ALTRI SU TUTTO IL RESTO”.

I miei studi e le mie osservazioni mi hanno convinto che la proposta del Prof. Pasquino non risolve la criticità di coordinamento consensuale tra le persone.

L'ultimo lavoro di Humberto Maturana e Francisco Varela è nella tesi di laurea dell'accademico della Facoltà di Medicina e neuroscienziato Pedro Maldonado, dal titolo "Il sistema visivo frontale e laterale negli uccelli". La ricerca, pubblicata nel 1998, individua le particolarità del mondo visivo di questi animali per riaffermare l'idea che il mondo fisico che conosciamo è costruito dal nostro cervelloQuesta idea del cervello come sistema chiuso è stata appena riscoperta nelle neuroscienze.

Quindi il cervello non è in grado di catturare IN MODO OGGETTIVO la realtà. Le neuroscienze stanno lentamente stabilendo che effettivamente la nostra percezione nasce dall'attività interna del cervello e non è necessariamente un riflesso fedele del mondo fisico.

Questa idea ha enormi ramificazioni. Da lì ho capito che ogni persona ha accesso a una realtà particolare, e se come esseri umani siamo animali sociali e accettiamo che la realtà degli altri sia legittima quanto la nostra, c'è una conseguenza inevitabile: SE DESIDERIAMO VIVERE INSIEME QUESTO RICHIEDE L’ACCETTAZIONE DELLA REALTA’ DELL’ALTRO.

È da anni che scrivo quello che mi è accaduto quando mi sono addentrato nella riflessione su questa scoperta della biologia e delle neuroscienze. Io sono un dottore agronomo quindi un biologo ma da queste scoperte scientifiche è nata tutta una riflessione che il Dott. Giovanni Diurisi, dopo un mio seminario nella sua Università delle Tre Età, definì FILOSOFICA. La conseguenza è che questa riflessione ha un impatto sul sociale, che si basa sulla convinzione che il cervello di ognuno di noi non ha una verità assoluta, ma piuttosto una verità soggettiva.

Gli approcci di Humberto Maturana alle neuroscienze, che ho appena esposto sono pionieristici anzi direi meglio rivoluzionari, e sono sicuro che continueranno ad avere un impatto nei prossimi 20 anni, non ho dubbi. Normalmente si pensa alla scienza come a un'attività che richiede strumenti sofisticati, invece quello che Humberto Maturana ci ha fatto vedere e capire è che un enorme contributo scientifico, viene anche dalla riflessione oltre che dalla scienza teorica e dalla biologia.

Anche se non è scontato, è chiaro che gli scienziati del nostro Paese possono dare contributi molto importanti alla biologia teorica e spero che Maturana non sia l'ultimo scienziato che l’abbia fatto.

In conclusione, la mia proposta per superare la criticità che è emersa quando si è cercato di ottenere un coordinamento consensuale tra le persone che chiedono la responsabilità della redistribuzione della ricchezza italiana attraverso il governo del Paese, è di essere consapevoli che, come esseri umani siamo animali sociali e, se desideriamo vivere insieme, dobbiamo partire dal presupposto che la realtà degli altri è legittima quanto la nostra, con la conseguenza inevitabile che VIVERE INSIEME RICHIEDE L’ACCETTAZIONE DELLA REALTA’ DELL’ALTRO.

Buona riflessione

COSTRUIRE UN'ALTERNATIVA
Marciare divisi e colpire uniti la strategia che serve al Pd
GIANFRANCO PASQUINO accademico dei Lincei
Marciare divisi colpire uniti. Vecchia massima che le opposizioni italiane non sembrano conoscere. Cercare le convergenze su alcuni elementi programmatici, ad esempio, il contrasto al precariato non danneggia certamente chi converge. Allo stesso modo, accordarsi su quali punti della sedicente riforma della giustizia ad Opera di Nordio è imperativo proporre soluzioni alternative per esempio, recuperando tutto o quasi quello già fatto dall’allora ministro Orlando è raccomandabile. Certo, le convergenze vanno comunque costruite. Non basta andare in piazza con i pentastellati senza neppure preoccuparsi di come quella manifestazione è costruita e senza sapere chi parlerà. Poiché non credo alla smania di protagonismo di Elly Schlein e neppure ad un suo desiderio di fuga in avanti, penso sia stata ingenuità. ln questo caso da valutare come un errore che l'intendenza correntizia dei Pd non poteva appoggiare giulivamente. Mi pare die la consapevolezza che numericamente i parlamentari e gli elettori del MSS sono essenziali ad una qualsiasi alternativa al centrodestra di Meloni non sia ancora stata pienamente raggiunta. Poi naturalmente si pone il problema della compatibilità politica. Su alcuni aspetti cruciali il sostegno all’Ucraina aggredita dalla Russia e i rapporti con Ue le distanze sono tali da rendere praticamente impossibile la formazione di una coalizione che si candidi al governo. Senza escludere strascichi sperabilmente non rancorosi, l’Ucraina potrebbe non essere più un problema fra qualche, breve, tempo. Sarà la campagna per le Europee nel giugno 2024 a dire quanto distanti/vicini possono trovarsi il Pd e le Cinque Stelle. Le premesse non sono entusiasmanti. Poco entusiasmo anche in casa del Pd che la segretaria ha chiamato alla mobilitazione estiva dalle montagne alle spiagge, dalle Alpi alla Sicilia. Il problema non è tanto che la maggior parte dei dirigenti e forse persino dei militanti, sono da tempo disabituati alla mobilitazione (una lezione di vita politica) quanto, piuttosto, che non è chiaro con quali attrezzi concettuali e ideali si presentino agli italiani/e. Schlein sostiene che bisogna accentuare (forse scoprire, forse darsi) l'identità del partito democratica. Allora di questo dovrebbe prioritariamente discutere negli organismi dirigenti. Dubito, lo scriverò in politichese, che la gente si appassioni all’identità. Quello che ho imparato è che la grandissima maggioranza dei cittadini nel mondo democratico vuole conoscere le priorità che un partito sceglie e le soluzioni che propone. Le une e le altre per essere trasmesse e spiegate necessitino del vigoroso e convinto apporto delle minoranze interne al Pd. In spiaggia, sui monti, nelle città d’arte

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