Al Bar Alvino in Piazza Sant'Oronzo a Lecce

"La Soglia del Silenzio"


Filippo si accomodò al tavolo del bar Alvino, in Piazza Sant'Oronzo, il cuore pulsante di Lecce. Era una giornata di fine estate, e la piazza brulicava di vita e di colori. Il bar, con la sua eleganza retrò e i suoi tavolini bianchi, sembrava il punto di incontro per tutti coloro che volevano gustare un caffè e respirare l’atmosfera vivace della città. Filippo amava sedersi qui, il posto perfetto per rifugiarsi dal trambusto e lasciar vagare la mente.

Quel giorno il sole filtrava attraverso i tendaggi bianchi, proiettando ombre delicate sui pavimenti in marmo e creando un gioco di luci che danzava sui volti dei clienti. Filippo stava sorseggiando un caffè, perso nei suoi pensieri, quando l'incontro che aveva tanto cercato di dimenticare tornò a farsi vivo nella sua mente.

Mentre il bar si riempiva dei suoni familiari delle conversazioni e dei bicchieri che tintinnavano, l'entrata del locale si aprì e una donna entrò. Filippo sollevò lo sguardo e il tempo sembrò fermarsi. Era lei. Era impossibile non riconoscerla, anche se era cambiata. L'energia che emanava era la stessa, la sua presenza portava con sé un fascino irresistibile.

Lei si avvicinò al bancone, ordinò qualcosa con una voce melodiosa e poi si diresse verso un tavolo vicino. Lì, al suo fianco, c’era un uomo che Filippo non aveva mai visto. La donna, con i suoi capelli ondulati e il vestito leggero, sembrava fuori dal tempo, come se fosse un’apparizione evocata dai sogni di Filippo.

Il cuore di Filippo accelerò mentre la osservava. Ogni movimento di lei era un balletto di grazia, ogni sorriso un segreto sussurrato al vento. Non poteva fare a meno di seguirla con lo sguardo, come se stesse cercando di decifrare un enigma.

Quando la donna e il suo compagno si alzarono, Filippo decise di muoversi. Con un pretesto casuale, si avvicinò al tavolo dove la donna stava chiacchierando con il suo compagno. Era un momento cruciale. Filippo sentiva l’emozione crescere dentro di lui, un desiderio di comprendere quel legame che sembrava trascendere la realtà.

L'ultimo colpo di scena fu quando Filippo vide che la donna, nel salutare il suo compagno e alzarsi, si avvicinò al bar per pagare. Il marito era momentaneamente coperto da un gruppo di turisti che passavano, creando una barriera invisibile tra loro.

Quando finalmente i loro sguardi si incrociarono, fu come un fulmine a ciel sereno. Non c’erano parole, né gesti; solo una connessione silenziosa e intensa che attraversava l’aria. I loro occhi si incontrarono, e in quel breve istante, il mondo attorno a loro scomparve. Il tempo stesso sembrò trattenere il respiro.

Non c'era bisogno di spiegazioni. Era come se si fossero già detti tutto, come se si conoscessero da un'altra vita, o forse da un’altra dimensione. L’incontro fu breve, e la donna se ne andò, lasciando Filippo in uno stato di stupore e meraviglia.

Filippo rimase al bar Alvino per un po’, immerso in quel silenzio che parlava di intimità e di connessione. La piazza continuava a pulsare di vita, ma per lui, quel momento rimase una gemma rara e preziosa, custodita nel profondo del suo cuore.

Antonio Bruno

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