L'Avidità e i Cambiamenti Climatici: Una Prospettiva dagli scritti di Humberto Maturana

 L'Avidità e i Cambiamenti Climatici: Una Prospettiva dagli scritti di Humberto Maturana



L’avidità, come emerso dalle riflessioni più profonde e dalle osservazioni dei fenomeni naturali e sociali, è spesso sottovalutata come una delle cause principali dei cambiamenti climatici. Se guardiamo al contesto attuale, la crescente frequenza di eventi climatici estremi non è solo una manifestazione di fenomeni naturali, ma riflette anche il nostro comportamento individuale e collettivo. Come osserva Maturana, «viviamo nel mondo e cioè perché ne facciamo parte; viviamo con altri esseri viventi e quindi condividiamo con loro il processo vitale» (Maturana, 1997). Il nostro ambiente è un riflesso diretto delle nostre azioni, e l’avidità, in quanto forza che ci spinge a sfruttare le risorse senza considerare le conseguenze, è una delle radici di tale disarmonia.


La questione della sicurezza attraverso nuove infrastrutture e mitigazione del rischio idrogeologico non è un semplice intervento tecnico, ma una necessità che emerge dall’interazione complessa tra le nostre azioni e l'ambiente. L’Emilia Romagna, come esempio tragico di tali eventi, sottolinea quanto sia imperativo investire in misure che prevengano catastrofi. Investimenti in infrastrutture verdi e tecnologie pulite sono proposte non solo razionali ma essenziali per la nostra sopravvivenza collettiva. In linea con le idee di Maturana, è fondamentale riconoscere che «noi costruiamo il mondo in cui viviamo per tutta la vita» e, dunque, costruire un ambiente sostenibile è una responsabilità condivisa.


Il market design che promuove investimenti green, come la detassazione degli utili per la ricerca e sviluppo di tecnologie pulite e la creazione di strumenti finanziari a carattere verde, è una risposta pratica a questa sfida. Tuttavia, Maturana ci invita a considerare l’importanza delle emozioni nel guidare il nostro comportamento. Le emozioni, come l’amore, possono trasformare il nostro approccio verso l'ambiente. «È mia opinione che l’amore giochi un ruolo fondamentale, perché fa evolvere l’uomo» (Maturana, 1997). Se le politiche e le azioni sono guidate da una connessione emotiva profonda con il nostro ambiente, è più probabile che queste siano sostenibili e genuine.


Le proposte di incentivare le aziende per metodi di lavoro sostenibili e di offrire sgravi per chi opera nel verde sono significative, ma devono essere accompagnate da una riflessione più ampia su come l'avidità e il consumo insostenibile siano stimoli fondamentali alla crisi climatica. I partiti politici dovrebbero non solo discutere e approvare queste misure, ma anche giungere a un consenso su una critica costruttiva alla pubblicità e ai modelli di consumo che alimentano l’avidità. È nella responsabilità collettiva, «nella nostra traiettoria di vita», che si costruisce una coscienza critica che può guidare il cambiamento necessario.


Nel considerare la parabola del contadino di Gesù, in cui solo i semi che cadono su terreno fertile prosperano, possiamo trarre un insegnamento fondamentale: «Abbiamo bisogno di un terreno fertile in cui prosperare» (Luca 8:4-15). Il nostro terreno fertile è l’amore, che può trasformare l’approccio verso il nostro ambiente e renderlo accogliente. È attraverso l’amore e il rispetto per la nostra casa comune che possiamo sperare di creare un mondo sostenibile e giusto.


La riflessione personale e collettiva su queste tematiche può dunque portare a una maggiore consapevolezza e a cambiamenti concreti. Buona riflessione.

Antonio Bruno

Fonti:


Maturana, H. (1997). La realtà del dialogo.

Luca 8:4-15, Parabola del seminatore.

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