La Gestione dei Beni Comuni: Una Prospettiva Sistemica e Biologica
La Gestione dei Beni Comuni: Una Prospettiva Sistemica e Biologica
Quando parliamo della responsabilità nella gestione e amministrazione dei nostri beni comuni, possiamo adottare due atteggiamenti distinti che portano a conseguenze profondamente diverse. Esploriamo queste prospettive attraverso una lente sistemica e biologica, come avrebbe fatto Humberto Maturana.
La prima prospettiva si concentra sul risultato finale, sulla vittoria o sulla sconfitta. In questo caso, il nostro cervello è dominato dalla dopamina, un neurotrasmettitore che guida la nostra ricerca di ricompense immediate e tangibili. Questa chimica del cervello ci spinge a vedere la gestione dei beni comuni come una competizione, un gioco a somma zero dove la vittoria di uno implica la sconfitta dell'altro. La dopamina, pur essendo una potente motivatrice, ci lega a un ciclo di aspettative e delusioni, rendendo il processo gestionale un terreno fertile per conflitti e tensioni.
Immaginiamo la comunità di Otranto che deve decidere come utilizzare una risorsa naturale condivisa, come i Laghi Alimini. Se i membri della comunità si concentrano solo sui propri benefici individuali e sui risultati immediati, potrebbero sovrasfruttare la risorsa, portando a una tragedia dei beni comuni. Questo atteggiamento è alimentato dalla dopamina, che spinge ciascun individuo a massimizzare il proprio guadagno personale, anche a scapito del benessere collettivo.
La seconda prospettiva, invece, pone l'accento sul processo e sul piacere intrinseco del coinvolgimento nella gestione. Qui, il nostro cervello rilascia serotonina, un altro neurotrasmettitore che favorisce la sensazione di soddisfazione e benessere nel momento presente. Quando ci concentriamo sul processo, vediamo la gestione dei beni comuni come un'attività collaborativa, dove l'obiettivo non è solo raggiungere un risultato specifico, ma godere del percorso e delle relazioni che si costruiscono lungo il cammino.
Riprendendo l'esempio della comunità di Otranto e dei Laghi Alimini, se i membri si concentrano sulla gioia di lavorare insieme e sull'importanza di mantenere la risorsa per le generazioni future, la gestione diventa un atto di cura reciproca e di rispetto per l'ambiente. La serotonina favorisce un approccio cooperativo, dove il successo di uno diventa il successo di tutti. Questo atteggiamento costruisce fiducia e promuove il benessere collettivo, riducendo i conflitti e aumentando la resilienza della comunità.
Da una prospettiva sistemica, queste due modalità di pensiero non sono solo questioni di chimica cerebrale, ma riflettono come percepiamo e interagiamo con il mondo. Humberto Maturana ha spesso sottolineato che la nostra cognizione è fondamentalmente relazionale: noi co-creiamo la realtà attraverso le nostre interazioni. Quando ci focalizziamo sui risultati finali, la nostra realtà diventa frammentata e competitiva. Al contrario, quando ci concentriamo sul processo, la nostra realtà si trasforma in un tessuto connettivo di relazioni significative e sostenibili.
In conclusione, la gestione dei nostri beni comuni può essere radicalmente diversa a seconda della nostra prospettiva. Se permettiamo alla dopamina di guidarci, rischiamo di entrare in una spirale di competizione e sfruttamento. Tuttavia, se ci lasciamo guidare dalla serotonina, possiamo costruire comunità resilienti e sostenibili, dove la gestione dei beni comuni diventa un atto di amore e responsabilità condivisa. Humberto Maturana ci invita a riflettere su queste dinamiche, riconoscendo che la scelta è nostra e che la qualità delle nostre relazioni dipende dal modo in cui scegliamo di vedere e vivere il mondo.
Antonio Bruno
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