La Responsabilità del Futuro: Un'Analisi Sistemica

 La Responsabilità del Futuro: Un'Analisi Sistemica 


Nel contesto attuale, le parole di Simon Stiell, segretario esecutivo dell'agenzia Onu sul clima, risuonano con un'urgenza inquietante: «Abbiamo due anni per salvare questo pianeta, e questa è una responsabilità di ogni essere umano» (Stiell, 2024). Questa dichiarazione, fatta il 10 aprile, sottolinea la necessità di una risposta immediata e collettiva per affrontare la crisi climatica. Tuttavia, la realtà economica e politica sembra muoversi in una direzione opposta. La recente notizia che gli investimenti in petrolio e gas nel 2024 raggiungeranno livelli record, generando altre dodici miliardi di tonnellate di CO2, non è sorprendente per chi osserva i meccanismi di autoconservazione del sistema economico globale.


Gli attivisti di Letzte Generation, che hanno bloccato l'aeroporto di Francoforte proclamando che «il petrolio uccide», incarnano una dissonanza cognitiva creata dalle strutture stesse della nostra società. Secondo Maturana, le nostre percezioni e azioni sono determinate dai sistemi di significato e dalle reti di conversazioni in cui siamo immersi (Maturana, 1988). Così, le dichiarazioni di urgenza di Stiell si scontrano con le azioni delle industrie energetiche, che continuano a espandere le loro infrastrutture senza riguardo per le conseguenze a lungo termine.


La Scienza e le Industrie Energetiche: Una Escalation Reciproca

Negli ultimi anni, si è verificata un'escalation reciproca tra scienza, istituzioni e industrie energetiche. La scienza, rappresentata da enti come l'IPCC, ha lanciato messaggi sempre più urgenti e perentori, dipingendo il clima come una questione di "vita o morte". Questo ha alimentato un'eco-ansia diffusa, che può trasformarsi in terrore millenarista. Dall'altra parte, le industrie energetiche hanno risposto aumentando i loro investimenti in combustibili fossili, ignorando deliberatamente la responsabilità del futuro. Questo comportamento non è solo una dimostrazione di avidità, ma riflette anche una struttura sistemica che privilegia il profitto immediato rispetto alla sostenibilità a lungo termine.


La Frattura del Movimento Ambientalista

Il movimento ambientalista, una volta unito e potente, è ora diviso in due tronconi principali. Da un lato, ci sono coloro che hanno scelto la via istituzionale, cercando di influenzare la politica attraverso il dialogo e la partecipazione diretta. Tuttavia, i risultati ottenuti sono spesso limitati, come dimostrato dalle recenti elezioni europee dove nessuno degli ex attivisti di Fridays for Future è riuscito a ottenere un seggio a Strasburgo. Dall'altro lato, i radicali vedono il sistema politico ed economico come intrinsecamente corrotto e ingannevole. Le ragioni del sabotaggio e della protesta non violenta diventano sempre più attraenti per questi gruppi, che si sentono traditi dalle promesse non mantenute.


La Repressione e l'Estetica della Rivolta

La repressione del movimento ambientalista ha raggiunto livelli senza precedenti, con scioglimenti forzati, arresti e condanne severe. La condanna a cinque anni di carcere per cinque attivisti di Just Stop Oil nel Regno Unito ha suscitato l'indignazione delle Nazioni Unite, con Michael Forst che ha dichiarato che tali sentenze «non sono accettabili in una democrazia» (Forst, 2023). Questo clima repressivo alimenta ulteriormente la convinzione che le regole del gioco siano truccate, spingendo alcuni attivisti verso azioni più estreme.


Uno dei cinque condannati, Roger Hallam, ha scritto dal carcere che «il capitale internazionale è sfuggito a ogni controllo e ha creato le condizioni per l’estinzione», e che «il pianeta è diventato un’unica, grande camera a gas» (Hallam, 2023). Questa visione apocalittica è in linea con la dichiarazione di Stiell, ma pone una domanda fondamentale: come possiamo salvare il pianeta se le regole attuali favoriscono la distruzione?


Conclusione: Un Futuro da Ridefinire

La situazione attuale richiede una riflessione profonda e sistemica. La nostra comprensione del mondo e delle nostre responsabilità deve essere ridefinita. Come Maturana e Varela hanno sostenuto, siamo tutti co-creatori del nostro mondo sociale e naturale (Maturana & Varela, 1987). È quindi essenziale che ogni individuo riconosca il proprio ruolo e la propria responsabilità in questa crisi. Solo attraverso un cambiamento radicale delle nostre percezioni, delle nostre conversazioni e delle nostre azioni possiamo sperare di costruire un futuro sostenibile per tutti.

Antonio Bruno


Bibliografia:


Forst, M. (2023). Intervento presso le Nazioni Unite.

Hallam, R. (2023). Scritti dal Carcere.

Maturana, H. R., & Varela, F. J. (1987). The Tree of Knowledge: The Biological Roots of Human Understanding. New Science Library.

Maturana, H. R. (1988). Reality: The Search for Objectivity or the Quest for a Compelling Argument. The Irish Journal of Psychology.

Stiell, S. (2023). Dichiarazione del Segretario Esecutivo dell’Agenzia Onu sul Clima.





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