Questa di Luglio è la "festa ranne"
Questa di Luglio è la "festa ranne" (festa grande)
e fa riferimento al luglio del 1724, quando uno dei figli del duca Marulli
portò nella cittadina una reliquia di San Cesario, che lui, cavaliere di Malta,
aveva ottenuto dalla chiesa di Lucca.
San Cesario, di probabili origini africane, ritornato in
Terracina, si dimostrò subito fervente cattolico, sino a raggiungere il
diaconato.
Fu accusato di lesa maestà e di alto tradimento perché si oppose
a sacrifici umani agli déi pagani. Correva l'anno 107 d.C., essendo imperatore
Traiano, e il giovane diacono fu condannato ad essere precipitato in mare,
rinchiuso in un sacco appesantito da pietre, sino al sopraggiungere della
morte.
A Terracina, in Campania, il natale di San Cesario Diacono,
il quale, straziato per molti giorni in prigione, poi, insieme a san Giuliano
Prete, fu messo in un sacco e precipitato nel mare.
Storia delle reliquia di S. Cesario Diacono e Martire
La reliquia di San Cesario fu portata dal duca Marulli nel
1724 da Lucca. Ma come è giunta in quella città sapendo che San Cesario ha
subito il martirio a Terracina? Dopo il martirio i corpi di S. Cesario e S.
Giuliano, riportati a riva, vennero seppelliti dal monaco Eusebio nella
proprietà di Quarto di Capua (Terracina). Sul sepolcro di S. Cesario sorse la
chiesetta dedicata a S. Maria ad Matyres che venne demolita nel 1892 e a
ricordo fu innalzata una colonna con una croce. Secondo la “Sanatio Gallae et translatio
S. Cesarii” l’imperatore Valentiniano I, dopo la guarigione della figlia, fece
traslare le ossa dei santi Cesario e Giuliano nella Domus Augustana di Roma
(distrutta) dove venne eretto un oratorio “S. Cesareo in Palatio”. Quando
questo stava andando in rovina si provvide a traslare le ossa nella Basilica di
Santa Croce in Gerusalemme (Roma) dove attualmente si trovano.
La storia delle reliquie di S. Cesario è legata fortemente
al papa Alessandro II (Anselmo) dapprima Vescovo di Lucca: questi appena fu
nominato papa, dall’imperatrice Agnese di Poitou, madre di Enrico IV, non fu
riconosciuto e al suo posto nominò Cadalo (l’antipapa Onorio II). Per questa
disputa a Mantova venne convocato il concilio presieduto da Annone II
arcivescovo di Colonia, che scomunicò Onorio II e confermò papa Alessandro. In
segno di riconoscimento quest’ultimo donò un braccio di S. Cesario che si trova
ora nella chiesa di S. Giacomo di Colonia (Germania). Alessandro II nel recarsi
a Mantova passò da Lucca e donò alla chiesa dei SS. Filippo e Giacomo, chiamata
di “S. Ponziano” parte del corpo di S. Cesario D. e M..
Quando la chiesa suddetta, che aveva annesso un convento di
benedettini, divenne fatiscente le reliquie furono traslata presso la chiesa di
S.Bartolomeo. Nel 1474 questa chiesa fu dedicata a S. Ponziano. Le ossa furono
custodite sotto l’altare e tutti i reliquiari vennero depositati nella cappella
a destra del presbiterio dove una epigrafe del 1727 ne ricorda le più
importanti. Al primo posto sono elencate quelle di S. Cesario. La chiesa fu
abbandonata per alcuni decenni e le reliquie furono portate nel monastero
dell’Angelo di Lucca in località Tramonte, e dell’urna di S. Cesario si perdono
le tracce.
Nel 2009 Mons. Michelangelo Giannotti vicario generale e
rettore della basilica di S. Frediano, ritrova in un deposito della curia tra
gli oggetti non inventariati e provenienti da diverse chiese, l’urna che
identifica grazie al cartiglio “Ossa sex S. Cesarii Diac. M.”, ben sei ossa del
corpo di San Cesario: una spalla, le due ossa del bacino, e le tre ossa
dell’arto inferiore. Le ossa sono contenute in un urna di legno dorato e
intagliato, realizzato nel XVII secolo: presenta nella parte anteriore un vetro
trapezoidale, i lati sono sagomati con foglie d’acanto e l’interno foderato
con stoffa rossa. Costatando il mal
stato di conservazione del reliquiario e delle ossa, Mons. Giannotti decide di
far eseguire una ricognizione necessaria ad un intervento di pulitura della
polvere e sistemazione. Le ossa sono cosi adagiate: sulla parte superore della
teca legate con un nastro rosso le tre ossa della gamba, al lati le ossa del
bacino e nel mezzo la scapola con incollato il cartiglio in latino. Il 1
novembre 2010 nella festività di tutti i Santi l’urna è stata esposta alla venerazione
dei fedeli ed è tuttora conservata nella chiesa di S.Frediano
nell’armadio-reliquiario.
Maurizio Perrone
(pubblicato nell'edizione 2012 del libretto "Festa
Patronale San Cesario")
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