LA DEMOCRAZIA SECONDO GUIDO CORESETTO E SECONDO HUMBERTO MATURANA
LA DEMOCRAZIA SECONDO
Guido Crosetto,
la costruzione di un pensiero serio, mettendo insieme mondi
diversi, non lo fai con un tweet”.La politica ha bisogno di più di 140
caratteri: “La politica è fatica. Il problema è che nessuno legge e tutti
parlano di cose che non conoscono. Stamattina, prima di cominciare le mie
riunioni delle otto, sono andato all’ufficio legislativo per chiedere il
decreto banche. Non c’era. Quindi commentiamo cose che stanno sui giornali ma
che magari gli stessi giornalisti non hanno letto. Io sono fatto all’antica, voglio
leggere cosa c’è scritto nella Finanziaria, nella legge per il reddito di
cittadinanza, perché voglio dare al mio avversario il beneficio del rispetto.
Ma è sempre più difficile, perché gli atti non ci sono e così si fa politica
sul sentito dire. Nessuno legge niente, l’articolista non ha letto e scrive di
una cosa che non esiste; chi legge l’articolo parla di una cosa che non esiste,
ognuno cerca l’articolo che risponda meglio alla sua tifoseria e via così. E’
un modo superficiale di fare le cose che premia la politica superficiale.
Questo è un paese che non ama chi pensa e approfondisce, ma chi si presenta
bene, secondo il sentiment del momento. Eppure io quando cerco un medico non mi
interessa se sia figo o no, o se mi stia simpatico”.
C’è dunque un problema di competenze? “Sì e non da ora, solo
che ora abbiamo raggiunto l’apice. C’è un problema di classe dirigente ed è
difficile che sia diverso da così: abbiamo avvalorato l’idea che per fare
politica bisogna anzitutto essere nuovi. Invece è come in qualunque altro
mestiere: chi è nuovo e inesperto fa cazzate. Serve l’esperienza ma serve anche
l’intelligenza. Certe volte non basta solo l’esperienza. E questo vale per
tutti, dall’idraulico al chirurgo”. Prendiamo gli Stati Uniti, dice Crosetto, dove
hanno appena eletto Nancy Pelosi speaker della Camera. “Figlia di un politico,
fa politica da quando ha due anni e adesso ne ha 79. Nessuno si degna di
criticare questa scelta, neanche Trump. In Italia invece c’è l’idea che magari
la prossima volta dobbiamo far eleggere un presidente del Consiglio di 22 anni
che non ha fatto niente nella sua vita. In questo modo peraltro posso pagarlo
poco, perché sul mercato vale poco. Ed è curioso, perché gli immigrati non
devono entrare perché fanno concorrenza sleale, ma la politica la possono far
tutti così possono essere pagati poco. Ma che vuoi che sia, no? Gli sto solo
affidando il mio futuro e quello dei miei figli”.
LA DEMOCRAZIA SECONDO
Humberto Maturana
Che ruolo si adatta ai leader politici in tutto questo? La
tua condotta di rispetto e onestà è stata messa in discussione ...
Assolutamente. Penso che il leader sia bravo quando disfa,
quando smette di essere un leader. In fondo penso che i leader siano un grosso
inconveniente perché implicano una resa dell'altro.
Non dovrebbero esserci leader?
Penso di no. Ma ci sono responsabilità che una persona può
accettare, conversare, essere una guida temporanea. La parola leader significa
guida, ma nella storia significa qualcos'altro: un leader richiede una resa
dell'altro, sente che l'altro deve fare ciò che lui dice di fare. La guida
invece deve convincere gli altri dell'opportunità di un percorso. È molto
diverso La storia dei leader è una storia ingannevole, di relazioni di dominio
e sottomissione. Ecco perché il miglior leader è quello che va a pezzi. Senza
appropriazione di responsabilità. La storia della democrazia è una storia per
impedire a qualcuno di appropriarsi delle responsabilità della comunità.
Proponi quindi una sorta di democrazia colloquiale.
Dico che se siamo in una democrazia devono esserci colloqui,
perché è l'unico modo per generare accordi. Se non ci sono conversazioni, non
c'è democrazia. Le elezioni non costituiscono una democrazia.
Cioè, non viviamo in democrazia?
Non viviamo in democrazia. Dichiariamo la democrazia, ma non
la abbiamo in pratica. La democrazia, come ho scritto una volta, è un'opera
d'arte per generare un progetto comune nel reciproco rispetto e nella
collaborazione reciproca. Il compito è generare quel tipo di coesistenza.
E pensi che sia possibile? Qual è la tua fiducia basata su
tanti segni contrari?
La mia fiducia si basa sul fatto che gli esseri umani amano
collaborare e che tutti noi vogliamo essere rispettati e rispettare. L'unico
spazio in cui ciò è possibile è la democrazia, che è precisamente il tentativo
di coesistenza di persone che si rispettano a vicenda in un progetto comune. È
difficile, naturalmente, perché abbiamo molte teorie che negano il rispetto e
la collaborazione.
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