L'ho mai ''percepito" prima?
Come funzionano i processi di percezione umani? a cura di
Antonella Petruzzellis (neurologa ed esperta di fisiologia dei processi di
percezione)
...la nostra mente tratta i dati che riceve come uno
scultore tratta un blocco di pietra (William James "The stream of
thoughi")
La conoscenza del mondo è mediata dai sensi. Il nostro
tatto, le nostre orecchie, i nostri occhi "costruiscono" le idee che
provengono da stimoli esterni e che ognuno di noi utilizza nella vita di tutti
i giorni. Queste intuitive affermazioni sottendono tuttavia una serie di
fondamentali interrogativi sul complesso processo con cui il nostro cervello
organizza le singole informazioni di natura sensoriale in una percezione
unitaria e cosciente. Come è possibile, ad esempio, che colori e suoni (non
dimentichiamo, "pure costruzioni" del nostro cervello non esistenti
in natura), vengano a formarsi a partire da onde elettromagnetiche ed onde
pressorie (stimoli con proprietà fisiche ben definite) con procedimenti simili
per ciascun individuo e non di meno con peculiarità individuali?
Insomma, perché tutti noi, con minime differenze,
riconosciamo il tono serio di un rimprovero o il verde di un barattolo di
insalata? Nel tentativo di dare una risposta a quesiti come questi sono nate le
branche della psicofisica e della fisiologia sensoriale. La prima ha per
oggetto l'analisi del rapporto tra caratteristiche fisiche dello stimolo e
risposta sensoriale. La seconda si propone di analizzare i processi di traduzione
dello stimolo e di successiva elaborazione da parte del sistema nervoso
centrale. Dall'approccio combinato dei due metodi sono nate in seguito le
moderne teorie sul processo della percezione. La prima e fondamentale
osservazione è stata che il cervello costruisce la rappresentazione del mondo
esterno in relazione a "com’è è fatto e come funziona".
Esso ignora alcune
caratteristiche degli stimoli che riceve e ne conserva delle altre
interpretandole essenzialmente alla luce della sua struttura interna e della
sua esperienza pregressa. I meccanismi generali che governano tali processi
sono comuni a tutte le modalità sensoriali (visione, udito, tatto, gusto,
olfatto, sen-azione somatica di dolore, temperatura e propiocezione). I sistemi
sensoriali sono costituiti da particolari popolazioni neuronali che mettono in
contatto i recettori periferici con il midollo spinale, il tronco dell'encefalo,
il talamo (ad eccezione del sistema olfattivo) e la corteccia cerebrale (vedi
fig. delle stazioni sensoriali, adattata da Kandel 2003).
I recettori periferici (coni e bastoncelli della retina, cellule
cocleari dell'orecchio, recettori dolorifici della cute) trasformano l'energia
dello stimolo incidente in un segnale elettrico che si trasmette, sotto forma
di potenziale d'azione, ai vari neuroni posti lungo le vie sensoriali. Tale
processo dà origine in definitiva alle sensazioni. Il sistema nervoso codifica
le caratteristiche dello stimolo a partire da variazioni di tale segnale. Il
passaggio tra sensazione e percezione si struttura allora grazie ad un doppio
meccanismo di funzionamento dei sistemi sensoriali. Esiste un'organizzazione di
tipo seriale, per cui in ciascun nucleo di ritrasmissione (neuroni di diverso
ordine posti nelle diverse stazioni anatomiche già citate) si realizza
un'attività di filtro sullo stimolo ed alcune informazioni vengono accettate ed
altre rigettate.
Le diverse vie nervose inoltre decorrono in parallelo: per
esempio le informazioni riguardanti la temperatura, la pressione e il dolore
contenute in uno stimolo cutaneo decorrono lungo vie separate fino alla
corteccia. La percezione che noi otteniamo è coerente ed unitaria, nonostante
la complessità dell'esperienza sensoriale, perché i segnali provenienti dalla
miriade di popolazioni neuronali attivate sono infine integrali, associati e
memorizzati nelle varie aree della corteccia cerebrale e correlati
all'esperienza passata rispondendo alla domanda: L'ho mai ''percepito"
prima?
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