LA PROGRAMMAZIONE PER UN MONDO FINALMENTE UMANO
LA PROGRAMMAZIONE PER UN MONDO FINALMENTE UMANO
Gianni Cuperlo, prescelto nel parlamento, ha scritto un articolo pubblicato dal quotidiano DOMANI del 6 agosto 2023 nel quale descrive la libera concorrenza del mercato neoliberista e le dinamiche conseguenti che solo la causa dei prezzi. Cuperlo si sofferma a descrivere le dinamiche dei prezzi della benzina, dello zucchero e del grano giungendo alla conclusione che segue:
“Anni fa toccò a Tony Judt (*) definire il nostro un «mondo guasto». Guasto come un frutto bacato. Non ha avuto il tempo per vederne il lato marcito. Ma combattere quel marciume oggi è compito della politica e della sinistra. E va fatto presto, prima che sia troppo tardi.”
Ciò che Tony Judt definisce MONDO GUASTO, le mie osservazioni me lo fanno percepire come “MONDO NON UMANO”.
Gianni Cuperlo può fare in modo di ottenere UN MONDO UMANO perché noi tutti abbiamo la possibilità di ricordare a noi stessi la Costituzione.
Mi spiego meglio, il neoliberismo è emerso come UNICO PARADIGMA, perché la rappresentanza politica (I PRESCELTI) dopo la tangentopoli del 1992 non aveva più la fiducia da parte dei cittadini.
Noi possiamo fare riferimento al fatto che la Repubblica è nata dall'incontro delle culture che, dopo la seconda guerra mondiale, hanno fatto una scommessa che coniugasse il liberismo con la programmazione economica.
Ne ho scritto in un mio studio sulla ricostruzione del paesaggio rurale del Salento: programmazione economica articolo 41 della Costituzione.
Per scongiurare il MONDO GUASTO abbiamo la nostra Costituzione che ci mette a disposizione la programmazione, che è un metodo d’intervento pubblico in economia riconosciuto dall’art. 41, ultimo comma, della Costituzione italiana: la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.
Nell’ambito costituzionale, la programmazione viene identificata come uno strumento impiegato dall’autorità pubblica (Stato) per orientare l’economia del Paese verso il raggiungimento di obiettivi di benessere comune nel rispetto delle libertà individuali ed in particolare di quella d’iniziativa economica privata.
L’art. 41 pone una riserva di legge in tema di programmazione, nel senso che affida al Parlamento, quale organo di massima espressione di volontà popolare, il compito di legiferare in materia di programmi e di controlli. La riserva di legge non è comunque assoluta, in quanto esiste la possibilità di delega parlamentare per la predisposizione dei programmi. Attraverso gli Statuti regionali, tale riserva si considera poi generalmente superata.
Così descritta si ha una programmazione indicativa, che si contrappone a quella obbligatoria, tipica di economie socialiste, in cui il potere centrale (lo Stato) pianifica l’intera vita sociale ed economica del Paese imponendo significative restrizioni alle iniziative individuali.
A queste due se ne aggiunge una terza, quella democratica, fondata sul decentramento amministrativo dello Stato e sulla partecipazione. In questo caso, le Regioni concorrono con lo Stato alla programmazione economica (decentramento) coinvolgendo nella sua realizzazione anche gli altri Enti locali autonomi, i sindacati e le formazioni sociali (partecipazione).
PER QUANTO RIGUARDA IL PRESCELTO GIANNI CUPERLO INSIEME A TUTTI I PRESCELTI, SAREBBE OPPORTUNO CHE IN UN MOMENTO DI RIFLESSIONE EMOZIONALE ED EMOTIVA INTERVENGA QUESTA RIFLESSIONE SULL'ARTICOLO 41 DELLA COSTITUZIONE PER DARE CONTENUTI ALLA NOSTRA ESISTENZA SOCIALE CHE PUÒ FINALMENTE DIVENIRE UMANA.
Buona riflessione
(*) Tony Judt (Londra, 2 gennaio 1948 – New York City, 6 agosto 2010) è stato uno storico britannico, residente negli Stati Uniti. Specializzato in storia europea, ha ricoperto il ruolo di Erich Maria Remarque Professor in European Studies all'Università di New York dove ha diretto l'Erich Maria Remarque Institute. È stato un collaboratore abituale de The New York Review of Books. Nel 1996 è stato eletto membro della American Academy of Arts and Sciences, e dal 2007 era membro corrispondente della British Academy.
BENZINA, GRANO E ZUCCHERO
Il «mondo guasto» che la sinistra deve combattere
GIANNI CUPERLO deputato Pd
Benzina grano, zucchero. In questa estate stretta tra con-doni fiscali e tagliole alla po-vertà cosa accomuna quei tre prodotti al di là di una impen-nata dei loro costi? Domanda legittima se posta ai vacanzie-ri che scoprono alla pompa come il prezzo di un litro di carburante abbia di nu.ovo cominciato a oscillare intorno ai due euro. Interrogativo ancora più le-gittimo quando si leggono previsioni cupissime sull'in-cremento della mortalità per fame a causa del blocco russo del grano ucraino in parten-za. Finora le risposte hanno imboccato il sentiero meno compromettente per gli inte-ressi speculativi effettiva-mente in gioco
La benzina
Sulla benzina ha prevalso la tesi dell'aumento di doman-da estiva In soldoni l'incre-mento sarebbe colpa della troppa gente in coda per spiagge e montagne. A corre-do vi sarebbe la diminuita produzione di petrolio da parte dell'Opec+. Ora, entram-be le repliche zoppicano pa-recchio. La seconda in parti-colare dal momento che il ta-glio della produzione al mo-mento pare avere un inciden-za assai limitata essendo ap-plicato in misura minima. A conferma il prezzo del barile risulta stabile attorno agli 80 dollari. Allora conviene alza-re Io sguardo e collocare quel-le dinamiche di prezzo nella cornice giusta. Lo fa benissimo Alessandro Volpi nell'ottica che gli è pro.ìpria. quella dello storico vigi-le su fatti e misfatti dell'eco-nomia.
In sintesi, a fissare la quotazione dei carburanti non sarebbero le borse petro-lifere, ma il listino londinese Platts, regno delle scommes-se speculative capaci di arbi-trare i prezzi. Con un dettaglio di non poco conto Parliamo di un listino privato riconducibile a Mc-Graw-Hill. società posseduta da alcuni trai più grandi fon-di d'investimento. Tra questi Vanguard BlackRock. State Street e Capital World Inve-stors. A completezza, alcuni di questi colossi sono tra i principali azionisti di gigan-ti alimentari delle dimensio-ni di Braft e Coca Cola passan-do per Danone e Nestlé.
Lo zucchero
Il che ci porterebbe a qualche considerazione sull'impazzi-mento del prezzo—attenzio-ne, il prezzo, non il valore —dello zucchero letteralmente raddoppiato in un solo anno e oggi quotato a mille euro a tonnellata. Vale più o meno lo stesso discorso. Colpa di una produzione crollata o dell'impennarsi della do-manda? Né l'una né l'altra la produzione si è ridotta di un decimo e la domanda è rima-sta la stessa Il punto è che nei negoziati avviati sui contratti dell'an-no in corso e del prossimo si sono attivate, ovvero scatena-te le speculazioni al rialzo.
Tornando ai nostri vacanzie-ri in coda al distributore è ac-caduto che archiviata la gela-ta sui prezzi (la combinazio-ne crisi-pandemia-guerra) le aspettative del mercato si so-no riattivate con gli effetti ac-cennati Nel caso nostro sommandosi alle accise che Giorgia Meloni combatteva con veemenza dai banchi dell'opposizione salvo sposarle appena sbarca-ta su quelli del governo.
Bene, la politica è l'arte del reali-smo, questo si sa ma quanto pesa quel carico fiscale sul pieno della vettura? Per poco più della metà del prezzo con tanti saluti alla "luce fiscale' buona solo per evasori muni-ti di ben altra patente. Ci re-sta l'incognita del grano do-ve, come detto, l'immagine tragica sono le morti per fa-me causate dal blocco delle esportazioni dall'Ucraina. An-che in questo caso conviene sfogliare un paio di dati
Il grano
La produzione mondiale di cereali sfiora le duernilaotto-cento milioni di tonnellate. Di queste circa mille proven-gono da Cina e Stati Uniti. Quelle bloccate a lungo nei porti ucraini ammontano più o meno a 25 milioni. quantità nel complesso sur-rogabile da parte degli altri principali produttori. Per ca-pirci qui nulla c'entra la par-tita politica di quel conflitto dove, repetita finenti c'è uno stato sovrano che ha ogni di-ritto-dovere a esercitare la propria difesa. Centra però, al pari di zucche-ro e benzina il nesso tra una denuncia emotivamente in-tensa della gravissima penu-ria e l’impatto di chi con dina-miche e scommesse specula-rive, mira a costruire sul prez-zo del grano i profitti di qual-che fondo finanziaria.
Ultima notazione, anch'essa utile a sollevare il velo su più di una falsa coscienza delle 32 milioni di tonnellate di grana mais, orzo e olio di se-mi sbloccate nell'ultimo an-no dai porti del Mar Nero due terzi sono andate a rimpolpa-re i mercati dei paesi ricchi e solo la quota restante hanno preso la via di quelli più pove-ri. Conferma, se mai ve ne fos-se bisogno, che pure la fame nel mondo, vera tragedia an-che del nostro secolo, trova nell'ingordigia di un profitto dedito a speculare su ogni be-ne, compresa la vita di milio-ni di esseri umani la sua reli-gione tossica e incivile. Anni fa toccò a Tony Judt definire il nostro un «mondo guasto». Guasto come un frutto baca-to. Non ha avuto il tempo per vederne il lato marcito. Ma combattere quel marciume oggi è compito della politica e della sinistra. E va fatto pre-sto, prima che sia troppo tar-di.
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