Anch’io mi sarei comportato come Morgan a Selinunte

 

Anch’io mi sarei comportato come Morgan a Selinunte

Marco Castoldi che nel Mondo dello spettacolo tutti chiamano Morgan il 27 agosto u.s. a Selinunte dopo aver dato del “fr. d. m.” a uno spettatore, aver detto “levati dal.c” ad un altro e dopo aver gridato "avete rotto il ca**o, ho dei sentimenti, co***oni”, ha chiesto scusa per gli insulti: “Una pessima caduta di cui mi scuso sinceramente”. Poi ha dato anche la spiegazione del suo comportamento: “L’avermi chiesto una cover di Battiato dopo una delle mie più ispirate performance della mia vita mi ha letteralmente ucciso”.

Ma perché Morgan si è comportato così?

Quante volte ci siamo detti che non aveva importanza quello che gli altri avrebbero detto di noi, che non era importante che facessero apprezzamenti su quello che mettevamo in atto per il nostro lavoro o anche nelle altre nostre espressioni della nostra vita. Invece non è così. Io scrivo e pubblico i miei scritti perché mi dà piacere essere apprezzato da chi li legge. Allo stesso identico modo io interpreto le canzoni in alcuni spettacoli e pubblico i video delle mie interpretazioni, perché provo piacere quando le perone che le ascoltano mi apprezzano. E chi non apprezza i miei scritti e le mie interpretazioni o ignora ciò che faccio “NON MI PIACE”.

La spiegazione di ciò che provo io e di ciò che ha provato Morgan a Selinunte, sta nella evidenza scientifica che “ciò che veramente muove noi esseri umani è la necessità di essere riconosciuti… di essere visti, di essere ascoltati, di essere apprezzati…” (Maturana 2006).

E’ necessario riflettere sul fatto che l'essere umano non vive da solo. La storia dell'umanità mostra che l'amore è sempre associato alla sopravvivenza. Si sopravvive nella collaborazione. Se la madre non accoglie il bambino, il neonato perisce. È il benvenuto che diamo alla persona che consente l'esistenza.

Chi di noi ha letto il Vangelo sa che, in una delle sue parabole, Gesù parla del contadino che lancia semi per terra. Alcuni cadono sulle rocce e vengono mangiati dagli uccelli, altri cadono nella terra superficiale e perciò arida e resistono per un breve periodo. Ma ci sono quelli che trovano terreno buono e crescono vigorosi. Quindi anche noi abbiamo bisogno di un terreno caldo per svilupparci. La nostra terra accogliente è amore.

Quindi Morgan a Selinunte non si è sentito amato dalle persone che erano lì, non si è visto riconosciuto, ascoltato, apprezzato.

Noi facciamo altrettanto. E che importanza ha se utilizziamo per dirla alla Gramellini “parolacce d’autore, allusioni perfide, insulti pregnanti” per essere considerati geni oppure insulti volgari per essere considerati dei bifolchi?

Tutti noi e il bifolco oppure il genio abbiamo la necessità di essere riconosciuti… di essere visti, di essere ascoltati, di essere apprezzati… e se non lo siamo ci comportano come si è comportato Morgan a Selinunte, si comporterebbe così anche Massimo Gramellini.

Buona riflessione

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