Il poeta dei capperi e la bicicletta della memoria

Il poeta dei capperi e la bicicletta della memoria Certe volte i ricordi dell’infanzia si manifestano come apparizioni quotidiane, piccole epifanie che non fanno rumore ma lasciano scie lunghe, come profumi che riemergono da un armadio chiuso da anni. Ce n’è uno in particolare che mi ritorna sempre, con la fedeltà di un’ombra amica: un uomo in bicicletta, un venditore ambulante, un artigiano della semplicità che, inconsapevole, ha scolpito un frammento eterno nel mio immaginario. La sua bottega era una cassetta di legno legata con lo spago sulla ruota posteriore, un piccolo scrigno su due ruote, l’essenziale che bastava per attraversare un quartiere e piantare semi di poesia nella quotidianità. Siamo a San Cesario di Lecce, Salento leccese, terra che ha la luce che consola e l’ombra che racconta. Più o meno negli anni Sessanta, a due pedalate dalla città capoluogo, tra via Saponaro e via Liguria. Un incrocio qualunque, di quelli che nessuno penserebbe mai di fotografare, eppu...