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Visualizzazione dei post da 2013

Giovanni 12,26-28

Giovanni 12,26-28 26  Se uno mi serve, mi segua; e là dove sono io, sarà anche il mio servitore; se uno mi serve, il Padre l'onorerà. 27  Ora, l'animo mio è turbato; e che dirò? Padre, salvami da quest'ora? Ma è per questo che sono venuto incontro a quest'ora. 28  Padre, glorifica il tuo nome!» Allora venne una voce dal cielo: «L'ho glorificato, e lo glorificherò di nuovo!»

Galati 6,14-18

Galati 6,14-18 14  Ma quanto a me, non sia mai che io mi vanti di altro che della croce del nostro Signore Gesù Cristo, mediante la quale il mondo, per me, è stato crocifisso e io sono stato crocifisso per il mondo. 15  Infatti, tanto la circoncisione che l'incirconcisione non sono nulla; quello che importa è l'essere una nuova creatura. 16  Su quanti cammineranno secondo questa regola siano pace e misericordia, e così siano sull'Israele di Dio. 17  Da ora in poi nessuno mi dia molestia, perché io porto nel mio corpo il marchio di Gesù. 18  La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con il vostro spirito, fratelli. Amen.

Giosuè 10,22-27

Giosuè 10,22-27 22  Allora Giosuè disse: «Aprite l'imboccatura della caverna e conducetemi fuori quei cinque re». 23  Quelli agirono così: fecero uscire dalla caverna quei cinque re, il re di Gerusalemme, il re di Ebron, il re di Iarmut, il re di Lachis, il re di Eglon, e glieli condussero. 24  E quando quei re furono tolti dalla caverna e condotti da Giosuè, Giosuè chiamò tutti gli uomini d'Israele, e disse ai capi dei guerrieri che erano andati con lui: «Avvicinatevi, mettete il piede sul collo di questi re». Quelli si avvicinarono e misero il piede sul loro collo. 25  Giosuè disse loro: «Non temete, non vi sgomentate, siate forti e coraggiosi, perché così farà il SIGNORE a tutti i vostri nemici contro i quali dovrete combattere». 26  Dopo ciò Giosuè li colpì e li uccise; quindi li appese a cinque alberi; e quelli rimasero appesi agli alberi fino alla sera. 27  Al tramonto, Giosuè ordinò che fossero calati dagli alberi e gettati nella caverna dove si erano nasco

Numeri 21,4-9

Numeri 21,4-9 4  Poi gli Israeliti partirono dal monte Or, andarono verso il mar Rosso per fare il giro del paese di Edom; durante il viaggio il popolo si perse d'animo. 5  Il popolo parlò contro Dio e contro Mosè, e disse: «Perché ci avete fatti salire fuori d'Egitto per farci morire in questo deserto? Poiché qui non c'è né pane né acqua, e siamo nauseati di questo cibo tanto leggero». 6  Allora il SIGNORE mandò tra il popolo dei serpenti velenosi i quali mordevano la gente, e gran numero d'Israeliti morirono. 7  Il popolo venne da Mosè e disse: «Abbiamo peccato, perché abbiamo parlato contro il SIGNORE e contro di te; prega il SIGNORE che allontani da noi questi serpenti». E Mosè pregò per il popolo. 8  Il SIGNORE disse a Mosè: «Fòrgiati un serpente velenoso e mettilo sopra un'asta: chiunque sarà morso, se lo guarderà, resterà in vita». 9  Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un'asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva

Acquerelli con acqua di mare

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Evento: “Acquerelli con acqua di mare” Luogo: Galleria d’arte Scaramuzza - Lecce Artista: Roberto Buttazzo Inaugurazione: sabato 25 maggio, ore 20,00 Durata: 25 maggio – 8 giugno 2013 Info e contatti: 339.2993192 Maniera dirompente e panneggi corposi identificano da decenni la sublime pittura di Roberto Buttazzo. Tuttavia con “Acquerelli con acqua di mare”, l'artista sorprende con pigmenti e velature, giocando – come lo stesso Buttazzo afferma – a fare l'equilibrista, con una tecnica che non concede possibilità d'errore. Tempo sospeso, luoghi indeterminati, figure impalpabili eppure decise: gli acquerelli in mostra raccontano storie del quotidiano con una pratica antica che ha accompagnato nei secoli, senza mai passare di moda, grandi artisti moderni e contemporanei; pratica che Roberto Buttazzo plasma sulla propria personale cifra stilistica, ridisegnando abitudini e posture, ostentando pregevoli capacità esplorative e molteplici punti di vist

A caso

1Timoteo 6,1-20 1  Quelli che si trovano sotto il giogo della schiavitù, trattino con ogni rispetto i loro padroni, perché non vengano bestemmiati il nome di Dio e la dottrina. 2  Quelli poi che hanno padroni credenti, non manchino loro di riguardo perché sono fratelli, ma li servano ancora meglio, proprio perché sono credenti e amati coloro che ricevono i loro servizi. Questo devi insegnare e raccomandare. 3  Se qualcuno insegna diversamente e non segue le sane parole del Signore nostro Gesù Cristo e la dottrina secondo la pietà, 4  costui è accecato dall'orgoglio, non comprende nulla ed è preso dalla febbre di cavilli e di questioni oziose. Da ciò nascono le invidie, i litigi, le maldicenze, i sospetti cattivi, 5  i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la pietà come fonte di guadagno. 6  Certo, la pietà è un grande guadagno, congiunta però a moderazione! 7  Infatti non abbiamo portato nulla in questo mondo e nulla possiamo po

Sono ciechi e guide di ciechi.

Poi riunita la folla disse: ‘Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo!’. Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: “Sai che i farisei si sono scandalizzati nel sentire queste parole?”. Ed egli rispose: ‘Ogni pianta che è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!’. Pietro allora disse: “Spiegaci questa parabola”. Ed egli rispose: ‘Anche voi siete senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca, passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l’uomo. Dal cuore infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l’uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende

come ti vanno le cose?

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dimmi come ti vanno le cose, come stanno di salute i tuoi rapporti umani, quanto e per quanto riesci a stabilire relazioni umane autentiche, generose, reciproche, fedeli, donative, e quanto invece non ti trovi spesso a vedere i tuoi rapporti trasformati in campi di battaglia? 2Tessalonicesi 2,13-14 13  Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, 14  chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo. Gesù dice ai suoi discepoli: vuoi saper perché non ti vanno bene le cose e non sei contento dei rapporti con tua moglie, con i figli, con gli altri, con te stesso, con Dio? Perché è il tuo cuore ad essere inquinato da un “veleno” mortale: dall’idolatria dell’io che ti rende incapace di amare. Hai un disperato bisogno della guarigione del tuo cuore, di

L’incapacità di amare

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L’incapacità di amare è il frutto di una malattia mortale: la superbia adamitica, che altro non è che l’idolatria dell’io. La superbia, da cui dipendono tutti gli altri vizi, è esattamente l’opposto di quanto ci prescrive Gesù per essere felici: “ama Dio con tutto il cuore e il tuo prossimo come te stesso”. La superbia è un amore di sé, malato (filautia), che porta a un amore malato e perverso degli altri. Per scoprire i vizi che albergano nel nostro cuore ci vuole molta dolcezza. Nessuno di noi, se si sente aggredito e giudicato, riconoscerà mai di essere abitato e tormentato dai vizi capitali. La preghiera è dunque la maniera dolce per imparare a conoscere i nostri vizi. Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni: gli Hittiti, i Gergesei, gli Amorrei, i Perizziti, gli Evei, i Cananei e i Gebusei, sette nazioni più grandi e più potenti di te, quando il Signore tuo Dio le avrà mes

Una delle 100 Piazze

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Un avviso su Facebbok, se vuoi puoi mandare un commento o un racconto da una Piazza. Io ho partecipato a queste domeniche, mi piace scrivere e quindi perché non farlo? Io mi affido alla Grazia, il Vescovo attraverso il Parroco mi ha inviato insieme alla mia Comunità a dare una notizia e io ci vado. Mi fido. Perché ci vado? Perché ho fatto esperienza di Dio, percepisco il Suo amore e so che devo tutto ciò a chi me l’ha annunciato, a quell’Angelo che me l’ha annunciato nel 2005 nella Parrocchia Sant’Antonio di Padova di San Cesario di Lecce. Io ho avuto la notizia, ho verificato che tutto cambia nella direzione della felicità e quindi vado a dirlo a te che ancora nessuno te l’ha mai detto. Un messaggero, sono divenuto un messaggero. Non da solo ma con il presbitero,   la mia Comunità e con i miei catechisti. Con la chitarra, perché il Signore mi ha concesso di fare il cantore nonostante io mi fossi ribellato. Me l’ha concesso perché più volte invitato a convivenze di

bene e male

il male non ha consistenza propria, è semplice privazione o limitazione di un bene: di conseguenza, come non esisteva una volta, così è destinato a finire; il bene, al contrario, appartiene all’essere ed è parte integrante della natura umana; contro il male si schierano i pensieri ispirati dagli angeli, quelli derivanti dall’aspirazione al bene, quelli che scaturiscono dalla natura umana essenziale; contro il bene, al contrario, si schierano i pensieri ispirati dai demòni e quelli derivanti dalla nostra volontà inclinata al male Evagrio Pontico [XXXI];

pasasre da un pensiero negativo ad uno positivo

dal momento che la mente non può pensare contemporaneamente a due cose, occorre allenare la mente perché passi con agilità da un pensiero negativo a uno positivo Evagrio Pontico [XXIV];

veglia sui tuoi pensieri

come un pastore che veglia sul proprio gregge, il monaco veglia, giorno e notte, sui propri pensieri, nutrendo quelli buoni e imparando a contenere quelli che vorrebbero deviarlo dalla retta via; nei momenti di akedia, di stanchezza, la preghiera più intensa rinnoverà le sue forze Evagrio Pontico[XVII];

coltiva costantemente pensieri positivi

è necessario, inoltre, che il monaco coltivi costantemente pensieri positivi; la coltivazione dei pensieri positivi passa attraverso tre tipi d’intervento: a) l’apprezzamento- gratitudine di chi sa vedere l’utilità delle cose; b) la rinuncia, intesa come naturale rispetto delle cose che si apprezzano e fondamentale libertà nei loro confronti; c) la chiarezza di visione o equanimità, in virtù della quale diventa possibile dare ad ogni cosa il suo giusto nome Evagrio Pontico [VII-VIII].

Impulsi e reazioni sregolate

la pratica della preghiera sarà disturbata da impulsi e reazioni sregolate che, secondo Evagrio Pontico, si nutrono a tre fonti di natura fondamentalmente egoica: – il desiderio fondamentale di sopravvivenza e di gratificazione dei propri bisogni elementari; – la preoccupazione di accumulare; – l’aspirazione alla gloria, al riconoscimento e all’affermazione di sé.