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Visualizzazione dei post da aprile, 2020

Solo con le conversazioni si generano accordi

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Non è tempo di incontri in carne ed ossa, il covid 19 non consente di fare una conversazione che oltre alle parole faccia percepire gli atteggiamenti, i movimenti dei muscoli del viso, della faccia e del corpo. In questo Giovanni Pascali il nostro concittadino che è attore, ha pienamente ragione, senza la presenza fisica degli interlocutori tutti i comportamenti ce li perdiamo. Ma una cosa è certa, nonostante non ci siano stati tra di noi incontri in carne ed ossa, questi incontri virtuali su Facebook stanno comunque facendo emergere una gran voglia di incontrarsi per conversare sulle cose di San Cesario di Lecce. Avete seguito nel nostro Comune di San Cesario, le richieste di essere convolti di alcuni prescelti rivolte ad altri prescelti. Avete letto gli interventi di tanti cittadini che quella collaborazione la vedono di buon occhio, e avrete anche notato che c’è una disponibilità e che si aprono sempre di più degli spiragli nei rapporti tra i prescelti, che lasciano ben

Pantaleone Laudisa vittima del fascismo per la sue fede religiosa

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Le ricerche di Antonio Bruno Ferro Pantaleone Laudisa vittima del fascismo per la sue fede religiosa Dispiace dover rivelare la sofferenza e le atroci nefandezze perpetuate al nostro concittadino Pantaleone Laudisa a causa del suo credo religioso. Lo stesso trattamento è stato riservato alla figlia di quello che è stato un architetto di fama internazionale e che invece è ricordato nel nostro paesello solo come uno scultore. Ma le mie ricerche hanno aperto a questo proposito un Mondo vero e proprio che presto avrò il piacere di parteciparvi. Riporto di seguito ciò che il fascismo a difesa della Religione di Stato ha inflitto a due nostri concittadini. Lo Stato è, e deve restare, laico! Io credo fermamente in questo e ciò che è accaduto a Pantaleone Laudisa e che potrete leggere di seguito è la conferma. "Anche l'attaccamento ad una fede diversa dalla religione di Stato era indice di ribellione alle direttive del regime e come tale punibile con il confino.

Il mestiere di cittadino

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Il mestiere del cittadino La libertà non sta nello scegliere tra bianco e nero, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. Theodor Wiesengrund Adorno Quando affermo che il più alto incarico che si può ricoprire all’interno della Comunità è quello di cittadino, non faccio altro che riferire della mia esperienza personale, che non mi sognerei mai di pretendere che diventi anche quella degli altri cittadini della Comunità, anche se io desidererei che ciò che faccio fosse coordinato anche con ciò che fanno gli altri. Voglio dire che quando votiamo, alle elezioni, scegliamo i cittadini a cui diamo la responsabilità della gestione e amministrazione della Comunità. Una volta finito lo scrutinio dei voti e dopo la successiva proclamazione degli eletti, secondo me non si esaurisce la mia responsabilità di cittadino. Io per tutto il tempo ho la responsabilità di collaborare per la buona riuscita della gestione e amministrazione della Comunità. Chiunque sia stato pre

Il vero pericolo è il desiderio di molti cittadini di dare pieni poteri a una sola persona

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Kiama Kiama ha scritto a proposito del riferimento che ho fatto su Salvini nel mio post sul 25 aprile: Credo sia vergognoso riflettere in questo giorno su un personaggio che non è degno come statura politica ai politici che appartengono alla nostra storia, né monarchica né repubblicana. Può essere un influencer, come si chiama oggi, che non avendo né competenze, né cultura, può solo imperversare sui social. Non è su squallidi personaggi dell'opportunismo politico che dovremmo riflettere . Ma su quanto, in passato, ci è costato canalizzare tutte le nostre ansie e miserie, applaudire e inneggiare nelle piazze, chi, con alleanze assurde e deliranti ha decretato lo sfacelo di un'Italia negando, in primis, ogni libertà di pensiero di parola e di opinione. Allora , come ora e come sempre, quando si delega ad altri la nostra capacità di pensare e la nostra libertà di scegliere, anche l'ultimo imbecille tra "gli Amici di Maria" può levarsi a leader della scena

25 Aprile 2020- Liberazione dal desiderio di dare al capo pieni poteri

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È vero nel ‘900 in Italia c’è stato il fascismo, una dittatura in cui una ristretta oligarchia, ha dominato quasi indisturbata sino a quando non ha perso la seconda guerra mondiale. Il regime violento e oppressivo aveva ridotto le libertà dei cittadini al punto da non consentire espressioni di pensiero diverse da quello fascista. Sino ai primi anni di questo nuovo millennio il mio barbiere era il compianto Lillino Fiore, aveva il Salone a San Cesario di Lecce in Piazza Garibaldi. Lillino mi raccontava che siccome suo padre era comunista, quando qualche personalità fascista doveva venire a Lecce, i carabinieri si recavano a casa sua e prelevavano suo padre trattenendolo in custodia cautelare presso la Caserma dei Carabinieri di San Cesario. Oggi festeggiamo ciò che pochissimi cittadini italiani hanno fatto nel Nord del paese e che tutti abbiamo studiato a scuola come “la resistenza”. A Lecce non c’è stata la resistenza perché il Re Vittorio Emanuele III, abbandonata Roma e

Uno spazio libero

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La questione della libertà è una scelta. Si tratta di decidere di non dare il potere ad altre persone che decidono ciò che devi o non devi fare. Basta la riflessione per avere comportamenti adeguati alle circostanze. Non è possibile costruire uno spazio libero per gli altri. Ognuno di noi ha il potere di gestire uno spazio nel quale esercitare la sua libertà. Lo so sembra banale, ma non lo è, perché deriva dalle mie osservazioni su comportamenti che registro e che sono assolutamente privi di qualunque potere su di me, perché io ho il potere, scusate il giro di parole, di non dargli il potere. Naturalmente ciò è applicabile nel dominio delle azioni messe in atto, per il piacere di farle, che danno benessere, per il solo piacere di farle. Nel dominio del lavoro tale comportamento non è applicabile perché, in quel caso, si tratta di avere dei comportamenti che devono soddisfare le esigenze del committente, il quale in cambio, riconosce un corrispettivo economico. Ma veniam

La fera te la stiddra, San Giseppu, quanti ricordi!

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La fera te la stiddra tradizione che mi accompagna dalla nascita. Tutti in fermento, la nonna, il nonno e le zie delle nonne. Tutti a gironzolare incuriositi tra tazze, bicchieri, cotume e segge! Le donne che si incontravano in questa festa di Primavera dopo la Pasqua e si raccontavano le cose di ogni giorno, della figlia fidanzata, il figlio al militare, la sorella che non viene mai a trovarci e altre cose simili. I maschi erano davanti alla cassa armonica, cu le nuceddre, per la Lirica. Mio nonno amava la lirica e l’amò anche mio padre. Io grazie al grande Gino Liaci che fu sindaco del Paese più bello del Mondo a soli 15 anni, andai a vedere le opere liriche. Già! Era perché regalava degli ingressi al loggione del Politeama Greco al papà di un mio amico e grazie a ciò potei amare quelle arie melodrammatiche cogliendone sentimenti profondi e passioni piene di tormenti. L’800 è stato un tempo di trepidazioni e di passaggio e tutto questo è in quella musica che le bande accenn

La festa di San Giuseppe negli anni 60 e 70

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la foto è stata postata da Angelo De Pascali ed è quella di  San Giuseppe te la stiddra...era il 1968 o 1969 Fare due passi era il mio sport preferito il giorno della Fiera di San Cesario di Lecce, che in concomitanza con la festività religiosa di San Giuseppe te la stiddrha, diventa “lu panieri”.   La passeggiata tra i venditori è   un rito importantissimo perché, la domenica subito dopo Pasqua, nel 1963 e anni seguenti, eravamo tutti con il vestito nuovo a passeggiare tra “cotume”, “seggie”, “mobili” e “campanieddrhi” mentre i baresi, che giungevano a frotte, sbattevano forte, fortissimo piatti e ciotole su una cassa di lamiera, e imbandivano tavole con centinaia di portate di piatti, coppe e zuppiere magicamente disposte formando montagfne altissime che, a guardarle, ti veniva la paura che si sarebbero rotti tutti quanti da un momento all’altro. Ma i piatti non si rompevano! E noi bambini non ci annoiavamo mentre seguivamo le evoluzioni delle parole lanciate dai baresi, c

Perché in questi giorni su Facebook abbiamo scritto quello che abbiamo scritto?

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Le vicende di questi giorni di chiusura forzata in casa, impongono una riflessione. Alla base di un comportamento c’è sempre un’emozione. Io desidererei che tutti noi riflettessimo, sugli scambi di commenti e di post accaduti in questi giorni, per osservare i comportamenti e per capire quali emozioni li hanno determinati. E sempre così quando c’è una tragedia, ci sono comportamenti dei cittadini differenti che hanno alla base emozioni differenti. Una delle ultime catastrofi, che abbiamo vissuto in Italia, nel corso delle quali si sono registrati decessi di nostri concittadini, è il terremoto. Allora desidererei che insieme, prendessimo in esame due comportamenti dei cittadini, conseguenti al terremoto. Il primo è quello di tante donne e uomini, che partono dalle loro case per aiutare le popolazioni colpite dal sisma, per tentare di salvare persone ancora in vita sotto le macerie.   Il secondo è quello di tante donne e uomini, che si recano nei luoghi del terremoto, per pe

Un bambino degli anni 60

Ma com’era la vita di un bambino degli anni ’60? Era felice! Questa parola condensa tante altre emozioni che alla fine, al solo pensiero, ti fanno sentire bene, come adesso. Ecco perché ne scrivo, per riprovare ancora una volta, quelle belle emozioni ora come allora. Il viso della mamma che mi sorride, che pronuncia il mio nome che, detto da lei, è musica delicata e sensuale. I giorni lunghissimi, pieni di dolce far nulla e di giochi con altri bambini e bambine. La Tv accesa all’inizio delle trasmissioni che accompagnava i pomeriggi e le sere. Quella zuppa con il latte, mentre Carosello snocciolava consigli su consigli e scenette su scenette. I nonni, le giornate passate con loro, le frittelle della nonna e le riparazioni degli oggetti di casa ad opera del nonno, in quella corte dietro alla Farmacia di don Gennaro. Le suore del “Vergallo” e qui giocattoli chiusi nella vetrina, irraggiungibili. La mescia con tutti quegli sgabelli appoggiati ai muri con bambine e bambini se

La fede sullo sfondo per salvare vite umane

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Ho letto con attenzione il post di Giancarlo Ciricugno che invita tutti a restare in casa, e immediatamente mi è venuta in mente la foto dell’altare della Chiesa Madre di San Cesario di Lecce che circola in questi giorni su questo Social Network. Mi sono fatto delle domande e mi farebbe piacere che alle stesse rispondessero anche le persone presenti in quella foto. Ecco le domande: 1.        Quali erano le intenzioni di chi ha deciso di postare quella foto su Facebook rendendola pubblica? 2.        Le persone presenti nella foto hanno pensato a quali emozioni sono emerse nei cittadini di San Cesario di Lecce che hanno visto quella foto? Provo a rispondere io alle domande che mi sono fatto Circa la domanda 1 L’unica cosa che posso pensare che volessero testimoniare questi nostri concittadini è la fede. Per contribuire alla missione evangelizzatrice della Chiesa Cattolica Apostolica Romana hanno postato su Facebook quella foto. Circa la domanda 2 Siccome io professo l

C’è chi giustifica l’attacco a Salvini e Meloni ad opera di Giuseppe Conte, IO INVECE NO!

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Andrea Rudan ha scritto:  Tutto giusto ciò che hai scritto. Mi permetto solo di sottolineare che il duo S & M ha massacrato per mesi con volgarità, menzogne, false accuse a scopo propagandistico elettorale il presidente del consiglio. Il quale, da gran signore qual è (al contrario del frequentatore del Papete) ha sempre "signorilmente" glissato. Come diceva un mio grande professore di disegno il professore Manca ahimè scomparso, "ognuno di noi ha appesa in vita la bottiglietta della pazienza" che, a volte, si riempie e tracima. Vogliamo pensare e comprendere che, una volta tanto, anche Giuseppe Conte si sia voluto togliere un sassolino dalla scarpa? Antonio Bruno ha scritto:  Caro Andrea Rudan quello che hai scritto è la tesi del mio post. Ovvero l'aver ripreso le ostilità che si erano date tregua per via della pandemia. Ora Conte le riprende, in perfetta linea con la guerra guerreggiata tra manipoli decisi di donne e uomini che combattono senz

Amicizia COMUNITICA: la responsabilità di informarsi e conversare

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Leggere sul settimanale Left l’intervista sull’amicizia maschile è stato come quando s’accende una lampadina e ti fa vedere chiaro ciò che prima era confuso. L’intervistatrice è Simona Maggiorelli direttrice del settimanale Left in edicola dal 10 aprile 2020 e il pezzo è sul libro di Pietro Del Soldà “Sulle ali degli amici, una filosofia dell’incontro” (Marsilio). Il libro non tratta della carità, amore per tutta l’umanità, ma tratta dell’amicizia che è riservata a quelle persone del tuo stesso genere, con cui condividi quel comune sentire, che ti fa provare benessere quando stai conversando di “quello che esce” spontaneamente. Non si tratta di fare incontri casuali, quelli si possono sempre fare, ma non è la stessa cosa dell’amicizia. E l’amicizia è l’unico ambito, nel quale condensare anche l’impegno per la Comunità, la polis greca da cui politica. Però siccome questa parola oramai è identificata come “potere” ci vorrebbe un’altra parola per indicare quello che sto descri

Su Conte e la conferenza stampa di venerdì 10 aprile 2020

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Oggi tutti i giornali riportano la notizia della conferenza stampa di ieri sera venerdì 10 aprile 2020 del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La sintesi della stessa è nel titolo di prima pagina del “Fatto Quotidiano” di oggi Sabato 11 che è il seguente: “anche Conte nel suo piccolo s’incazza”. Io non entro nel merito di ciò che ha detto Conte. Il mio scritto invece è la conseguenza di alcune osservazioni, sul comportamento delle persone di tutto il Mondo, in questi tempi di quarantena. Mia moglie tutta trafelata, qualche giorno fa, mi ha riferito che era rimasta molto colpita dalle notizie di tregua, che arrivano dalla Siria e dalle zone del Mondo in cui ci sono dei conflitti armati. Insomma in tutto il Mondo, a causa del virus, si è verificata una cessazione, penso temporanea, di contrasti e di ostilità tra le persone. Ieri è successo anche a San Cesario di Lecce, il mio paese, si è verificata una tregua tra i due gruppi di Consiglieri Comunali di opposte fazion

Pensione malattia invece della libertà

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Ci ho riflettuto e, fatti i conti, tra 17 anni se sarò ancora vivo, dovrei avere 80 anni. Non sono moltissimi 17 anni, anche perché ho fatto mente locale degli ultimi 17 e ho avuto la percezione di un tempo inesistente, come se tutto fosse accaduto adesso, al massimo pochi istanti fa. Insomma forse è perché questi 80 anni li percepisco incombenti, sto riflettendo sulle morti di questi giorni, quelle di tanti anziani avvenute nelle case di riposo. Ma in genere rifletto sulla circostanza che hanno più di 80 anni la maggioranza delle persone morte di coronavirus. Anche tu che magari hai 40 anni. oppure venti. dovresti riflettere sulla circostanza che hai un’aspettativa di vita tale per cui è molto probabile che arriverai anche tu a 80 anni. Quindi il fatto che ci sia la probabilità di divenire tutti vecchi, se non si muore prima, è un problema che riguarda la totalità di noi abitanti della penisola che si immerge nel grande lago salato. Vecchio, diranno che sei vecchio! È un

E finalmente vedo il cielo

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Si inizia a intravedere la possibilità di tornare gradualmente a lavorare, alla vita di prima di questa pandemia che ha fermato tutto e tutti. Chi di noi poteva immaginare che sarebbe accaduto? Io sinceramente no, non mi sono mai posto questo problema e non ci ho pensato nemmeno quando sono cominciate a giungere le prime notizie dalla Cina. È così lontana la Cina, pensavo tra me e me, e nonostante le immagini di ospedali costruiti a tempo di record, non mi passava proprio lontanamente nella mente che sarebbe potuto accadere qualcosa del genere qui, nella penisola che si immerge nel grande lago salato. Poi la consapevolezza che sarei dovuto stare a casa, la paura del contagio, le preoccupazioni dei familiari, di mia moglie, delle persone a cui voglio bene e che mi vogliono bene. Ho paura, certo che ho paura! Ho paura di perdere la vita, così com’è successo a tante donne e uomini che, a migliaia, sono morti sotto i nostri occhi, senza che potessimo fare nulla, nonostante gli os

San Cesario di Lecce - Conversazione sul ricorso al regolamento per l'assegnazione dei buoni spesa presentato al Prefetto

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Noi cittadini, siccome siamo in una democrazia, invece di sottometterci ed essere ubbidienti a chi ha la responsabilità dell’amministrazione e gestione del Comune di San Cesario di Lecce, dobbiamo sentire la responsabilità di avere colloqui e conversazioni tra noi e con chi abbiamo prescelto con le elezioni, perché la conversazione e il dialogo sono l'unico modo per generare accordi. Se non ci sono conversazioni, non c'è democrazia. Il fatto che noi abbiamo votato alle elezioni non significa che soltanto per questo, viviamo nella democrazia. Nella fattispecie pare che ci saranno dei ritardi nell’assegnazione dei buoni spesa alle persone in stato di disagio di San Cesario di Lecce, in conseguenza del fatto che alcuni prescelti, a cui abbiamo affidato la responsabilità del Comune, hanno fatto ricorso al Prefetto. Le intenzioni non possono essere verificate mai, è scientificamente provato perché il sistema nervoso è chiuso. Quindi non è dato sapere nulla delle intenzioni