Post

Visualizzazione dei post da aprile, 2018

e il vento si poserà

Immagine
Bellissima iniziativa anche se devo prendere atto che i cittadini di San Cesario non hanno partecipato se non con una esigua rappresentanza: nelle foto solo i ragazzi e qualche rappresentate politico locale. Sarebbe stato bello che per una volta, i ragazzi fossero accompagnati dai loro genitori. Personalmente ero impegnato alla Feltrinelli di Lecce nella presentazione del giornale quiSalento celebrata dall'ottimo Pier Paolo Lala. Mi sarebbe piaciuto partecipare. Sarà per la prossima volta. A PROPOSITO ACQUISTATE IL GIORNALE!!! INFINE SI SA: GLI ASSENTI HANNO SEMPRE TORTO. La pubblica amministrazione aveva il dovere di essere presente, al di la della polemica. Alla prossima! Antonio Bruno C’è bisogno di concentrarsi sulle priorità del territorio come si è fatto con gli spazi verdi di San Cesario di Lecce. Mi riferisco al progetto presentato dall’attuale amministrazione partecipando al Bando Pubblico "Rigenerazione urbana sostenibile” ha ottenuto parere favor

LU 25 APRILE di Totu meu

Immagine
Ci se recorda te li anni passati tutti li terti ca 'nci su stati: la guerra, la fame, l'umiliazione cu biessi schiavu te n'aura nazione e cu te manca subbra alla terra la libertà, ca è la cosa chiu' bella. E 'nc'ete invece cinca se astima ca era meju comu era prima. Quannu unu sulu era lu"Vate" e ci era contrariu pijava mazzate. A sti cristiani oju cu dicu, te ogni congrega, te ogni partitu: Tanti anu muerti cu ddentamu ci simu e nui stamu a quai ca facimu casinu. Sempre divisi,sempre rancore, mai na vera grande nazione . La storia è storia ,nu se pote cangiare te lu passatu nu n'imu scerrare ca n'ha 'mparata la cosa chiu' bella ...'NCIOLE LA PACE...NONE LA GUERRA! Scritta da  Totu Meu

25 aprile 2018: con i se e con i ma non si fa la storia.

Immagine
Dobbiamo liberarci dalle semplificazioni: a problemi complessi abbiamo bisogno di risposte complesse ALTRIMENTI LE SCROCIATOIE PORTANO A VIOLENZE E A PAROLE VIOLENTE Paolo Paticchio  di Castrignano dei Greci (presidente dell'Associazione Treno della Memoria ieri 24 aprile 2018 su La7 nella trasmissione DI MARTEDI'  ) Così come stabilito dalla Legge 260 del 27 maggio 1949, la Festa della Liberazione è una festa nazionale della Repubblica italiana che ricorre il 25 aprile di ogni anno. Questo giorno è il simbolo della lotta dei partigiani contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana. Il 25 aprile il Nord insorse contro le truppe naziste di occupazione e contro l’esercito della Repubblica di Salò. Ricordo a me stesso che l’8 settembre 1943 il presidente del consiglio Pietro Badoglio, uno degli eroi di Vittorio Veneto e da alcuni mesi alla guida del governo italiano dopo l’arresto di Benito Mussolini all’indomani del fatidico 25 luglio, annuncia sommessa

Chi ha la responsabilità del fatto che siamo "SENZA NA UARDIA"?

Immagine
E’ giusto sorridere, è divertente fare della satira sia per chi la fa, che per chi la legge. Solo che è necessario che si chiarisca bene a chi quella satira è rivolta, affinché chi ha il potere di intervenire lo faccia, al fine di mettere a posto le cose. Mi riferisco alla bellissima composizione poetica a carattere moralistico e comico, che ha messo in risalto, con espressioni che vanno dall'ironia pacata e discorsiva fino allo scherno e all'invettiva sferzante, costumi e atteggiamenti della categoria dei vigili urbani di San Cesario di Lecce. Ma ciò che si lamenta, ovvero la mancata presenza dei vigili urbani, è causato dai vigili urbani stessi? Oppure è causato dal fatto che a fare servizio nel paese più bello del Mondo siano rimasti in tre vigili “a ballare l’alli galli” direbbe la nota canzone degli anni ’60? La questione è tutta qui. Chi ha il potere di mettere a posto le cose? Chi ha il potere di ottenere che ci siano sempre vigili a presidiare, “24 ore su

SENZA NA UARDIA

Immagine
SENZA NA UARDIA .... San Cisariu, ci bu riguarda, è nu paise senza na uardia; Ma grazie a Diu e puru alli Santi nu mancanu certu li comandanti; fra marescialli capitani e tenenti li tenimu tutti.....nu manca nienti. Na uardia semplice,comu se dice, l'imu chiamare te fore paise perché n'uffuciale te tuttu rispettu nu po' girare...cu lu fischettu : ete l'ufficio lu postu adeguatu se no perce' cazzu ha passatu te gradu? Cussi' tutti quanti ne tenenu unu e a mienzu alla strada nu 'ncete nisciunu. Ne iti unu a mienzu alla chiazza alla dumineca quannu esse la missa E l'auri giurni propriu ca 'nci ole: tece menuti annanzi alle scole. Mo nu sapimu ci ete ca statu o quistu sindacu o quiddru passatu. Ci ete c'a fattu stu capulavoru cu ni facimu na statua te oru. Nu veru meraculu! Nu boju cu sbaglio Ma Gesùcristu nu putia fare meju Mo 'nc'e' na cosa: ci su graduati beh,n'imu dare stipendi chiu' bauti. Comu pe tutte le cose it

Catturare con una foto l’Eternità: il fotografo del paese più bello del Mondo

Immagine
Nei paesi a sud est ci sono alcune persone che, per il lavoro che hanno svolto, sono entrate in contatto con tutti gli abitanti di un territorio e che, per un verso o per un altro, sono impresse nella memoria di tutti. Un immagine, una parola, un sorriso: ecco che si schiude davanti a me la figura elegantemente sobria del Rag. Antonio Laudisa dello Studio Fotografico omonimo che tutti sappiamo essere stato a San Cesario di Lecce alla Via Angelo Russo dov'è tutt'ora gestito dagli eredi. Una professione che non esisteva nel paese più bello del Mondo e che lui ha inventato negli anni 50 dell’ultimo secolo dello scorso millennio, . Non c’è stata cerimonia che non abbia visto la presenza di questo gentiluomo che con garbo e gentilezza chiedeva l’attenzione a chi doveva diventare il protagonista dei suoi scatti. Poi arrivarono le macchine fotografiche per tutti e ci fu l’esplosione della stampa degli scatti dei fotografi dilettanti prima in bianco e nero e poi a color

Il piacere di farselo con le proprie mani

Immagine
Ieri sera non sono potuto andare all’inaugurazione della Mostra Fotografica che l’Associazione “Tempo di scatto” ha allestito nella Cappella palatina del Paese più bello del Mondo. Ma dopo averne parlato con Ottorino Forcignanò, a cui è stata affidata la presentazione dell’iniziativa, mi sono venute delle idee che ho scritto qui di seguito. Certo, ha ragione Ottorino, Mesce e Mesci sono figure che hanno riempito la mia infanzia a San Cesario di Lecce. Donne e uomini che “risolvevano problemi”. Le mie scarpe perennemente scorciaste dai calci dati alle pietre di cui erano fatte le strade del paese più bello del Mondo, erano riparate dalle abili mani “te lu Mesciu scarparu”. Le infrastrutture nella terra a sud – est erano molto “naturali e selvatiche” e i vestiti, le scarpe, le pentole e gli attrezzi, insomma tutto ciò che era “artificiale”erano affidati alle abili mani degli artigiani che mitigavano l’impervietà dell’ambiente in cui vivevamo. Noi ragazzi e le ragazze, tutti le