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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Nel mio paese non partecipo all’organizzazione delle feste né alla gestione del Comune

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 Nel mio paese non partecipo all’organizzazione delle feste né alla gestione del Comune di Antonio Bruno Ferro  Ieri sera le conversazioni della piazza hanno toccato la questione della partecipazione alla convivenza sociale di San Cesario di Lecce. Un concittadino mi ha detto che ha una regola che lo fa vivere bene ovvero: ”Mai far parte dei Comitati feste patronali e dei gruppi che si candidano alla gestione del Comune”. Un altro concittadino mi ha parlato delle sezioni dei partiti che c ‘erano a San Cesario di Lecce sino agli anni ’90 e mi ha confidato che s’era iscritto a una di queste sezioni di partito perché “credeva nella proposta di gestione dei beni comuni” fatta nell’esclusivo interesse della Comunità. Poi ha riscontrato che la sezione era un mezzo per ottenere dei privilegi e se ne è allontanato. Cittadini questi che non sono stati vittime, come lo fui io, della brama di ottenere il POTERE che è un comportamento che ha alla base una emozione che è “il piacere di

La dialettica tra Potere e Amore

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  Chi legge ciò che scrivo sa perfettamente che amore e potere, secondo il mio punto di vista, sono due culture distinte. L'amore è la cultura umana e il potere è la cultura non umana. Naturalmente secondo il mio punto di vista. Oggi su "la Repubblica" Eugenio Scalfari in un Editoriale temerario descrive un sincretismo delle due culture. Secondo la mia opinione, la cultura dell'amore e quella del potere sono inconciliabili. Per essere più precisi, una volta che si abbandona "il piacere di essere serviti" che è l'emozione che ci fa agognare il POTERE, ecco emergere spontaneamente la legittimazione reciproca e il conseguente rispetto da parte di tutti per tutti. Comunque ve lo propongo perchè è mia opinione sia una lettura interessante: Buona lettura La dialettica tra Potere e Amore di Eugenio Scalfari Sono alle prese con una serie di quesiti molto interessanti per la mente, il cuore, le tradizioni culturali del passato, del presente e del futuro. E prover

La costruzione delle case dei sancesariani

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  La costruzione delle case dei sancesariani di Antonio Bruno Ferro E’ tutto orgoglioso quando mi dice che ha iniziato a lavorare nella distilleria nuova del Commendatore Pistilli. “Quella in fondo a Via Umberto ” mi dice per farmi capire di quale distilleria stesse parlando. “C’era un forno grandissimo e tutta una serie di condutture in rame, quella distilleria modernissima per quei tempi, era un sogno” mi parla con gli occhi che gli brillano di questa esperienza tanto gratifi cante per lui. Poi mi dice che grazie a quel lavoro lo chiamarono le Officine Brera che gli offrivano un trattamento economico che lui nemmeno si sognava di poter mai avere. Glielo andò a dire a suo padre che lo maltrattò e gli impose di rinunciare a quell’offerta, che anche se a lui pareva tanto allettante, non lo era affatto per suo padre in quanto avrebbe allontanato il figlio da San Cesario di Lecce. Poi il Commendatore Pistilli chiuse la sua attività di distillazione e le relative distillerie e il nostro co

I disegni di Italo Coppola 1950

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 I disegni di Italo Coppola 1950 - Racconto di oggi domenica 13 settembre 2020 di Antonio Bruno Ferro Ho incontrato in Piazza largo del Palazzo Ducale Maestro Italo Coppola che, sollecitato dal cugino Leonardo Greco, mi ha raccontato un episodio accaduto quando era a scuola con l’insegnante Carmelo Panzera. Mentre il Maestro Panzera insegnava, a Italo venne spontaneo fare un disegno di quella scena. Stava disegnando il maestro quando quest’ultimo, si accorse che Italo non seguiva la lezione perché era intento a disegnare. Italo mi ha riferito che il disegno era per lui naturale, nessuno glielo aveva insegnato, ma lui con una matita e un foglio di carta, era in grado di illustrare qualunque cosa. Era affascinato dai bei disegni del Sussidiario che gli avevano dato e lui ne imitava lo stile disegnando. Ma tornando a quel giorno il Maestro accortosi che Italo stava facendo qualcosa che non gli permetteva di seguire la lezione, disse ad alta voce il cognome dello scolaro, “Coppola”, e sicc

Nel mare di Giacunia (Giaconia)

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 Nel mare di Giacunia (Giaconia) di Antonio Bruno Ferro E’ noto che nel 1546 il monsignore leccese Angelo Giaconìa, vescovo di Castro (1530-1563), iniziò la costruzione di un palazzo signorile in Lecce, nei pressi della chiesa di S. Maria degli Angeli e del convento dei Padri Minimi S. Francesco di Paola. Il Maestro Italo Coppola mi ha detto che subito dopo la Circonvallazione di San Cesario di Lecce c’è la strada per Lequile e qui, proprio di fronte al negozio di frutta e alla ferramenta c’era il laboratorio artigianale del papà di Maestro Italo Coppola e che quella zona per tutti i concittadini si chiamava GIACUNIA. Anche oggi quel posto si chiama Via Giaconia. Anche la nobile arte del fabbro era naturalmente esercitata dal Maestro Italo. Mi ha raccontato la disperazione del padre di fronte alla timidezza del fratello più grande. Il padre di Maestro Italo tentò di insegnare la sua arte al figlio maggiore senza successo. Infatti di fronte alle istruzioni dell’uso del martello mentre i

Di come fu che sorsero i Cinema di San Cesario di Lecce

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 Di come fu che sorsero i Cinema di San Cesario di Lecce di Antonio Bruno Ferro La prima sala cinematografica di San Cesario di Lecce è stato il Cinema Iride sorto nel 1944 ad opera del Maresciallo Candido. E’ una sala che ancora oggi è possibile vedere in Via Dante Alighieri proprio di fronte al largo su cui danno la Banca e la Scuola Materna delle Suore Salesiane. Nel 1947 il Sig. Cantarini fresco di ritorno dalle Americhe, realizzò in Via Cepolla un’Arena per la proiezione dei film d’estate. Questo spiazzo fu ricavato estirpando gli aranci che lo occupavano. Era tutto quanto coperto di ghiaia e aveva lo schermo proprio confinante con Via Cepolla che è l’odierno ingresso della sala cinematografica esistente ancora oggi ma non più in funzione. Il cugino Leonardo ricorda che ai lati dello schermo vi erano dei contenitori adattatati a porta fiori che avevano dei bambù. Quindi l’ingresso dell’Arena era dal portone e poi in fondo vi erano delle gradinate che costituivano la galleria. Inve

Se ieri sera non fossi uscito in piazza nulla avrei saputo di queste meraviglie

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  Se ieri sera non fossi uscito in piazza nulla avrei saputo di queste meraviglie di Antonio Bruno Ferro Tu l’hai mai visto un falegname? Io si. Il suo laboratorio e l’attrezzatura e poi il legno: castagno, ciliegio, faggio e tanti altri. Un falegname non monta i pezzi che hanno costruito altri, così come fanno ad esempio i tubisti. Un falegname i pezzi li ricava da un pezzo di legno. E sempre da quel pezzo di legno, fa emergere porte, finestre e mobili di ogni tipo. Quando un falegname va in ospedale, se gli chiedono la professione, lui dice che fa il falegname. Una volta che rivela tale informazione immediatamente il medico chiede al falegname di fargli vedere le mani. Pare che si dica che i falegnami bravi non abbiano tutte e dieci le dita perché alcune vengono tagliate dalle macchine che utilizzano per il loro lavoro. Un falegname deve essere capace di calcolare le misure necessarie per realizzare le sue opere d’arte. E questo calcolo deve essere preciso al millimetro per