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Visualizzazione dei post da 2019

Ai cittadini chiedere in cambio una prestazione lavorativa nella misura del reddito di cittadinanza che percepiscono

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C’è un gran dibattito sul reddito di cittadinanza, molte critiche. Volutamente non cito i giornalisti ed i politici, potete avere accesso alle loro opinioni in ogni istante perché disponibili tutte on line. Io riporto ciò che ascolto dalle persone che conosco, quelle che frequento. Tutte, indistintamente sostengono che, dare una integrazione di reddito sino a 500 euro, e un contributo per l’alloggio pari a zero se la casa è di proprietà, 150 euro se si paga un mutuo e 280 euro se si è in affitto, senza che il cittadino lavori è INACCETTABILE. Quindi non c’è una critica al reddito di cittadinanza in sé, ma una obiezione che critica la mancanza di una prestazione lavorativa da parte dei cittadini che vengono pagati dallo Stato. I dati sono disponibili, vediamoli insieme. Sono 890mila gli italiani che percepiscono il reddito di cittadinanza. Diciamo che è un Azienda Statale con 890mila addetti che vengono pagati senza che nessuno di loro eroghi delle prestazioni lavorative.

Giancarlo Visitilli, ovvero solo con la relazione c’è coinvolgimento

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Ieri sera Venerdì 27 dicembre, al Fondo Verri in Via Santa Maria del Paradiso 8 a Lecce, c’era Giancarlo Visitilli. Ha parlato del suo ultimo libro “La pelle in cui abito” scritto con Kader Diabate edito da Laterza. Nel libro c’è la storia di Kader Diabate, una persona venuta in Italia da lontano, dall’Africa specificamente dalla Costa D’Avorio, che dalla disumana permanenza nei campi libici ha poi raggiunto l’Italia da cui, prima o poi, andrà via per raggiungere la Francia. L’incontro tra Giancarlo Visitilli e Kader Diabate è avvenuto per volontà dell’Editore Laterza di Bari. Ci sono stati degli incontri, poi Giancarlo Visitilli ha scritto il libro, infine ha incontrato ancora una volta Kader Diabate che dopo la pubblicazione del libro è stato disponibile ad essere presente per le prime presentazioni. Kader Diabate è una delle tantissime persone che vengono in Italia da lontano, certamente un uomo unico, ma con una storia che potrebbe essere la storia di tantissimi uomin

A proposito delle indicazioni dei criteri di “capacità gestionale “di Massimo Bray

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È così, si ascolta, si scrive e poi si riflette su ciò che si è ascoltato e scritto. Nel suo libro “Alla voce cultura”, edito da Manni di San Cesario di Lecce, Massimo Bray afferma che siccome lo Stato deve gestire in prima persona i nostri beni culturali, è di fondamentale importanza, anzi direi essenziale, che il “gestore”, scelto dai politici, sia competente. Chiunque è d’accordo che a gestire una qualsiasi attività debba essere chiamata una persona “competente”. E allora perché c’è questa richiesta se dovrebbe essere naturale effettuare la scelta secondo questo criterio? Perché i politici sono LIBERAMENTE OBBLIGATI alla scelta che ha come unico criterio, il numero dei voti che otterranno per il loro partito o per la loro persona, proprio scegliendo per la gestione di un Ente o Azienda pubblica, quella determinata persona. Il successo di un politico è sintetizzabile nell’ottenimento di voti per essere eletto o rieletto in competizione con altri politici che desiderano la

Io ce l’ho già il mio Pinocchio

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Come faccio a raccontare quello che mi succedeva nel 1965, quando andavo vicino all’armadietto, che conteneva la biblioteca di classe a prendere quel libro? Ma cominciamo dall’inizio. Il maestro aveva detto che, per due giorni a settimana, dovevamo leggere un libro in classe, ma non un libro letto tutti insieme, lui aveva proposto che ognuno scegliesse il libro che desiderava leggere. Il maestro ne aveva portati moltissimi, erano i libri che ci aveva raccontato aveva acquistato in edizione economica ai tempi in cui lui andava a scuola, e li aveva riposti su un piano dell’armadietto di legno della classe. Io ero con il mio bel grembiule nero, il fiocco blu e l’immancabile colletto bianco che mia madre mi diceva di raddrizzare perché lo portavo sempre storto e, tutto emozionato, quel giorno mi avvicinavo all’armadietto. Giuro mi sforzo di ricordare, ma per quanto lo faccia non riesco proprio a immaginare come fu che scelsi quel libro. Sino ad allora non ne avevo mai letto uno,

Mettere “essere cittadini” Alla voce cultura

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Questi sono miei appunti, li ho presi presso i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce, e non li ho nemmeno scritti con una matita su un pezzo di carta, sono le tracce di ciò che è emerso oggi ascoltando Massimo Bray alla presentazione del suo libro "Alla voce cultura", che lui stesso ha definito come una raccolta di appunti del suo diario sospeso. Il messaggio che è emerso è che la cultura e i nostri beni culturali “sono, appunto, nostri”, di tutti, perché rappresentano ciò che ci definisce e in cui ci riconosciamo e per questo motivo non possono appartenere solo ad alcuni. Il neoliberismo economico e il mercato, per Massimo Bray, non sembra possano essere adatti per la gestione dei nostri beni culturali. E mentre fa questa affermazione, allo stesso tempo fa un appello ai politici, affinché scelgano persone competenti per la gestione di questi nostri “beni comuni”. E voi mi direte: “Tutto qui?” ed io vi rispondo “Si! Tutto qui, perché? Vi sembra poco?” Massimo B

Non è solo un gioco

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Emergono i ricordi, in quelle fredde mattine di dicembre alla fine dell’ultima ora di lezione, e non c’è modo di fermarli. Solo qualche mese dopo l’inizio della scuola che, ai miei tempi era il mese di ottobre, arrivavano imperterrite le Vacanze di Natale preannunciate dal giorno dell’Immacolata, che corrispondeva all’inizio dei giochi. Naturalmente c’era anche chi non aveva mai smesso di giocare a carte, si a carte, sembra una sorta di trovata ad effetto, ma le carte sia quelle napoletane che quelle francesi, rappresentavano l’immaginario di migliaia di persone che, dopo l’otto dicembre si trasformavano in frequentatori di Casinò che erano i Circoli e le case dei paesi e delle città della provincia di Lecce. Il tavolo verde che tutto raccoglie intorno a sé, perché il biglietto d’ingresso ce l’hanno tutti, sono quei soldi in tasca che fuoriescono avidi di moltiplicarsi su quei tavoli di un verde prato che lascia coltivare le speranze di ricchezza di chi intorno a lui stanzia

È Natale

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Faceva freddo. Questa è la prima cosa che mi viene in mente quando penso al Natale degli anni 60, quando mi sentivo addosso il clima di quei giorni e le scorribande di noi bambini, in attesa dei regali che però, sarebbero arrivati solo per il 6 gennaio con l’arrivo della befana. Intanto Nino il bidello, della scuola elementare “Michele Saponaro” nell’omonima via, ci faceva capire che qualcosa stava per accadere, poiché noi bambini, osservavamo la costruzione di un grande piano rialzato fatto di tavole, oltre che l’arrivo di ceppi di vite alberello pugliese che sarebbero stati poi inchiodati su quelle stesse tavole. Poi arrivavano i giornali che Nino metteva in una vasca piena d’acqua con farina, e con la disposizione dei giornali inzuppati su quei ceppi di vite, gli stessi ben presto prendevano la forma di incantevoli Montagne. Ma la cosa che mi faceva impazzire, era l’arrivo del muschio, che trasformava quelle pagine di giornale in verdi campi. Poi una bella carta azzurra con

L'ideologia è una teoria su cui non si riflette

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In Tv, nei dibattiti e nelle manifestazioni, chi si espone al pubblico provando a imporre la propria visione è perché ha la convinzione di vivere in un mondo che la nega. La cosa più difficile è avere delle relazioni con le altre persone nella diversità, invece viviamo in un mondo di aggressioni, dove discutiamo partendo da posizioni ideologiche invece di incontrarci come “esseri umani” con la conversazione. L'ideologia è una teoria su cui non si riflette. È mia opinione che si cade nella trappola dell’ideologia, nel momento in cui si difende un sistema di idee che non si è disposti a mettere in discussione. È legittimo avere un sistema di idee, ed è altrettanto legittimo che chiunque possa metterlo in discussione facendo delle domande e proponendo le sue osservazioni oltre che le eventuali obiezioni e critiche. Le rare volte che mi capita di assistere a un dibattito televisivo, sono atterrito dalla violenza verbale che si sviluppa nel discorso delle persone che vi pre

Una scelta impossibile

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Impossibile scegliere: Salvini e Sardine per adesso praticano la stessa cultura Damiano D'Autilia ha scritto: Gad Lerner, è sicuramente espressione di quel giornalismo non fazioso e non schierato ! Vero (si riferisce all'articolo sulle sardine di Gad Lerner su La Repubblica del 16 dicembre 2019 n.d.r.)??? Antonio Bruno ha scritto: Damiano, c'è necessità di ascoltare. Io capisco le perplessità di chi apparriene a una cultura che ha visto la sinistra come un'antagonista. Ma bisogna vedere la possibilità del dialogo tra tutti, finalmente fuori dai recinti di ogni tipo, aperti all'ascolto dell'altra persona, nel rispetto e legittimazione reciproci. L'errore che commettono è la criminalizzazione di Salvini. E' un errore grave perchè gli fa conquistare l'attenzione di tutti, sia dei simpatizzanti della sinistra che, nella migliore delle ipotesi, li percepiscono come persone che legittimano il liberismo economico, che dei simpatizzanti

Sardine a Lecce ovvero non aver paura di perdere il benessere invece è la paura di perdere la libertà che ti deve preoccupare

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Quando stavo percorrendo Viale Lo Re pensavo che, quello che mi è successo stasera, mi accadeva negli anni fine ’60 inizio ’70, quando uscivo di casa per andare nella piazza del mio paese, dove si dovevano tenere i comizi nell’ultimo giorno prima del silenzio elettorale. Quando sono arrivato in uno spazio che ha una lunghezza di 48 metri dalla stradina del Bar Alvino Via Roberto di Biccari sino a Via Fazzi, e della larghezza di 15 metri tra la chiesa di Santa Maria delle Grazie utilizzata come gradinata degli organizzatori e l’Anfiteatro Romano, pari a 720 metri quadrati mi sono chiesto: “Ma quante persone ci saranno?” In uno studio scientifico riportato qui: https://www.wired.it/attualita/politica/2015/11/09/salvini-bologna-numeri-metro-quadrato/?refresh_ce= si dimostra che “Quello che si arriva a scoprire è che il numero massimo di persone che può occupare un metro quadrato oscilla tra 5 e 10, dove 10 corrisponde alla comodità di un pellegrinaggio a La Mecca, per inte