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L’uomo che correva senza fermarsi e l’albero che gli insegnò a vivere

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  L’uomo che correva senza fermarsi e l’albero che gli insegnò a vivere di Antonio Bruno Un uomo correva tutto il giorno. Correva al lavoro, correva a casa, correva persino nei sogni. Credeva che più passi facesse, più vita avrebbe vissuto. Un giorno si fermò per caso sotto un albero. Stanco, si sedette all’ombra. Solo allora si accorse che l’albero stava lì da anni, senza muoversi, eppure aveva dato frutti, riparo, ossigeno. L’uomo capì che correre serve, ma fermarsi serve di più: perché è nel silenzio che maturano i frutti, e nell’ombra che si impara a scegliere. Morale: non conta quanta strada fai, ma cosa lasci crescere mentre ti fermi . C’è un tempo per correre e uno per fermarsi. Un tempo per affermarsi nel proprio lavoro e un tempo per ricordarsi che il successo, da solo, non basta. Lo dice la vita di molti, ma ce lo suggerisce anche il buon senso: la popolarità è un dono prezioso solo se diventa servizio, strumento per illuminare cause che riguardano tutti, come l...

Quando i genitori non amano: il silenzio che genera violenza da una generazione all’altra

  Quando i genitori non amano: il silenzio che genera violenza da una generazione all’altra Ci sono stili di vita che ci abitano prima ancora che impariamo a respirare. Non sono scelte, non sono bandiere issate con orgoglio: sono eredità silenziose, incise nelle viscere, tramandate come una lingua segreta che impariamo senza volerlo. Alcune nascono nella carezza di un grembo sereno, altre nell’urlo spezzato di una casa che non conosce pace. È lì che i bambini iniziano a sentire, ancor prima di nascere, che il mondo non è lo stesso per tutti. Il passaggio dall’utero biologico a quello culturale può essere un abbraccio oppure una ferita. A volte, il primo tradimento arriva presto: una promessa di gioco mai mantenuta, una carezza che non arriva, un silenzio più rumoroso di mille urla. E quel dolore, piccolo e invisibile, diventa radice: cresce nei corpi, si intreccia alle anime, e senza che ce ne accorgiamo si trasforma in un lignaggio. È una catena che non si vede, ma che continu...

L'ansia, cos'è e come ottenere la tranquiliità

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Gabriella Tupini, psicologa e divulgatrice, attribuisce l'ansia a traumi infantili causati da comportamenti genitoriali inadeguati. Nei suoi interventi, sottolinea che l'ansia spesso deriva da esperienze precoci in cui i bisogni emotivi del bambino non sono stati adeguatamente riconosciuti o soddisfatti. [1] Secondo Tupini, l'ansia non è semplicemente una predisposizione individuale, ma una risposta a situazioni in cui il bambino ha percepito una mancanza di sicurezza o accettazione da parte dei genitori. [2] Per affrontare queste ferite, Tupini suggerisce un percorso di consapevolezza e guarigione che include: - Riconoscere il dolore: ammettere che le esperienze passate hanno lasciato un'impronta emotiva significativa. - Esplorare l'infanzia: rivisitare i ricordi per comprendere le origini delle proprie emozioni e comportamenti attuali. - Sostenere il "bambino interiore": offrire a sé stessi l'amore e la cura che potrebbero essere mancati durante l...

“Da Composer un monde en commun a Costruire un mondo comune: un percorso di responsabilità condivisa”

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  “Da Composer un monde en commun a Costruire un mondo comune: un percorso di responsabilità condivisa” Ho letto prima l’edizione francese del 2022, Composer un monde en commun, e ora la versione italiana del 2025, Costruire un mondo comune. E Dio non benedisse la proprietà privata (Libreria Editrice Vaticana e Piemme). È affascinante notare come il messaggio centrale rimanga intatto, ma l’adattamento al contesto italiano dia nuove sfumature, rendendo il libro ancora più vicino a chi legge oggi nel nostro Paese. In entrambe le versioni, Giraud propone la riflessione sui beni comuni come alternativa alla privatizzazione assoluta e al controllo totale dello Stato. La differenza è che nell’edizione italiana emergono con più chiarezza riferimenti concreti alle sfide globali e locali: acqua, biodiversità, comunità energetiche, gestione dei patrimoni culturali. Il concetto di “res communis” non è più solo teorico, ma diventa un modello operativo e spirituale per cittadini e istituzioni. ...