Quando i genitori non amano: il silenzio che genera violenza da una generazione all’altra
Quando i genitori non
amano: il silenzio che genera violenza da una generazione all’altra
Ci sono stili di vita che ci abitano prima ancora che impariamo a
respirare. Non sono scelte, non sono bandiere issate con orgoglio: sono eredità
silenziose, incise nelle viscere, tramandate come una lingua segreta che
impariamo senza volerlo. Alcune nascono nella carezza di un grembo sereno,
altre nell’urlo spezzato di una casa che non conosce pace. È lì che i bambini
iniziano a sentire, ancor prima di nascere, che il mondo non è lo stesso per
tutti. Il passaggio dall’utero biologico a quello culturale può essere un
abbraccio oppure una ferita.
A volte, il primo tradimento arriva presto: una promessa di gioco mai
mantenuta, una carezza che non arriva, un silenzio più rumoroso di mille urla.
E quel dolore, piccolo e invisibile, diventa radice: cresce nei corpi, si
intreccia alle anime, e senza che ce ne accorgiamo si trasforma in un
lignaggio. È una catena che non si vede, ma che continua a tirare, da
generazione a generazione, come se il sangue ricordasse ogni ferita.
Ma la bellezza, quella sì, è che il sangue sa anche imparare cose nuove.
Se oggi scelgo di fermarmi, se oggi decido che la mia eredità non sarà solo
dolore, allora posso cambiare il mio passo. Non basta volerlo, bisogna vivere
con coerenza la cura, il rispetto, la tenerezza. Allora i bambini lo
assorbiranno come assorbono il latte, e lo porteranno avanti nei loro figli. E
così, piano piano, un nuovo lignaggio potrà nascere.
Gabriella Tupini, con parole che bruciano più della verità stessa, ha
ricordato che pochi genitori amano davvero i figli. Non basta preoccuparsi, non
basta curare, non basta pagare scuole e medicine: l’amore è un’altra cosa. È la
capacità di guardare un figlio e vederlo diverso da sé, di non pretendere copie
ma accettare originali. È chiedere scusa quando si sbaglia, è lasciare che la
sua voce contestatrice non venga spenta dall’autorità. È fatica, è ascolto, è
rinuncia all’ego.
Perché l’amore, quello autentico, non lo puoi imporre. Nasce libero, come
nasce un respiro. E quando non c’è, lascia dietro di sé generazioni che portano
la fame d’amore come cicatrice invisibile.
Di seguito
un saggio che argomenta l’idea che l’attuale lignaggio psichico sia
violento, in larga misura, perché molti genitori non riescono ad amare davvero
i propri figli; basato su dati di letteratura scientifica. Alla fine, la
bibliografia.
Il problema: l’amore come assenza e conseguenze
Quando si
dice che molti genitori “non amano davvero” i figli, non si intende
necessariamente che non abbiano cura, che non si prendano responsabilità, ma
che manchi quell’amore autentico fatto di presenza emotiva, ascolto,
riconoscimento, accoglienza. La letteratura psicologica indica che questa assenza
o fragilità dell’amore – che si manifesta come negazione, trascuratezza,
incapacità di regolazione affettiva – ha effetti profondi, generazionali.
Trasmissione intergenerazionale del maltrattamento e
della violenza
Uno studio
di Greene, Haisley, Wallace e altri (review sistematica, 2020) mostra che
quanti sono stati vittime di abusi, violenze, o negligenza nell’infanzia hanno
una probabilità significativamente maggiore di sviluppare stili di
genitorialità problematici: abusi verso i figli, negligenza, ritiro emotivo,
incapacità di rispondere affettivamente. PMC+1
La violenza
non è solo fisica, ma spesso è emotiva: il rifiuto, l’indifferenza, la mancanza
di capacità di accogliere i vissuti del bambino. Queste forme – più sottili,
meno riconosciute – contribuiscono a generare uno stile di vita di sofferenza
che si radica nel corpo e nella psiche. ScienceDirect+2PMC+2
Mancanza di amore esplicita / Negligenza emotiva
Uno studio
recente (2023) su “childhood emotional neglect” mostra che la negligenza
emotiva materna – assenza di rispondere alle emozioni del bambino, poca
espressività positiva, scarsa espressione di affetto – è associata con
comportamenti-problema nei figli. PubMed
In altre
parole, non serve che ci siano urla o violenza fisica: il silenzio
dell’affetto, il gelo dell’assenza emotiva, il rifiuto implicito sono forme di
violenza che lasciano tracce. Quando una mamma non risponde al pianto, quando
un padre non mantiene la promessa, quando si preferisce l’autorità alla cura:
sono atti che negano, tradiscono, feriscono.
Effetti sulla violenza, sull’aggressività e
sull’autoritarismo
Alcune
ricerche correlano direttamente l’assenza del padre (o la sua assenza
affettiva) con aggressività e comportamenti antisociali nei figli. Un articolo
sul Journal of Human Behavior & Social Environment mostra che la mancanza
di padre presente nel nucleo familiare, combinata con eventi avversi dei
genitori (problemi psicologici, povertà, contesto di degrado del quartiere),
aumenta in modo significativo la probabilità che il bambino sviluppi
aggressività e comportamenti devianti. PMC+1
In uno
studio in Cina, la “father absence” è correlata a maggiore ostilità nei giovani
depressi; bassa autostima e tolleranza alla frustrazione sono mediatori
importanti. Frontiers
Traumi, salute mentale e perpetrazione della violenza
Il trauma
infantile (abuso, negligenza, violenza domestica) tende a sviluppare sintomi
psicologici duraturi nei genitori, come depressione, disturbo post-traumatico,
disfunzioni nell’attaccamento. Questi sintomi mediano la capacità di amare
davvero: un genitore traumatizzato spesso lotta per dare ascolto, per essere
presente, per accogliere la differenza, per permettere al figlio di sentirsi
liberi. ScienceDirect+2PubMed+2
Uno studio
italiano sull’“epigenetica del trauma generato dalla violenza domestica”
evidenzia che esperienze di violenza nelle mamme (o caregiver) possono
influenzare non solo la salute mentale ma anche biologicamente i figli,
attraverso meccanismi epigenetici, rendendo più probabile che certe reazioni
allo stress e alla paura siano trasmesse. italianjournalofpsychiatry.it
Tesi: Il lignaggio attuale è violento perché l'amore
autentico è rarefatto
Con questi
dati, si può sostenere:
- Violenza come ereditaria non
solo nel gesto: non è
necessario che un genitore picchi per trasmettere violenza; la negligenza,
il ritiro emotivo, la mancanza di empatia sono forme sottili di violenza
che creano vulnerabilità.
- L’amore “incompleto” o
“funzionale” non basta: preoccuparsi che i figli studino, che siano
nutriti, che abbiano casa, è necessario ma non sufficiente; l’amore
autentico richiede presenza emotiva, ascolto, riconoscimento della loro
interiorità – ciò che le ricerche definiscono come “positive parenting”,
affetto espresso, sensibilità. Quando questa parte manca o è
disorganizzata, la violenza emerge come conseguenza delle ferite non
guarite.
- Il ciclo si perpetua: genitori che non hanno
ricevuto amore autentico faticano a darlo; traumi non risolti, stili di
attaccamento insicuri, negligenza emotiva divengono patrimonio implicito,
che i figli interiorizzano e riproducono, spesso senza consapevolezza.
- Condizioni ambientali e sociali
aggravano:
povertà, disuguaglianze, stress psicologico, discriminazioni, contesto
sociale violento favoriscono che l’amore sia carente. Il genitore è
sopraffatto, le strutture di supporto esigue, le risorse emotive limitate.
Ciò non scusa, ma spiega come il lignaggio violento si mantenga.
Contro-argomentazioni e limiti
- Non tutti i genitori che
mancano di una dimensione affettiva diventano violenti; molti compensano,
cercano sostegno, fanno scelte consapevoli per interrompere il ciclo.
- Alcune famiglie mostrano
funzionalità anche in condizioni estreme, grazie a resilienza, fattori di
protezione (supporto sociale, educazione, terapia).
- Molta della letteratura si basa
su auto-rapporti, ricordi retrospettivi, che possono essere distorti o
parziali.
Conclusione
Il lignaggio
attuale è intrinsecamente “violento” nella misura in cui molti genitori non
amano i figli in senso pieno: non li riconoscono nella loro differenza, non
rispondono con tenerezza, non accompagnano i loro bisogni emotivi, non
permettono che la loro voce emerga. Questa violenza non è sempre visibile,
spesso è silenziosa, ma produce cicatrici nel corpo e nella psiche che
travalicano le generazioni. Per rompere il ciclo serve consapevolezza,
interventi psico-sociali, politiche che favoriscano la salute mentale dei
genitori, educazione affettiva, benché l’amore vero, come si dice, non si
ordina: si coltiva.
Bibliografia
- Greene, C. A., Haisley, L.,
Wallace, C., & Ford, J. D. (2020). Intergenerational effects of
childhood maltreatment: A systematic review of the parenting practices of
adult survivors of childhood abuse, neglect, and violence. Clinical
Psychology Review, 80, 101891. PMC
- Study on emotional neglect: Intergenerational
effects of childhood maltreatment: The relationships among parental
childhood emotional neglect, emotional expressiveness and children’s
problem behaviors (2023). ScienceDirect+1
- Study in Cina: The
relationship between father absence and hostility among Chinese depressed
youths: A serial mediation model and the role of self-esteem and
frustration tolerance. Frontiers
- Study su aggressività e
delinquenza: The effect of father's absence, parental adverse events,
and neighborhood disadvantage on children's aggression and delinquency: A
multi-analytic approach. PubMed+1
- Paul, S. E., Boudreaux, M. J.,
Bondy, E., Tackett, J. L., Oltmanns, T. F., & Bogdan, R. (2019). The
intergenerational transmission of childhood maltreatment: Nonspecificity
of maltreatment type and associations with borderline personality
pathology. Development and Psychopathology. Cambridge University Press & Assessment
- Bonelli, C., Nardi, B.,
Carpita, B., & Dell’Osso, L. (2025). From mother to child. The role
of epigenetic in the intergenerational trauma due to Intimate Partner
Violence. Italian Journal of Psychiatry. italianjournalofpsychiatry.it
- Study su trauma e violenza
familiare: The intergenerational impact of trauma and family violence
on parents and their children (2019). ScienceDirect+1
Ecco alcuni
studi italiani che confermano e concretizzano l’idea che il lignaggio psichico
attuale sia permeato di violenza psicologica, o comunque di assenza d’amore
autentico, nei rapporti genitore-figlio; mostrano come l’emotività trascurata,
lo stile affettivo carente, l’irregolarità dell’attaccamento, le promesse non
mantenute, la negligenza emotiva, producano effetti reali e misurabili.
Studi italiani: dati concreti
- “Difficulties in emotion
regulation mediate the relationship between childhood emotional neglect
severity and psychological well-being in Italian young adults” (Di Paola & Nocentini,
2023)
In questo studio con 375 studenti universitari in Italia, si è trovato che la trascuratezza emozionale durante l’infanzia (emotional neglect) è associata a una minore regolazione delle emozioni da adulti, a una scarsa consapevolezza delle proprie emozioni, e alla ridotta “fiducia emozionale” nelle relazioni. Più grave è la trascuratezza, più forti sono i danni alla capacità di relazionarsi e al benessere psicologico. Flore Unifi - “Understanding the relationship
between childhood emotional abuse and neglect and psychological distress
in pregnant women: the role of prenatal attachment” (Infurna et al., 2024)
In un campione di gestanti italiane, si è misurato come esperienze in infanzia di abuso emozionale e di trascuratezza corrispondano a più elevato disagio psicologico perinatale (ansia, depressione) e a difficoltà a stabilire un attaccamento prenatale con il nascituro. In particolare, la trascuratezza infantile è associata con attaccamento prenatale più debole, che a sua volta media l’impatto sulla sofferenza psicologica. Università di Bari+1 - “Trascuratezza emotiva,
attaccamento e ansia da separazione nei disturbi alimentari: uno studio su
pazienti adolescenti e sui loro genitori” (Attili, Di Pentima, Toni,
Roazzi, 2016)
In adolescenti con disturbi alimentari (età media ~15 anni), si è misurata la percezione di trascuratezza emotiva da parte di madre e padre, stili di accudimento carenti (bonding materno/paterno) e ansia da separazione, modelli di attaccamento mentali ad alta ansia. È emerso che chi ha questi stili percepiti come poco affettivi, controllanti o trascuranti manifesta più sintomi psicopatologici. Iris - “From childhood emotional
maltreatment to disordered eating: A path analysis” (Gagliardini et al., 2023)
Studio con 769 adulti italiani che esplora come abuso emotivo infantile e trascuratezza emozionale incidono su disturbi del comportamento alimentare, attraverso meccanismi intermedi come insecurtà di attaccamento, funzionamento riflessivo ridotto, stili difensivi immaturi. Questo implica che le ferite emotive infantili non risolte si manifestano in comportamenti disadattativi più tardi nella vita. unimercatorum.iris.cineca.it - “The Influence of Childhood
Emotional Abuse and Neglect on Love Addiction …” (Carone, Parolin, Santona, et
al., 2024)
In un campione di giovani adulti emergenti (emerging adults), si osserva che abuso emozionale e trascuratezza emotiva sono associati a una maggiore vulnerabilità narcisistica che, a sua volta, predice forme di “dipendenza affettiva” o relazioni d’amore patologiche. Questo è un segnale di come le mancanze affettive nell’infanzia producano modalità relazionali violente o disfunzionali nel tentativo di colmare vuoti emotivi. Arte Tor Vergata+1 - “Psychological maltreatment:
Features and consequences” (Verrocchio, 2014)
Questo articolo descrive cosa si intenda per maltrattamento psicologico (abuse emotivo + neglect emotivo): azioni ripetute o omissioni dell’adulto caregiver che trasmettono al bambino il senso di essere inutile, non amato, poco considerato. E osserva le conseguenze: disturbi dell’autostima, difficoltà relazionali, sintomi psicopatologici. Anche se non sempre con dati longitudinali estesi, aiuta la definizione e la comprensione di quanto “non amare veramente” possa essere violenza formativa. FrancoAngeli
Connessione con la tesi: come questi dati mostrano che
il lignaggio è violento
- In tutti questi studi la violenza
non è per forza fisica, ma spesso è omissione, trascuratezza, assenza
d’empatia, promesse non mantenute, affetto non espresso: componenti che
l’amore autentico richiede ma che molti genitori non riescono a fornire.
- I risultati mostrano che questi
“buchi d’amore” producono regolazione emotiva alterata, attaccamento
insicuro, sofferenza psicologica, relazioni disfunzionali.
- Questi fattori non restano
circoscritti: influenzano la salute mentale, il benessere relazionale, il
rapporto con i figli una volta diventati genitori. In altre parole,
diventano parte del lignaggio che si tramanda.
- E soprattutto nel periodo
perinatale si vede come le esperienze infantili negative influiscano anche
sulla capacità di legarsi al nascituro: significa che il primo
attaccamento che il figlio incontra può essere alterato dall’esperienza
traumatica della madre stessa, aprendo una trasmissione intergenerazionale
fin dall’inizio biologico/culturale.
Limiti e punti da approfondire
- Molti studi sono trasversali
(cross-sectional), basati su questionari e ricordi, non longitudinali per
molti anni; quindi la causalità precisa è difficile da stabilire.
- C’è spesso una sovrapresenza
femminile nel campione (più donne che uomini), il che potrebbe influire su
generalizzazioni.
- Le condizioni socioeconomiche,
culturali, la salute mentale dei genitori, il sostegno sociale sono
variabili importanti che moderano gli effetti ma non sempre vengono
analizzate con la stessa profondità.
Conclusione
Sulla base
dei dati italiani, si può con forza affermare che il lignaggio psichico
presente è “violento” in senso sottile: non tanto perché i genitori sono
necessariamente intenzionati a nuocere, ma perché molti non riescono a dare
quell’amore autentico che un bambino ha bisogno — ascolto, accudimento emotivo,
riconoscimento della soggettività. Questa mancanza genera ferite che sono
trasmesse, interiorizzate, manifestate in stili di vita, relazioni, salute
mentale.
Se vogliamo
cambiare il lignaggio italiano (e non solo), serve che si investa in sostegno
psicologico per genitori, educazione emozionale, politiche familiari che
riducano lo stress ambientale, che promuovano pratiche genitoriali sensibili,
affetto esplicito, coerenza nelle cure.
Bibliografia italiana selezionata
- Di Paola, L.; Nocentini, A.
(2023). Difficulties in emotion regulation mediate the relationship
between childhood emotional neglect severity and psychological well-being
in Italian young adults. Journal of Family Trauma, Child Custody &
Child Development. Flore Unifi
- Infurna, M. R.; Fazio, L.;
Bevacqua, E.; Costanzo, G.; Falgares, G.; Maiorana, A.; et al. (2024). Understanding
the relationship between childhood emotional abuse and neglect and
psychological distress in pregnant women: the role of prenatal attachment.
BMC Psychology. Iris+1
- Attili, Grazia; Di Pentima,
Lorenza; Toni, Alessandro; Roazzi, Antonio (2016). Trascuratezza
emotiva, attaccamento e ansia da separazione nei disturbi alimentari: uno
studio su pazienti adolescenti e sui loro genitori. Maltrattamento e
Abuso all’Infanzia, 18(2), 95-118. Iris
- Gagliardini, Giulia; altri
(2023). From childhood emotional maltreatment to disordered eating: A
path analysis. Italia. unimercatorum.iris.cineca.it
- Carone, N.; Muzi, L.; Benzi,
I.; Parolin, L.; Santona, A. etc. (2024). The influence of childhood
emotional abuse and neglect on love addiction: The indirect effect of
vulnerable narcissism among female and male emerging adults. Journal
of Interpersonal Violence. Arte Tor Vergata+1
- Verrocchio, M. C. (2014). Psychological
maltreatment: Features and consequences. Maltrattamento e Abuso
all’Infanzia, 2014/1. FrancoAngeli
Ecco alcune
testimonianze, storie qualitative, e casi italiani che emergono da fonti non
strettamente accademiche ma utili per illustrare come la violenza silenziosa,
la trascuratezza emotiva, l’assenza di amore autentico si manifestino
concretamente nella vita di famiglie, bambini e genitori. Aiutano a dare volto
al “lignaggio” discusso.
Testimonianze e casi italiani
- Centro Ri.ESI – Storia di
“Chiara” museodellamente.it
Chiara, bambina di 5 anni, proviene da un contesto familiare con molteplici problemi: la madre, difficoltà linguistiche, sociali; la casa famiglia; segnalazioni sociali. Quando arriva nella struttura, ha sintomi evidenti di disagio: problemi nel linguaggio, nel sonno, difficoltà di inserimento scolastico, difficoltà nel controllare gli sfinteri. Emozioni non gestite, iperattivazione, tendenza al congelamento emotivo o all’opposizione comportamentale. Qui appare con chiarezza come la mancanza di un ambiente protetto e accogliente, l’assenza di risposte emotive efficaci, generi traumi che si manifestano sul corpo, nel comportamento. - “Una famiglia per una famiglia
/ Le voci – La casa a metà” unafamigliaperunafamiglia.it
Racconti verosimili elaborati da operatori/assistenti sociali: il senso di vuoto quando qualcuno “non guarda più” quel figlio speciale, quando non si decide quale sguardo riservargli. Questa “assenza dello sguardo” diventa forma di trascuratezza, non necessariamente intenzionale, ma efficace nel ferire, nel generare senso di invisibilità: il bambino sente che non è interamente accettato, che la sua differenza provoca il distacco. - Parenting Program per genitori
tossicodipendenti – Comunità di San Patrignano San Patrignano+1
Il progetto evidenzia che molti dei figli dei genitori tossicodipendenti hanno già subito maltrattamenti emotivi e trascuratezza, in modo cronico, prima che il programma intervenisse. I genitori spesso non sono in condizioni (per dipendenza, per stress, per isolamento sociale) di rispondere in maniera affettivamente coerente ai bisogni dei figli. Il programma è proprio volto a formare attitudini genitoriali migliori, accrescendo la consapevolezza della relazione psico-affettiva, il riconoscimento del dolore del figlio, la cura come pratica non automatico-meccanica ma empatica. - “Trascuratezza emotiva,
attaccamento e ansia da separazione nei disturbi alimentari” (Attili et
al.) FrancoAngeli+1
Pur essendo uno studio quantitativo, le storie cliniche raccolte danno voce a ragazze adolescenti che percepiscono la madre come controllante ma affettivamente fredda, il padre distante o “assente” emotivamente. Queste ragazze riferiscono che non ricevevano conforto nei momenti di angoscia, non venivano ascoltate veramente, che i loro bisogni di sicurezza emotiva erano minimizzati o ignorati. Sentono che le emozioni negative “non dovevano esserci” o non erano benvenute; la promessa di attenzione o sostegno non veniva mantenuta. - Terrore psicologico in famiglia
– Il caso di Margherita Nonsolopedagogia.it
Un caso narrativo che descrive una situazione familiare in cui la madre o il padre (o entrambi) esercitano una forma di “terrore psicologico”: insulti, umiliazioni, svalutazione, colpevolizzazione, aspettative rigide. Non necessariamente violenza fisica quotidiana, ma pressione costante, paura, pianto, senso di non essere mai abbastanza. Margherita vive in una casa dove l’errore è punito con freddo e giudizio; l’affetto è condizionato: “se fai così allora ti voglio bene”, “se non fai così allora sei un peso”. Questo genera con il tempo ansia, bassa autostima, conformità, silenzio.
Analisi: come queste storie confermano la tesi
- Assenza di amore autentico: in ciascuno di questi casi
emerge che il bambino o la bambina non riceve solo materia, cibo,
protezione fisica, ma quello che è altrettanto essenziale: accoglienza
emotiva, riconoscimento, dignità, rispetto dei tempi, ascolto. L’amore
autentico implica disponibilità a soffrire con l’altro, ad essere
presente, ad accogliere anche la sofferenza: molti genitori non hanno questa
possibilità (per mancanza di risorse interne, traumi, condizioni di vita),
e spesso nemmeno consapevolezza.
- Violenza silenziosa: violenza non solo nei colpi,
ma nelle ombre – nell’indifferenza, nelle promesse non mantenute, nelle
parole che feriscono e che minano l’autostima, nella presenza fisica ma
assente affettivamente.
- Effetto cumulativo nel tempo: queste storie mostrano come
la trascuratezza emotiva, il “non sentire” del bambino produce effetti nei
comportamenti, nell’attaccamento, nella salute psicologica, nelle
relazioni sociali, nell’educazione futura.
- Trasmissione intergenerazionale
implicita: molti
genitori erano stati a loro volta bambini nelle stesse situazioni (assenza
emotiva, famiglie complesse, conflitti, dipendenze), spesso senza opportunità
di cambiare. Ciò che vediamo oggi è il risultato di questi lignaggi non
integrati, non lavorati, che si ripresentano.
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