DIMMI CON CHI VAI E TI DIRÒ CHI SEI
DIMMI CON CHI VAI E TI DIRÒ CHI SEI
In questo articolo si stigmatizza la presenza, all'interno della COMUNITÀ dei vincitori delle elezioni di persone che sono note per aver sostenuto Avanguardia Nazionale (AN), Ordine Nuovo (ON), Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) e Terza Posizione (TP).
“I sentimenti personali di amicizia e affetto sono indiscutibili e insindacabili. Ma quando questi investono una dimensione politica che non è limitata a una comunità, ma riguarda il governo di un paese, allora le troppe presenze di personaggi dal passato compromesso nelle stanze del governo nazionale e locale e in quelle dei sottogoverni devastano una questione centrale delle istituzioni democratiche.” (Piero Ignazi 2023)
La psiche degli anni 70, quella della mia adolescenza, era diversa da quella di oggi; era una psiche orientata verso il vicino, il collaborativo, e ci si chiedeva cosa avesse bisogno il vicino. Noi, da bambini, uscivamo a giocare per strada. La collaborazione sorgeva spontaneamente ed era lo spirito del quartiere. Al liceo abbiamo imparato l'educazione civica e sapevamo di appartenere a una comunità; c'era un senso di cittadinanza che oggi sembra perso. La psiche di oggi è individualista, competitiva e orientata al successo.
Tuttavia, negli anni 70, ai nostri tempi, c'erano quelli che sgomitavano per il potere e avevano una psiche non molto diversa da quella attuale: individualista, competitiva e orientata al successo.
AI NOSTRI TEMPI – E IN OGNI TEMPO – CHI LOTTAVA PER IL POTERE ERA IN GUERRA.
E SI SA CHE CHI È IN GUERRA È NELLA VIOLENZA – È UN VIOLENTO.
Ripeto un punto di vista di Humberto Maturana che può offrirci una chiave di lettura sulle frequentazioni delle persone che lottano per la conquista del POTERE:
“La psiche del potere è la psiche della lotta competitiva opportunistica, non è uno sguardo alla qualità del fare, ma all'opportunità. E con quello sguardo all'opportunità arriva la disonestà. È vero che uno deve avere una condotta tempestiva, ma in una competizione l'opportunità è negare l'altro, ed è un cieco opportunismo, perché chi lotta per conservare o conquistare il potere se ne frega dell'altro. Ed è in questo che oggi tutti siamo immersi.”
Ma ai miei tempi, in quella psiche del POTERE erano immersi tutti gli sgomitatori sociali “alla conquista del potere perduto”, quelli dei partiti, quelli dei movimenti legali e quelli dei movimenti eversivi. Competere è voler vincere a tutti i costi, e da lì nasce la violenza; lo sgomitatore sociale apre uno spazio e mette i piedi sui piedi di un altro. La violenza si è installata in chi è nella guerra delle elezioni e del potere come modo di affrontare i conflitti.
Per questi UOMINI DI POTERE non è più la parola, il discorso che risolve i conflitti. In politica sembra che la violenza sia l'argomento principale, e la violenza non può essere ammessa in nessuno spazio.
La violenza porta altra violenza. E siccome siamo immersi in questa violenza applaudente, io sono stupefatto. Noi siamo esseri umani e ci differenziamo dagli animali perché siamo nati nel linguaggio e abbiamo la capacità di riflettere.
I dittatori, ma anche le persone che possiedono o bramano di possedere il potere, usano la violenza per sottomettere il popolo, ma la violenza non è amica della democrazia o della collaborazione. In questa violenza in cui siamo tutti immersi, è evidente che le amicizie dei politici violenti saranno con persone che sono nella violenza. Tutti i politici, non solo quelli del Partito dei Fratelli d’Italia.
Infine, si potrebbe indicare ai politici, a tutti i politici, la pratica della democrazia, che è un modo di vivere insieme basato sul rispetto reciproco e sul desiderio di collaborare.
Si potrebbe anche segnalare che, se non vogliamo stare insieme, se non ci rispettiamo l'un l'altro, non ci sarà democrazia in nessun caso e, al contrario, dal momento in cui decidiamo di vivere in una democrazia, scegliamo di vivere con onestà e, conseguentemente, emergeranno il rispetto reciproco e la collaborazione.
Si potrebbe anche stigmatizzare la circostanza che invece siamo in competizione, governo e opposizione, e siamo in quel gioco che è sempre l'aggressione reciproca. La democrazia in questo gioco violento di aggressione “tutti contro tutti” non può emergere, perché non si parla, non si riflette.
Infine, si potrebbe suggerire che coloro che pensano che un certo corso seguito da un gruppo, ad esempio il governo Meloni, non sia appropriato, non dovrebbero agire in termini di opposizione, ma in termini di collaborazione, e parlare e riflettere.
In conclusione, con le persone di potere convivono sempre e comunque “troppe presenze di personaggi dal passato compromesso nelle stanze del governo nazionale e locale e in quelle dei sottogoverni” – basta ricordare quello che hanno fatto i clericali e i comunisti.
Antonio Bruno
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