Natale 2020. Cenoni che diventano cenette

 

Nella foto la tavola della mia Vigilia di Natale del 2017

C’è un vero e proprio terremoto sulle tradizioni natalizie degli anni della nostra vita. Veglie in attesa della nascita, con ore ed ore notturne passate a giocare a carte, per questo 2020 non si possono fare. Non si possono fare nemmeno le veglie accalcati in Chiese che, per il resto dell’anno, restano per lo più vuote. Chiese che hanno avuto tempi migliori negli anni 50 – 60 quando ci si doveva portare la sedia da casa per poter resistere in quelle lunghe ore di liturgia immersi nei fumi dell’incenso. Andavamo tutti alla veglia di Natale per poter vedere indisturbati quella ragazza che ci piaceva tanto e che, quella notte, sarebbe venuta in chiesa; non sapremo mai se per partecipare ai sacri riti oppure, anche lei, per poterci guardare senza dare nell’occhio.

E che ne sarà del rito dei regali sotto l’albero e dei pacchi e pacchetti da scartare con tutti i parenti intorno? Per il 2020 nulla di tutto questo si potrà fare. E a capodanno non potremo più essere tutti ad aspettare che arrivi la mezzanotte al freddo e al gelo, come per il Capodanno dei popoli che quest’anno si farà forse in Webinar. Ma a Capodanno nemmeno a casa, al calduccio, sarà possibile convocare parenti e amici. E nemmeno potremo organizzarci, noi abitanti della riva che fronteggia la caldissima Africa, per recarci in qualche luogo pieno di montagne per godere, tra panettoni inzuppati nella cioccolata calda, la neve candida e farinosa per noi rara e quasi sconosciuta.

Siamo umani e anche se passiamo la maggior parte del tempo in competizione gli uni con gli altri, aneliamo la gioia dello stare insieme per il piacere di stare insieme.

Siamo umani e abbiamo il languore di stare insieme alle altre persone nella pace, nella gioia e nell’affetto. Uno strano languore che però contemporaneamente provoca quell’irrigidimento della paura che l’altra/o ci possa fare del male, che l’altra/o possa farci soffrire.

La nostra vita si è dipanata nell’essere dilaniati tra desiderio e paura di stare con le altre persone. Mai però per le Feste di Natale, ci siamo sottratti al rischio di incontrarci con parenti e amici. Abbiamo accettato il pericolo di essere feriti perché è stato sempre troppo forte il desiderio di quell’intenso piacere che si prova stando insieme agli altri nel sorridere, conversare e farsi le coccole.

Quest’anno non si corre il rischio di essere feriti ma c’è la certezza di passare delle Feste di Natale in una tristezza che non potrà essere mitigata dai Webinar. Quest’anno non potremo nemmeno tentare di diventare finalmente e una volta per tutte, umani.

Antonio Bruno Ferro

 

 

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