Secondo me ci vogliono narrazioni di San Cesario di Lecce

 

Secondo me ci vogliono narrazioni di San Cesario di Lecce

di Antonio Bruno



Riccardo Luna esattamente sei anni fa, il 3 luglio 2015 in una conversazione con Massimo Bray nella splendida cornice della Distilleria De Giorgi ha detto: “La narrazione è il presupposto dell'azione. Immaginarsi il futuro”. Mi è venuto in mente quello che scriveva Ludwig Wittgenstein, ovvero che «i limiti del mio mondo sono i limiti del mio linguaggio» e viceversa.

Capite perché secondo me sono importanti le conversazioni tra abitanti di un luogo. Ecco perché secondo me per avere visioni della San Cesario di Lecce che vogliamo non dobbiamo far altro che conversare tra noi.

Come quando da ragazzi si coniavano parole nuove di zecca che rimbalzavano di bocca in bocca e di orecchio in orecchio inventando veri e propri comportamenti.

Quand’ero ragazzo io era il tempo te “LU ZIU”. Tra noi ci si chiamava con questo appellativo parentale, ZIU NDO’, ZIA CATERINA ecc ecc

Eravamo tutti Ziu e le mamme chiedevano il significato di queste parole nuove che innescavano un processo di trasformazione anche con gli adulti.

Abbiamo bisogno di parole nuove per raccontare una storia della San Cesario di Lecce che vogliamo e lo possiamo fare solo conversando tra noi abitanti del luogo.

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